Paragrafo 4 IL CREATORE
279
“In principio Dio creò il cielo e la terra” ( [link] Gen
1,1). Con queste solenni parole incomincia la Sacra Scrittura. Il
Simbolo della fede le riprende confessando Dio Padre onnipotente come “Creatore
del cielo e della terra”, “di tutte le cose visibili e invisibili”. Noi
parleremo perciò innanzi tutto del Creatore, poi della sua creazione, infine
della caduta a causa del peccato, da cui Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è
venuto a risollevarci.
280
La creazione è il fondamento di “tutti i progetti salvifici di Dio”, “l'inizio
della storia della salvezza”, [Congregazione per il Clero, Direttorio
catechistico generale, 51] che culmina in Cristo. Inversamente, il Mistero di
Cristo è la luce decisiva sul mistero della creazione: rivela il fine in vista
del quale, “in principio, Dio creò il cielo e la terra”
( [link] Gen 1,1): dalle origini, Dio pensava alla
gloria della nuova creazione in Cristo [Cf [link] Rm
8,18-23 ].
281
Per questo le letture della Veglia Pasquale, celebrazione della nuova creazione
in Cristo, iniziano con il racconto della creazione; parimenti, nella Liturgia
Bizantina, il racconto della creazione è sempre la prima lettura delle vigilie
delle grandi feste del Signore. Secondo la testimonianza degli antichi,
l'istruzione dei catecumeni per il Battesimo segue lo stesso itinerario [Cf
Eteria, Peregrinatio ad loca sancta, 46: PLS 1, 1047; Sant'Agostino, De
catechizandis rudibus, 3, 5].
I.
La catechesi sulla creazione
282
La catechesi sulla creazione è di capitale importanza. Concerne i fondamenti
stessi della vita umana e cristiana: infatti esplicita la risposta della fede
cristiana agli interrogativi fondamentali che gli uomini di ogni tempo si sono
posti: “Da dove veniamo?” “Dove andiamo?” “Qual è la nostra origine?” “Quale il
nostro fine?” “Da dove viene e dove va tutto ciò che esiste?”. Le due
questioni, quella dell'origine e quella del fine, sono inseparabili. Sono decisive
per il senso e l'orientamento della nostra vita e del nostro agire.
283
La questione delle origini del mondo e dell'uomo è oggetto di numerose ricerche
scientifiche, che hanno straordinariamente arricchito le nostre conoscenze sull'età
e le dimensioni del cosmo, sul divenire delle forme viventi, sull'apparizione
del l'uomo. Tali scoperte ci invitano ad una sempre maggiore ammirazione per la
grandezza del Creatore, e a ringraziarlo per tutte le sue opere e per
l'intelligenza e la sapienza di cui fa dono agli studiosi e ai ricercatori. Con
Salomone costoro possono dire: “Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile
delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza degli elementi. .
. perché mi ha istruito la Sapienza, artefice di tutte le cose”
( [link] Sap 7,17-21).
284
Il grande interesse, di cui sono oggetto queste ricerche, è fortemente
stimolato da una questione di altro ordine, che oltrepassa il campo proprio delle
scienze naturali. Non si tratta soltanto di sapere quando e come sia sorto
materialmente il cosmo, né quando sia apparso l'uomo, quanto piuttosto di
scoprire quale sia il senso di tale origine: se cioè sia governata dal caso, da
un destino cieco, da una necessità anonima, oppure da un Essere trascendente,
intelligente e buono, chiamato Dio. E se il mondo proviene dalla sapienza e
dalla bontà di Dio, perché il male? Da dove viene? Chi ne è responsabile? C'è
una liberazione da esso?
