Paragrafo 6 L'UOMO
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“Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina
li creò” ( [link] Gen 1,27). L'uomo, nella creazione,
occupa un posto unico: egli è “a immagine di Dio” (I); nella sua natura unisce
il mondo spirituale e il mondo materiale (II); è creato “maschio e femmina”
(III); Dio l'ha stabilito nella sua amicizia (IV).
I.
“A immagine di Dio”
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Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è “capace di conoscere e di
amare il proprio Creatore”; [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 12] “è la
sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa”; [Conc. Ecum. Vat. II,
Gaudium et spes, 12] soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza
e nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la
ragione fondamentale della sua dignità.
Quale
fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore
inestimabile con il quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei
innamorato di lei; per amore infatti tu l'hai creata, per amore tu le hai dato
un essere capace di gustare il tuo Bene eterno [Santa Caterina da Siena,
Dialoghi, 4, 13, cf Liturgia delle Ore, IV, Ufficio delle letture della
diciannovesima domenica].
357
Essendo ad immagine di Dio, l'individuo umano ha la dignità di persona; non è
soltanto qualche cosa, ma qualcuno. È capace di conoscersi, di possedersi, di
liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone; è chiamato,
per grazia, ad una alleanza con il suo Creatore, a dargli una risposta di fede
e di amore che nessun altro può dare in sua sostituzione.
358
Dio ha creato tutto per l'uomo, [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 12;
24; 39] ma l'uomo è stato creato per servire e amare Dio e per offrirgli tutta
la creazione:
Qual
è dunque l'essere che deve venire all'esistenza circondato di una tale
considerazione? È l'uomo, grande e meravigliosa figura vivente, più prezioso
agli occhi di Dio dell'intera creazione: è l'uomo, è per lui che esistono il
cielo e la terra e il mare e la totalità della creazione, ed è alla sua
salvezza che Dio ha dato tanta importanza da non risparmiare, per lui, neppure
il suo Figlio Unigenito. Dio infatti non ha mai cessato di tutto mettere in
atto per far salire l'uomo fino a sé e farlo sedere alla sua destra [San
Giovanni Crisostomo, Sermones in Genesim, 2, 1: PG 54, 587D-588A].
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“In realtà solamente nel Mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero
dell'uomo”: [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]
Il
beato Apostolo ci ha fatto sapere che due uomini hanno dato principio al genere
umano: Adamo e Cristo... “Il primo uomo, Adamo, - dice - divenne un essere
vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita”. Quel primo fu
creato da quest'ultimo, dal quale ricevette l'anima per vivere... Il secondo
Adamo plasmò il primo e gli impresse la propria immagine. E così avvenne poi
che egli ne prese la natura e il nome, per non dover perdere ciò che egli aveva
fatto a sua immagine. C'è un primo Adamo e c'è un ultimo Adamo. Il primo ha un
inizio, l'ultimo non ha fine Proprio quest'ultimo infatti è veramente il primo
dal momento che dice: “Sono io, io solo, il primo e anche l'ultimo” [San Pietro
Crisologo, Sermones, 117 PL 52, 520B, cf Liturgia delle ore, IV, Uffici delle
letture del sabato della ventinovesima settimana.]
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Grazie alla comune origine il genere umano forma una unità. Dio infatti “creò
da uno solo tutte le nazioni degli uomini” ( [link] At
17,26): [Cf [link] Tb 8,6 ]
Meravigliosa
visione che ci fa contemplare il genere umano nell'unità della sua origine in
Dio...; nell'unità della sua natura, composta ugualmente presso tutti di un
corpo materiale e di un'anima spirituale; nell'unità del suo fine immediato e
della sua missione nel mondo; nell'unità del suo “habitat”: la terra, dei cui
beni tutti gli uomini, per diritto naturale, possono usare per sostentare e
sviluppare la vita; nell'unità del suo fine soprannaturale: Dio stesso, al
quale tutti devono tendere; nell'unità dei mezzi per raggiungere tale fine;...
nell'unità del suo riscatto operato per tutti da Cristo [Pio XII, Lett. enc.
Summi Pontificatus; cf Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate, 1].
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“Questa legge di solidarietà umana e di carità”, [Pio XII, Lett. enc. Summi
Pontificatus; cf Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate, 1] senza escludere la
ricca varietà delle persone, delle culture e dei popoli, ci assicura che tutti
gli uomini sono veramente fratelli.
II.
“Corpore et anima unus” - Unità di anima e di corpo 361 _
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La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e
spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio
simbolico, quando dice che “Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò
nelle sue narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente”
( [link] Gen 2,7). L'uomo tutto intero è quindi voluto
da Dio.
