IV. I sacramenti
della salvezza
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Degnamente celebrati nella fede, i sacramenti conferiscono la grazia che
significano [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1605 e 1606]. Sono efficaci
perché in essi agisce Cristo stesso: è lui che battezza, è lui che opera nei
suoi sacramenti per comunicare la grazia che il sacramento significa. Il Padre
esaudisce sempre la preghiera della Chiesa del suo Figlio, la quale,
nell'Epiclesi di ciascun sacramento, esprime la propria fede nella potenza
dello Spirito. Come il fuoco trasforma in sé tutto ciò che tocca, così lo
Spirito Santo trasforma in vita divina ciò che è sottomesso alla sua potenza.
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E' questo il significato dell'affermazione della Chiesa: [Cf ibid., 1608] i
sacramenti agiscono ex opere operato (lett. “per il fatto stesso che l'azione
viene compiuta”), cioè in virtù dell'opera salvifica di Cristo, compiuta una
volta per tutte. Ne consegue che “il sacramento non è realizzato dalla
giustizia dell'uomo che lo conferisce o lo riceve, ma dalla potenza di Dio”
[San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 68, 8]. Quando un sacramento
viene celebrato in conformità all'intenzione della Chiesa, la potenza di Cristo
e del suo Spirito agisce in esso e per mezzo di esso, indipendentemente dalla
santità personale del ministro. Tuttavia i frutti dei sacramenti dipendono
anche dalle disposizioni di colui che li riceve.
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La Chiesa afferma che per i credenti i sacramenti della Nuova Alleanza sono
necessari alla salvezza [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1604]. La
“grazia sacramentale” è la grazia dello Spirito Santo donata da Cristo e
propria di ciascun sacramento. Lo Spirito guarisce e trasforma coloro che li
ricevono conformandoli al Figlio di Dio. Il frutto della vita sacramentale è
che lo Spirito di adozione deifica [Cf [link] 2Pt 1,4 ] i
fedeli unendoli vitalmente al Figlio unico, il Salvatore.
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