285
Fin dagli inizi, la fede cristiana è stata messa a confronto con risposte
diverse dalla sua circa la questione delle origini. Infatti, nelle religioni e
nelle culture antiche si trovano numerosi miti riguardanti le origini. Certi
filosofi hanno affermato che tutto è Dio, che il mondo è Dio, o che il divenire
del mondo è il divenire di Dio (panteismo); altri hanno detto che il mondo è
una emanazione necessaria di Dio, che scaturisce da questa sorgente e ad essa
ritorna; altri ancora hanno sostenuto l'esistenza di due princìpi eterni, il
Bene e il Male, la Luce e le Tenebre, in continuo conflitto (dualismo,
manicheismo); secondo alcune di queste concezioni, il mondo (almeno il mondo
materiale) sarebbe cattivo, prodotto di un decadimento, e quindi da respingere
o oltrepassare (gnosi); altri ammettono che il mondo sia stato fatto da Dio, ma
alla maniera di un orologiaio che, una volta fatto, l'avrebbe abbandonato a se
stesso(deismo); altri infine non ammettono alcuna origine trascendente del
mondo, ma vedono in esso il puro gioco di una materia che sarebbe sempre
esistita (materialismo). Tutti questi tentativi di spiegazione stanno a
testimoniare la persistenza e l'universalità del problema delle origini. Questa
ricerca è propria dell'uomo.
286
Indubbiamente, l'intelligenza umana può già trovare una risposta al problema
delle origini. Infatti, è possibile conoscere con certezza l'esistenza di Dio
Creatore attraverso le sue opere, grazie alla luce della ragione umana, [Cf
Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3026] anche se questa conoscenza spesso è
offuscata e sfigurata dall'errore. Per questo la fede viene a confermare e a
far luce alla ragione nella retta intelligenza di queste verità: “Per fede
sappiamo che i mondi furono formati dalla Parola di Dio, sì che da cose non
visibili ha preso origine ciò che si vede” ( [link] Eb 11,3).
287
La verità della creazione è tanto importante per l'intera vita umana che Dio,
nella sua tenerezza, ha voluto rivelare al suo Popolo tutto ciò che al riguardo
è necessario conoscere. Al di là della conoscenza naturale che ogni uomo può
avere del Creatore, [Cf [link] At 17,24-29;
[link] Rm 1,19-20 ] Dio ha progressivamente rivelato
a Israele il mistero della creazione. Egli, che ha scelto i patriarchi, che ha
fatto uscire Israele dall'Egitto, e che, eleggendo Israele, l'ha creato e
formato, [Cf [link] Is 43,1 ] si rivela come colui al quale
appartengono tutti i popoli della terra e l'intera terra, come colui che, solo,
“ha fatto cielo e terra” ( [link] Sal 115,15;
[link] Sal 124,8; [link] Sal
134,3).
288
La rivelazione della creazione è così inseparabile dalla rivelazione e dalla
realizzazione dell'Alleanza di Dio, l'Unico, con il suo Popolo. La creazione è
rivelata come il primo passo verso tale Alleanza, come la prima e universale
testimonianza dell'amore onnipotente di Dio [Cf [link] Gen
15,5; [link] Ger 33,19-26 ]. E poi la
verità della creazione si esprime con una forza crescente nel messaggio dei
profeti, [Cf [link] Is 44,24 ] nella preghiera dei Salmi[Cf
[link] Sal 104 ] e della Liturgia, nella riflessione
della sapienza [Cf [link] Pr 8,22-31 ] del Popolo
eletto.
289
Tra tutte le parole della Sacra Scrittura sulla creazione, occupano un posto
singolarissimo i primi tre capitoli della Genesi. Dal punto di vista letterario
questi testi possono avere diverse fonti. Gli autori ispirati li hanno
collocati all'inizio della Scrittura in modo che esprimano, con il loro
linguaggio solenne, le verità della creazione, della sua origine e del suo fine
in Dio, del suo ordine e della sua bontà, della vocazione dell'uomo, infine del
dramma del peccato e della speranza della salvezza. Lette alla luce di Cristo,
nell'unità della Sacra Scrittura e della Tradizione vivente della Chiesa,
queste parole restano la fonte principale per la catechesi dei misteri delle
“origini”: creazione, caduta, promessa della salvezza.
II.
