II. Le tappe della Rivelazione
Fin
dal principio, Dio si fa conoscere
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“Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli
uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé. Inoltre, volendo
aprire la via della salvezza celeste, fin dal principio manifestò se stesso ai
progenitori” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3]. Li ha invitati ad una intima
comunione con sé rivestendoli di uno splendore di grazia e di giustizia.
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Questa Rivelazione non è stata interrotta dal peccato dei nostri progenitori.
Dio, in realtà, “dopo la loro caduta, con la promessa della Redenzione, li
risollevò nella speranza della salvezza ed ebbe costante cura del genere umano,
per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la
perseveranza nella pratica del bene” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3].
“Quando,
per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai
abbandonato in potere della morte... Molte volte hai offerto agli uomini la tua
alleanza” [Messale Romano, Preghiera eucaristica IV].
L'Alleanza
con Noè
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Dopo che l'unità del genere umano è stata spezzata dal peccato, Dio cerca prima
di tutto di salvare l'umanità passando attraverso ciascuna delle sue parti.
L'Alleanza con Noè dopo il diluvio [Cf [link] Gen 9,9
] esprime il principio dell'Economia divina verso le “nazioni”, ossia gli
uomini riuniti in gruppi, “ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro
famiglie, nelle loro nazioni” (Gen 10,5) [Cf [link] Gen
10,20-31 ].
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Quest'ordine, ad un tempo cosmico, sociale e religioso della pluralità delle
nazioni, [Cf [link] At 17,26-27 ] ha lo scopo di
limitare l'orgoglio di una umanità decaduta, la quale, concorde nella
malvagità, [Cf [link] Sap 10,5 ] vorrebbe fare da se stessa
la propria unità alla maniera di Babele [Cf [link] Gen
11,4-6 ]. Ma, a causa del peccato, [Cf [link] Rm
1,18-25 ] sia il politeismo sia l'idolatria della nazione e del suo
capo, costituiscono una continua minaccia di perversione pagana per questa
Economia provvisoria.
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L'Alleanza con Noè resta in vigore per tutto il tempo delle nazioni, [Cf
[link] Lc 21,24 ] fino alla proclamazione universale del
Vangelo. La Bibbia venera alcune grandi figure delle “nazioni”, come “Abele il
giusto”, il re-sacerdote Melchisedech, [Cf [link] Gen
14,18 ] figura di Cristo, [Cf [link] Eb 7,3 ] i
giusti “Noè, Daniele e Giobbe” ( [link] Ez 14,14). La
Scrittura mostra così a quale altezza di santità possano giungere coloro che
vivono secondo l'Alleanza di Noè nell'attesa che Cristo riunisca “insieme tutti
i figli di Dio che erano dispersi” ( [link] Gv 11,52).
Dio
elegge Abramo
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Per riunire tutta l'umanità dispersa, Dio sceglie Abraham chiamandolo fuori dal
suo paese, dalla sua parentela, dalla casa di suo padre, [Cf [link] Gen
12,1 ] per fare di lui Abraham, vale a dire “il padre di una
moltitudine di popoli” ( [link] Gen 17,5): “In te
saranno benedette tutte le nazioni della terra” (Gn 12,3 LXX) [Cf
[link] Gal 3,8 ].
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Il popolo discendente da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai
patriarchi, il popolo della elezione, [Cf [link] Rm 11,28 ]
chiamato a preparare la ricomposizione, un giorno, nell'unità della Chiesa, di
tutti i figli di Dio; [Cf [link] Gv 11,52;
[link] Gv 10,16 ] questo popolo sarà la radice su cui
verranno innestati i pagani diventati credenti [Cf [link] Rm
11,17-18; [link] Rm 11,24 ].
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I patriarchi e i profeti ed altre figure dell'Antico Testamento sono stati e
saranno sempre venerati come santi in tutte le tradizioni liturgiche della
Chiesa.
Dio
forma Israele come suo popolo
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Dopo i patriarchi, Dio forma Israele quale suo popolo salvandolo dalla
schiavitù dell'Egitto. Conclude con lui l'Alleanza del Sinai e gli dà, per
mezzo di Mosè, la sua legge, perché lo riconosca e lo serva come l'unico Dio
vivo e vero, Padre provvido e giusto giudice, e stia in attesa del Salvatore
promesso [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3].
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Israele è il Popolo sacerdotale di Dio, [Cf [link] Es 19,6 ]
colui che “porta il Nome del Signore” ( [link] Dt 28,10). È
il Popolo di coloro “a cui Dio ha parlato quale primogenito”, [Messale Romano,
Venerdì Santo: Preghiera universale VI] il Popolo dei “fratelli maggiori” nella
fede di Abramo.
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Attraverso i profeti, Dio forma il suo Popolo nella speranza della salvezza,
nell'attesa di una Alleanza nuova ed eterna destinata a tutti gli uomini [Cf
[link] Is 2,2-4 ] e che sarà inscritta nei cuori [Cf
[link] Ger 31,31-34; [link] Eb
10,16 ]. I profeti annunziano una radicale redenzione del Popolo di
Dio, la purificazione da tutte le sue infedeltà, [Cf [link] Ez
36 ] una salvezza che includerà tutte le nazioni [Cf [link] Is
49,5-6; [link] Is 53,11 ]. Saranno soprattutto i
poveri e gli umili del Signore [Cf [link] Sof 2,3 ] che
porteranno questa speranza. Le donne sante come Sara, Rebecca, Rachele, Miryam,
Debora, Anna, Giuditta ed Ester hanno hanno conservato viva la speranza della
salvezza d'Israele. Maria ne è l'immagine più luminosa [Cf [link] Lc
1,38 ].
III.
Cristo Gesù - “Mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione”
[Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 2]
Dio
ha detto tutto nel suo Verbo
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“Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai
padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi
per mezzo del Figlio” ( [link] Eb 1,1-2). Cristo, il
Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre,
il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella. San Giovanni
della Croce, sulle orme di tanti altri, esprime ciò in maniera luminosa,
commentando [link] Eb 1,1-2 :
Dal
momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva
Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola e non ha più nulla
da dire. . . Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l'ha
detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò
chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni,
non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il
suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità [San
Giovanni della Croce, Salita al monte Carmelo, 2, 22, cf Liturgia delle Ore, I,
Ufficio delle letture del lunedì della seconda settimana di Avvento].
Non
ci sarà altra Rivelazione
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“L'Economia cristiana, in quanto è Alleanza Nuova e definitiva, non passerà mai
e non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima della
manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II,
Dei Verbum, 4]. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però
completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente
tutta la portata nel corso dei secoli.
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Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle
quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. Esse non appartengono
tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di “migliorare” o
di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla
più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della
Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste
rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla
Chiesa.
La
fede cristiana non può accettare “rivelazioni” che pretendono di superare o
correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune
Religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali
“rivelazioni”.
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