X. Le
indulgenze
1471
La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate
agli effetti del sacramento della Penitenza.
Che
cos'è l'indulgenza?
“L'indulgenza
è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi
quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a
determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come
ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro
delle soddisfazioni di Cristo e dei santi.
L'indulgenza
è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena
temporale dovuta per i peccati” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina,
Normae 1-3, AAS 59 (1967), 5-24]. Le indulgenze possono essere applicate ai
vivi o ai defunti.
Le
pene del peccato
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Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener
presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva
della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita
eterna, la cui privazione è chiamata la “pena eterna” del peccato. D'altra
parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature,
che ha bisogno di purifica zione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato
chiamato Purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta “pena
temporale” del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una
specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla
natura stessa del peccato. Una conversione, che procede da una fervente carità,
può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più
alcuna pena [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1712-1713; 1820].
1473
Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la
remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene
temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente
le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando
serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del
peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come
pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi
completamente dell'“uomo vecchio” e a rivestire “l'uomo nuovo” [Cf
[link] Ef 4,24 ].
Nella
comunione dei santi
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Il cristiano che si sforza di purificarsi del suo peccato e di santificarsi con
l'aiuto della grazia di Dio, non si trova solo. “La vita dei singoli figli di
Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso
alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del
Corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare una sola mistica persona” [Paolo
VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5].
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Nella comunione dei santi “tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria
celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono
pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un
abbondante scambio di tutti i beni” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina,
5]. In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al
di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal
modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di
essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del
peccato.
1476
Questi beni spirituali della comunione dei santi sono anche chiamati il tesoro
della Chiesa, che non “si deve considerare come la somma di beni materiali,
accumulati nel corso dei secoli, ma come l'infinito ed inesauribile valore che
le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre ed offerti perché
tutta l'umanità fosse liberata dal peccato e pervenisse alla comunione con il
Padre; è lo stesso Cristo redentore, in cui sono e vivono le soddisfazioni ed i
meriti della sua redenzione” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5].
1477
“Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso,
incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone
opere del la beata Vergine Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme
di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro vita e condotto a
compimento la missione affidata loro dal Padre; in tal modo, realizzando la
loro salvezza, hanno anche cooperato alla salvezza dei propri fratelli
nell'unità del Corpo mistico” [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5].
Ottenere
l'indulgenza di Dio mediante la Chiesa
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L'indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e
di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e
gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal
Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi
peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto venire in aiuto a questo cristiano,
ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità [Cf
Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 8; Concilio di Trento: Denz.
-Schönm. , 1835].
1479
Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch'essi membri della
medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l'altro, ottenendo per
loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali
dovute per i loro peccati.
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