La creazione - opera della Santissima Trinità
290
“In principio, Dio creò il cielo e la terra” ( [link] Gen
1,1). Queste prime parole della Scrittura contengono tre
affermazioni: il Dio eterno ha dato un inizio a tutto ciò che esiste fuori di
lui. Egli solo è Creatore (il verbo “creare” - in ebraico “bara” - ha sempre
come soggetto Dio). La totalità di ciò che esiste (espressa nella formula “il
cielo e la terra”) dipende da colui che gli dà di essere.
291
“In principio era il Verbo. . . e il Verbo era Dio. . . Tutto è stato fatto per
mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto” ( [link] Gv
1,1-3). Il Nuovo Testamento rivela che Dio ha creato tutto per mezzo
del Verbo eterno, il Figlio suo diletto. “Per mezzo di lui sono state create
tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. . . Tutte le cose sono
state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono” ( [link] Col 1,16-17). La
fede della Chiesa afferma pure l'azione creatrice dello Spirito Santo: egli è
il “datore di vita”, [Simbolo di Nicea-Costantinopoli] lo “Spirito Creatore”,
[Liturgia delle Ore, Inno “Veni, Creator”] la “sorgente di ogni bene” [Liturgia
bizantina, Tropario dei Vespri di Pentecoste].
292
Lasciata intravvedere nell'Antico Testamento, [Cf [link] Sal
33,6; [link] Sal 104,30;
[link] Gen 1,2-3 ] rivelata nella Nuova Alleanza,
l'azione creatrice del Figlio e dello Spirito, inseparabilmente una con quella
del Padre, è chiaramente affermata dalla regola di fede della Chiesa: “Non
esiste che un solo Dio. . . : egli è il Padre, è Dio, il Creatore, l'Autore,
l'Ordinatore. Egli ha fatto ogni cosa da se stesso, cioè con il suo Verbo e la
sua Sapienza”, “per mezzo del Figlio e dello Spirito”, che sono come “le sue
mani” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 2, 30, 9 e 4, 20, 1]. La
creazione è l'opera comune della Santissima Trinità.
III. “Il mondo
è stato creato per la gloria di Dio”
293
È una verità fondamentale che la Scrittura e la Tradizione costantemente
insegnano e celebrano: “Il mondo è stato creato per la gloria di Dio” [Concilio
Vaticano I: Denz. -Schönm., 3025]. Dio ha creato tutte le cose, spiega san
Bonaventura, “non propter gloriam augendam, sed propter gloriam manifestandam
et propter gloriam suam communicandam - non per accrescere la propria gloria,
ma per manifestarla e per comunicarla” [San Bonaventura, In libros
sententiarum, 2, 1, 2, 2, 1]. Infatti Dio non ha altro motivo per creare se non
il suo amore e la sua bontà: “Aperta manu clave amoris creaturæ prodierunt -
Aperta la mano dalla chiave dell'amore, le creature vennero alla luce” [San
Tommaso d'Aquino, In libros sententiarum, 2, prol]. E il Concilio Vaticano I
spiega:
Nella
sua bontà e con la sua onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine,
né per acquistare perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede
alle sue creature, questo solo vero Dio ha, con la più libera delle decisioni,
insieme, dall'inizio dei tempi, creato dal nulla l'una e l'altra creatura, la
spirituale e la corporale [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3002].
294
La gloria di Dio è che si realizzi la manifestazione e la comunicazione della
sua bontà, in vista delle quali il mondo è stato creato. Fare di noi i suoi
“figli adottivi per opera di Gesù Cristo”, è il benevolo disegno “della sua volontà.
. . a lode e gloria della sua grazia” ( [link] Ef
1,5-6). “Infatti la gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita
dell'uomo è la visione di Dio: se già la Rivelazione di Dio attraverso la
creazione procurò la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più
la manifestazione del Padre per mezzo del Verbo dà la vita a coloro che vedono
Dio” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 20, 7]. Il fine ultimo della
creazione è che Dio, “che di tutti è il Creatore, possa anche essere
"tutto in tutti" ( [link] 1Cor 15,28) procurando ad
un tempo la sua gloria e la nostra felicità” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes,
2].