363
Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana, [Cf
[link] Mt 16,25-26; [link] Gv
15,13 ] oppure tutta la persona umana [Cf [link] At 2,41
]. Ma designa anche tutto ciò che nell'uomo vi è di più intimo [Cf
[link] Mt 26,38; [link] Gv 12,27 ] e di
maggior valore, [Cf [link] Mt 10,28; [link] 2Mac
6,30 ] ciò per cui più particolarmente egli è immagine di Dio:
“anima” significa il principio spirituale nell'uomo.
364
Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di “immagine di Dio”: è corpo umano
proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta
intera ad essere destinata a diventare, nel Corpo di Cristo, il tempio dello
Spirito [Cf [link] 1Cor 6,19-20;
[link] 1Cor 15,44-45 ].
Unità
di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione
corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi attraverso di lui
toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore.
Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto
a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da
Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno [Conc. Ecum. Vat. II,
Gaudium et spes, 14].
365
L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima
come la “forma” del corpo; [Cf Concilio di Vienne (1312): Denz. -Schönm., 902]
ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo composto di materia è un
corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature
congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.
366
La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio [Cf
Pio XII, Lett. enc. Humani generis: Denz. -Schönm., 3896; Paolo VI, Credo del
popolo di Dio, 8] - non è “prodotta” dai genitori - ed è immortale: [Cf
Concilio Lateranense V (1513): Denz. -Schönm., 1440] essa non perisce al
momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al
corpo al momento della risurrezione finale.
367
Talvolta si dà il caso che l'anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo
prega perché il nostro essere tutto intero, “spirito, anima e corpo, si
conservi irreprensibile per la venuta del Signore” ( [link] 1Ts
5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una
dualità nell'anima [Concilio di Costantinopoli IV (870): Denz. -Schönm., 657].
“Spirito” significa che sin dalla sua creazione l'uomo è ordinato al suo fine
soprannaturale, [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3005; cf Conc. Ecum. Vat.
II, Gaudium et spes, 22] e che la sua anima è capace di essere gratuitamente
elevata alla comunione con Dio [Cf Pio XII, Lett. enc. Humani generis: Denz. -Schönm.,
3891].
368 La tradizione spirituale
della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di “profondità
dell'essere”,[Cf [link] Ger 31,33 ] dove la persona si
decide o no per Dio [Cf [link] Dt 6,5; [link] Dt
29,3; [link] Is 29,13; [link] Ez
36,22; [link] Mt 6,21; [link] Lc
8,15; [link] Rm 5,5 ].
III. “Maschio
e femmina li creò”
Uguaglianza
e diversità volute da Dio
369
L'uomo e la donna sono creati, cioè sono voluti da Dio: in una perfetta
uguaglianza per un verso, in quanto persone umane, e, per l'altro verso, nel
loro rispettivo essere di maschio e di femmina. “Essere uomo”, “essere donna” è
una realtà buona e voluta da Dio: l'uomo e la donna hanno una insopprimibile
dignità, che viene loro direttamente da Dio, loro Creatore [Cf
[link] Gen 2,7; [link] Gen
2,22 ]. L'uomo e la donna sono, con una identica dignità, “a immagine
di Dio”. Nel loro “essere-uomo” ed “essere-donna”, riflettono la sapienza e la
bontà del Creatore.
370
Dio non è a immagine dell'uomo. Egli non è né uomo né donna. Dio è puro spirito,
e in lui, perciò, non c'è spazio per le differenze di sesso. Ma le “perfezioni”
dell'uomo e della donna riflettono qualche cosa dell'infinita perfezione di
Dio: quelle di una madre [Cf [link] Is 49,14-15;
[link] Is 66,13; [link] Sal
131,2-3 ] e quelle di un padre e di uno sposo [Cf
[link] Os 11,1-4; [link] Ger
3,4-19 ].
“L'uno
per l'altro” - “una unità a due”
371
Creati insieme, l'uomo e la donna sono voluti da Dio l'uno per l'altro. La
Parola di Dio ce lo lascia capire attraverso diversi passi del testo sacro.
“Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”
( [link] Gen 2,18). Nessuno degli animali può essere
questo “vis-à-vis” dell'uomo [Cf [link] Gen 2,19-20
]. La donna che Dio “plasma” con la costola tolta all'uomo e che conduce
all'uomo, strappa all'uomo un grido d'ammirazione, un'esclamazione d'amore e di
comunione: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa”
( [link] Gen 2,23). L'uomo scopre la donna come un
altro “io”, della stessa umanità.
