II. Trasmettere la fede - la catechesi
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Molto presto si diede il nome di catechesi all'insieme degli sforzi intrapresi
nella Chiesa per fare discepoli, per aiutare gli uomini a credere che Gesù è il
Figlio di Dio, affinché, mediante la fede, essi abbiano la vita nel suo Nome,
per educarli ed istruirli in questa vita e così costruire il Corpo di Cristo
[Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 1; 2].
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“La catechesi è un'educazione della fede dei fanciulli, dei giovani e degli
adulti, la quale comprende in special modo un insegnamento della dottrina
cristiana, generalmente dato in modo organico e sistematico, al fine di
iniziarli alla pienezza della vita cristiana” [Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap.
Catechesi tradendae, 1; 2].
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Senza confondersi formalmente con essi, la catechesi si articola in un certo
numero di elementi della missione pastorale della Chiesa, che hanno un aspetto
catechetico, che preparano la catechesi o che ne derivano: primo annuncio del
Vangelo, o predicazione missionaria allo scopo di suscitare la fede; ricerca
delle ragioni per credere; esperienza di vita cristiana; celebrazione dei
sacramenti; integrazione nella comunità ecclesiale; testimonianza apostolica e
missionaria [Cf ibid].
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“La catechesi è intimamente legata a tutta la vita della Chiesa. Non soltanto
l'estensione geografica e l'aumento numerico, ma anche, e più ancora, la
crescita interiore della Chiesa, la sua corrispondenza al disegno divino,
dipendono essenzialmente da essa” [Cf ibid].
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I periodi di rinnovamento della Chiesa sono anche tempi forti della catechesi.
Infatti vediamo che nella grande epoca dei Padri della Chiesa santi vescovi
dedicano alla catechesi una parte importante del loro ministero. È l'epoca di
san Cirillo di Gerusalemme e di san Giovanni Crisostomo, di sant'Ambrogio e di
sant'Agostino, e di parecchi altri Padri, le cui opere catechetiche rimangono
esemplari.
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Il ministero della catechesi attinge energie sempre nuove dai Concili. A tal
riguardo, il Concilio di Trento rappresenta un esempio da sottolineare: nelle
sue costituzioni e nei suoi decreti ha dato priorità alla catechesi; è
all'origine del Catechismo Romano che porta anche il suo nome e che costituisce
un'opera di prim'ordine come compendio della dottrina cristiana; ha suscitato
nella Chiesa un'eccellente organizzazione della catechesi; grazie a santi
vescovi e teologi, quali san Pietro Canisio, san Carlo Borromeo, san Turibio di
Mogrovejo, san Roberto Bellarmino, ha portato alla pubblicazione di numerosi
catechismi.
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Non c'è, quindi, da meravigliarsi del fatto che nel dinamismo generato dal
Concilio Vaticano II (che il Papa Paolo VI considerava come il grande
catechismo dei tempi moderni), la catechesi della Chiesa abbia di nuovo
attirato l'attenzione. Lo testimoniano il Direttorio catechistico generale del
1971, le sessioni del Sinodo dei Vescovi dedicate all'evangelizzazione (1974) e
alla catechesi (1977), le corrispondenti esortazioni apostoliche, Evangelii
nuntiandi (1975) e Catechesi tradendae (1979). La sessione straordinaria del
Sinodo dei Vescovi del 1985 chiese “che fosse redatto un catechismo o compendio
di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale”
[Sinodo dei Vescovi 1985, Relazione finale II B a 4]. Il Santo Padre, Giovanni
Paolo II, ha fatto suo questo desiderio espresso dal Sinodo dei Vescovi,
riconoscendo che esso “risponde appieno ad una vera esigenza della Chiesa
universale e delle Chiese particolari”, [Giovanni Paolo II, Discorso al Sinodo
dei Vescovi del 7 dicembre 1985] e si è alacremente adoperato perché il
desiderio dei Padri del Sinodo si realizzasse.
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