IV.
Il mistero della creazione
Dio
crea con sapienza e amore
295
Noi crediamo che il mondo è stato creato da Dio secondo la sua sapienza [Cf
[link] Sap 9,9 ]. Non è il prodotto di una qualsivoglia
necessità, di un destino cieco o del caso. Noi crediamo che il mondo trae
origine dalla libera volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le
creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà: “Tu hai creato
tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono”
( [link] Ap 4,11). “Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza” ( [link] Sal
104,24). “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande
su tutte le creature” ( [link] Sal 145,9).
Dio
crea “dal nulla”
296
Noi crediamo che Dio, per creare, non ha bisogno di nulla di preesistente né di
alcun aiuto [Cf Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3022]. La creazione non è
neppure una emanazione necessaria della sostanza divina [Cf ibid., 3023-3024].
Dio crea liberamente “dal nulla”: [Concilio Lateranense IV: Denz. -Schönm.,
800; Concilio Vaticano I: ibid. , 3025]
Che
vi sarebbe di straordinario se Dio avesse tratto il mondo da una materia
preesistente? Un artigiano umano, quando gli si dà un materiale, ne fa tutto ciò
che vuole. Invece la potenza di Dio si manifesta precisamente in questo, che
egli parte dal nulla per fare tutto ciò che vuole [San Teofilo d'Antiochia, Ad
Autolycum, 2, 4: PG 6, 1052].
297
La fede nella creazione “dal nulla” è attestata nella Scrittura come una verità
piena di promessa e di speranza. Così la madre dei sette figli li incoraggia al
martirio:
Non
so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né
io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore del
mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di
tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita,
come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi. . . Ti scongiuro,
figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che
Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere
umano ( [link] 2Mac 7,22-23; [link] 2Mac
7,28).
298
Dio, poiché può creare dal nulla, può anche, per opera dello Spirito Santo,
donare ai peccatori la vita dell'anima, creando in essi un cuore puro, [Cf
[link] Sal 51,12 ] e ai defunti, con la risurrezione,
la vita del corpo, egli “che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose
che ancora non esistono” ( [link] Rm 4,17). E, dal momento
che, con la sua Parola, ha potuto far risplendere la luce dalle tenebre, [Cf
[link] Gen 1,3 ] può anche donare la luce della fede
a coloro che non lo conoscono [Cf [link] 2Cor 4,6 ].
Dio
crea un mondo ordinato e buono
299
Per il fatto che Dio crea con sapienza, la creazione ha un ordine: “Tu hai
disposto tutto con misura, calcolo e peso” ( [link] Sap
11,20). Creata nel e per mezzo del Verbo eterno, “immagine del Dio
invisibile” ( [link] Col 1,15), la creazione è destinata,
indirizzata all'uomo, immagine di Dio, [Cf [link] Gen
1,26 ] chiamato a una relazione personale con Dio. La nostra
intelligenza, poiché partecipa alla luce dell'Intelletto divino, può
comprendere ciò che Dio ci dice attraverso la creazione, [Cf [link] Sal
19,2-5 ] certo non senza grande sforzo e in spirito di umiltà e di
rispetto davanti al Creatore e alla sua opera [Cf [link] Gb
42,3 ]. Scaturita dalla bontà divina, la creazione partecipa di
questa bontà (“E Dio vide che era cosa buona. . . cosa molto buona”:
[link] Gen 1,4; [link] Gen
1,10; [link] Gen 1,12;
[link] Gen 1,18; [link] Gen 1,21;
[link] Gen 1,31). La creazione, infatti, è voluta da
Dio come un dono fatto all'uomo, come un'eredità a lui destinata e affidata. La
Chiesa, a più riprese, ha dovuto difendere la bontà della creazione, compresa
quella del mondo materiale [Cf San Leone Magno, Lettera Quam laudabiliter:
Denz. -Schönm. , 286; Concilio di].