372
L'uomo e la donna sono fatti “l'uno per l'altro”: non già che Dio li abbia
creati “a metà” ed “incompleti”; li ha creati per una comunione di persone,
nella quale ognuno può essere “aiuto” per l'altro, perché sono ad un tempo
uguali in quanto persone (“osso dalle mie ossa. . . ”) e complementari in
quanto maschio e femmina. Nel matrimonio, Dio li unisce in modo che, formando
“una sola carne” ( [link] Gen 2,24), possano
trasmettere la vita umana: “Siate fecondi e moltiplicatevi,riempite la terra”( [link] Gen
1,28) Trasmettendo ai loro figli la vita umana, l'uomo e la donna,
come sposi e genitori, cooperano in un modo unico all'opera del Creatore [Cf
Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 50].
373
Nel disegno di Dio, l'uomo e la donna sono chiamati a “dominare” la terra [Cf
[link] Gen 1,28 ] come “amministratori” di Dio.
Questa sovranità non deve essere un dominio arbitrario e distruttivo. A
immagine del Creatore, “che ama tutte le cose esistenti” ( [link] Sap
11,24), l'uomo e la donna sono chiamati a partecipare alla
Provvidenza divina verso le altre creature. Da qui la loro responsabilità nei
confronti del mondo che Dio ha loro affidato.
IV.
L'uomo nel Paradiso
374
Il primo uomo non solo è stato creato buono, ma è stato anche costituito in una
tale amicizia con il suo Creatore e in una tale armonia con se stesso e con la
creazione, che saranno superate soltanto dalla gloria della nuova creazione in
Cristo.
375
La Chiesa, interpretando autenticamente il simbolismo del linguaggio biblico
alla luce del Nuovo Testamento e della Tradizione, insegna che i nostri
progenitori Adamo ed Eva sono stati costituiti in uno stato “di santità e di
giustizia originali” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1511]. La grazia
della santità originale era una “partecipazione alla vita divina” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 2].
376
Tutte le dimensioni della vita dell'uomo erano potenziate dall'irradiamento di
questa grazia. Finché fosse rimasto nell'intimità divina, l'uomo non avrebbe
dovuto né morire, [Cf [link] Gen 2,17;
[link] Gen 3,19 ] né soffrire [Cf [link] Gen
3,16 ]. L'armonia interiore della persona umana, l'armonia tra l'uomo
e la donna, [Cf [link] Gen 2,25 ] infine l'armonia
tra la prima coppia e tutta la creazione costituiva la condizione detta “giustizia
originale”.
377
Il “dominio” del mondo che Dio, fin dagli inizi, aveva concesso all'uomo, si
realizzava innanzi tutto nell'uomo stesso come padronanza di sé. L'uomo era integro
e ordinato in tutto il suo essere, perché libero dalla triplice concupiscenza
[Cf [link] 1Gv 2,16 ] che lo rende schiavo dei piaceri dei
sensi, della cupidigia dei beni terreni e dell'affermazione di sé contro gli
imperativi della ragione.
378
Il segno della familiarità dell'uomo con Dio è il fatto che Dio lo colloca nel
giardino, [Cf [link] Gen 2,8 ] dove egli vive “ per
coltivarlo e custodirlo ” ( [link] Gen 2,15): il
lavoro non è una fatica penosa, [Cf [link] Gen
3,17-19 ] ma la collaborazione dell'uomo e della donna con Dio nel
portare a perfezione la creazione visibile.
379
Per il peccato dei nostri progenitori andrà perduta tutta l'armonia della
giustizia originale che Dio, nel suo disegno, aveva previsto per l'uomo.
IN SINTESI
380 “Padre santo, . .
. a tua immagine hai formato l'uomo, alle sue mani operose hai affidato
l'universo, perché, nell'obbedienza a te, suo Creatore, esercitasse il dominio
sul creato” [Messale Romano, Preghiera eucaristica IV].
381 L'uomo è
predestinato a riprodurre l'immagine del Figlio di Dio fatto uomo - “immagine
del Dio invisibile” ( [link] Col 1,15) - affinché Cristo sia
il primogenito di una moltitudine di fratelli e sorelle [Cf
[link] Ef 1,3-6; [link] Rm 8,29 ].
382 L'uomo è “unità di
anima e di corpo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 14]. La dottrina della
fede afferma che l'anima spirituale e immortale è creata direttamente da Dio.
383 “Dio non creò
l'uomo lasciandolo solo: fin da principio "maschio e femmina li creò"
( [link] Gen 1,27), e la loro unione costituisce la
prima forma di comunione di persone” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
14].
384 La Rivelazione ci fa conoscere lo
stato di santità e di giustizia originali dell'uomo e della donna prima del
peccato: dalla loro amicizia con Dio derivava la felicità della loro esistenza
nel Paradiso.
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