Dio
trascende la creazione ed è ad essa presente
300
Dio è infinitamente più grande di tutte le sue opere: [Cf [link] Sir 43,28
] “Sopra i cieli si innalza” la sua “magnificenza” ( [link] Sal
8,2),“la.su. grandezza non si può misurare”
( [link] Sal 145,3). Ma poiché egli è il Creatore
sovrano e libero, causa prima di tutto ciò che esiste, egli è presente
nell'intimo più profondo delle sue creature: “In lui viviamo, ci muoviamo ed
esistiamo” ( [link] At 17,28). Secondo le parole di
sant'Agostino, egli è “superior summo meo et interior intimo meo - più intimo
della mia parte più intima, più alto della mia parte più alta” [Sant'Agostino,
Confessiones, 3, 6, 11].
Dio
conserva e regge la creazione
301
Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona
soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'essere, le
dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa
dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia,
di fiducia:
Tu
ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu
avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere
una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata
all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante
della vita ( [link] Sap 11,24-26).
V.
Dio realizza il suo disegno: la Provvidenza divina
302
La creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani
del Creatore interamente compiuta. È creata “in stato di via” (“in statu viae”)
verso una perfezione ultima alla quale Dio l'ha destinata, ma che ancora deve
essere raggiunta. Chiamiamo divina Provvidenza le disposizioni per mezzo delle
quali Dio conduce la creazione verso questa perfezione.
Dio
conserva e governa con la sua Provvidenza tutto ciò che ha creato, “essa si
estende da un confine all'altro con forza, governa con bontà eccellente ogni
cosa” ( [link] Sap 8,1). Infatti “tutto è nudo e scoperto
agli occhi suoi” ( [link] Eb 4,13), anche quello che sarà
fatto dalla libera azione delle creature [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm.,
3003].
303
La testimonianza della Scrittura è unanime: la sollecitudine della divina
Provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più
piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia. Con forza, i Libri
Sacri affermano la sovranità assoluta di Dio sul corso degli avvenimenti: “Il
nostro Dio è nei cieli, egli opera tutto ciò che vuole”
( [link] Sal 115,3); e di Cristo si dice: “Quando
egli apre, nessuno chiude, e quando chiude, nessuno apre” ( [link] Ap
3,7); “molte sono le idee nella mente dell'uomo, ma solo il disegno
del Signore resta saldo” ( [link] Pr 19,21).
304
Spesso si nota che lo Spirito Santo, autore principale della Sacra Scrittura,
attribuisce delle azioni a Dio, senza far cenno a cause seconde. Non si tratta
di “un modo di parlare” primitivo, ma di una maniera profonda di richiamare il
primato di Dio e la sua signoria assoluta sulla storia e sul mondo [Cf
[link] Is 10,5-15; [link] Is
45,5-7; [link] Dt 32,39; [link] Sir
11,14 ] educando così alla fiducia in lui. La preghiera dei Salmi è
la grande scuola di questa fiducia [Cf [link] Sal 22;
[link] Sal 32; [link] Sal
35; [link] Sal 103;
[link] Sal 138; e.a.].
305
Gesù chiede un abbandono filiale alla Provvidenza del Padre celeste, il quale
si prende cura dei più elementari bisogni dei suoi figli: “Non affannatevi
dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?. .
. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate prima il
Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in
aggiunta” ( [link] Mt 6,31-33) [Cf
[link] Mt 10,29-31 ].
La
Provvidenza e le cause seconde
306
Dio è il Padrone sovrano del suo disegno. Però, per realizzarlo, si serve anche
della cooperazione delle creature. Questo non è un segno di debolezza, bensì
della grandezza e della bontà di Dio onnipotente. Infatti Dio alle sue creature
non dona soltanto l'esistenza, ma anche la dignità di agire esse stesse, di
essere causa e principio le une delle altre, e di collaborare in tal modo al
compimento del suo disegno.
307
Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua Provvidenza,
affidando loro la responsabilità di “soggiogare” la terra e di dominarla [Cf
[link] Gen 1,26-28 ]. In tal modo Dio fa dono agli
uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della
creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro
prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini
possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro
preghiere, ma anche con le loro sofferenze [Cf [link] Col
1,24 ]. Allora diventano in pienezza “collaboratori di Dio”
( [link] 1Cor 3,9; [link] 1Ts 3,2) e del
suo Regno [Cf [link] Col 4,11 ].
308
Dio agisce in tutto l'agire delle sue creature: è una verità inseparabile dalla
fede in Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle e per mezzo delle
cause seconde: “È Dio infatti che suscita” in noi “il volere e l'operare
secondo i suoi benevoli disegni” ( [link] Fil 2,13) [Cf
[link] 1Cor 12,6 ]. Lungi dallo sminuire la dignità della
creatura, questa verità la accresce. Infatti la creatura, tratta dal nulla
dalla potenza, dalla sapienza e dalla bontà di Dio, niente può se è separata
dalla propria origine, perché “la creatura senza il Creatore svanisce”; [Conc.
Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36] ancor meno può raggiungere il suo fine
ultimo senza l'aiuto della grazia [Cf [link] Mt 19,26;
[link] Gv 15,5; [link] Fil 4,13 ].
La
Provvidenza e lo scandalo del male
309
Se Dio Padre onnipotente, Creatore del mondo ordinato e buono, si prende cura
di tutte le sue creature, perché esiste il male? A questo interrogativo tanto
pressante quanto inevitabile, tanto doloroso quanto misterioso, nessuna rapida
risposta potrà bastare. È l'insieme della fede cristiana che costituisce la
risposta a tale questione: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l'amore
paziente di Dio che viene incontro all'uomo con le sue Alleanze, con
l'Incarnazione redentrice del suo Figlio, con il dono dello Spirito, con il
radunare la Chiesa, con la forza dei sacramenti, con la vocazione ad una vita
felice, alla quale le creature libere sono invitate a dare il loro consenso, ma
alla quale, per un mistero terribile, possono anche sottrarsi. Non c'è un punto
del messaggio cristiano che non sia, per un certo aspetto, una risposta al
problema del male .
310
Ma perché Dio non ha creato un mondo a tal punto perfetto da non potervi essere
alcun male? Nella sua infinita potenza, Dio potrebbe sempre creare qualcosa di
migliore [Cf San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I, 25, 6]. Tuttavia, nella
sua sapienza e nella sua bontà infinite, Dio ha liberamente voluto creare un
mondo “in stato di via” verso la sua perfezione ultima. Questo divenire, nel
disegno di Dio, comporta, con la comparsa di certi esseri la scomparsa di
altri, con il più perfetto anche il meno perfetto, con le costruzioni della
natura anche le distruzioni. Quindi, insieme con il bene fisico esiste anche il
male fisico, finché la creazione non avrà raggiunto la sua perfezione [Cf San
Tommaso d'Aquino, Summa contra gentiles, 3, 71].
311
Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso
il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi
possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. È così che nel mondo è
entrato il male morale, incommensurabilmente più grave del male fisico. Dio non
è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale
[Cf Sant'Agostino, De libero arbitrio, 1, 1, 1: PL 32, 1221-1223; San Tommaso
d'Aquino, Summa teologiae, I-II, 79, 1]. Però, rispettando la libertà della sua
creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene:
Infatti
Dio onnipotente. . ., essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un
qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente
e buono da trarre dal male stesso il bene [Sant'Agostino, Enchiridion de fide,
spe et caritate, 11, 3].
312
Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua Provvidenza onnipotente,
può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle
sue creature: “Non siete stati voi”, dice Giuseppe ai suoi fratelli, “a
mandarmi qui, ma Dio; . . . se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha
pensato di farlo servire a un bene. . . per far vivere un popolo numeroso”
( [link] Gen 45,8 [link] Gen
50,20) [Cf Tb 2,12-18 vulg]. Dal più grande male morale che mai sia
stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato
di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, [Cf
[link] Rm 5,20 ] ha tratto i più grandi beni: la
glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione. Con ciò, però, il male non
diventa un bene.
313
“Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” ( [link] Rm
8,28). La testimonianza dei santi non cessa di confermare questa
verità:
Così
santa Caterina da Siena dice a “coloro che si scandalizzano e si ribellano
davanti a ciò che loro capita”: “Tutto viene dall'amore, tutto è ordinato alla
salvezza dell'uomo, Dio non fa niente se non a questo fine” [Santa Caterina da
Siena, Dialoghi, 4, 138].
E
san Tommaso Moro, poco prima del martirio, consola la figlia: “Nulla accade che
Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva
appaia, sarà in realtà sempre per il meglio” [San Tommaso More, Lettera ad
Alice Alington di Margaret Roper sul colloquio avuto in carcere con il padre,
cf Liturgia delle Ore, III, Ufficio delle letture del 22 giugno].
E
Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere
fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che
tutto sarebbe finito in bene. . . : “Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa
sarà per il bene ” [Giuliana di Norwich, Rivelazioni dell'amore divino, 32].
314
Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie
della sua Provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando
avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio “a faccia a faccia”
( [link] 1Cor 13,12), conosceremo pienamente le vie, lungo le
quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la
sua creazione fino al riposo di quel Sabato [Cf [link] Gen
2,2 ] definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.
IN SINTESI
315 Nella creazione
del mondo e dell'uomo, Dio ha posto la prima e universale testimonianza del suo
amore onnipotente e della sua sapienza, il primo annunzio del suo “disegno di
benevolenza”, che ha il suo fine nella nuova creazione in Cristo.
316 Sebbene l'opera
della creazione sia particolarmente attribuita al Padre, è ugualmente verità di
fede che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono il principio unico e
indivisibile della creazione.
317 Dio solo ha creato
l'universo liberamente, direttamente, senza alcun aiuto.
318 Nessuna creatura
ha il potere infinito necessario per “creare” nel senso proprio del termine,
cioè produrre e dare l'essere a ciò che non l'aveva affatto (chiamare
all'esistenza “ex nihilo” - dal nulla) [Cf Congregazione per l'Educazione
Cattolica, Decreto del 27 luglio 1914, Theses approbatae philosophiae
tomisticae: Denz. -Schönm., 3624].
319 Dio ha creato il
mondo per manifestare e per comunicare la sua gloria. Che le sue creature
abbiano parte alla sua verità, alla sua bontà, alla sua bellezza: ecco la gloria
per la quale Dio le ha create.
320 Dio, che ha creato
l'universo, lo conserva nell'esistenza per mezzo del suo Verbo, “questo Figlio
che. . . sostiene tutto con la potenza della sua Parola” ( [link] Eb
1,3), e per mezzo dello Spirito Creatore che dà vita.
321 La divina
Provvidenza consiste nelle disposizioni con le quali Dio, con sapienza e amore,
conduce tutte le creature al loro fine ultimo.
322 Cristo ci esorta
all'abbandono filiale alla Provvidenza del nostro Padre celeste [Cf
[link] Mt 6,26-34 ] e l'apostolo san Pietro gli fa
eco: gettate “in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi”
( [link] 1Pt 5,7) [Cf [link] Sal
55,23 ].
323 La Provvidenza
divina agisce anche attraverso l'azione delle creature. Agli esseri umani Dio
dona di cooperare liberamente ai suoi disegni.
324 Che Dio permetta
il male fisico e morale è un mistero che Dio illumina nel suo Figlio, Gesù
Cristo, morto e risorto per vincere il male. La fede ci dà la certezza che Dio
non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene, per vie
che conosceremo pienamente soltanto nella vita eterna.
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