[Nel
giorno chiamato “del Sole” ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o
delle campagne.
Si
leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo
consente.
Poi,
quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed
esorta ad imitare questi buoni esempi.
Poi
tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere] sia per noi stessi.
. . sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità,
meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e
di conseguire la salvezza eterna.
Finite
le preghiere, ci salutiamo l'un l'altro con un bacio.
Poi
al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d'acqua e di vino
temperato.
Egli
li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell'universo nel nome del Figlio e
dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: eucharistian) per
essere stati fatti degni da lui di questi doni.
Quando
egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo
presente acclama: “Amen”.
Dopo
che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha
acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei
presenti il pane, il vino e l'acqua “eucaristizzati” e ne portano agli assenti
[San Giustino, Apologiae, 1, 65 (il testo tra parentesi è tratto dal c. 67)].
-
la convocazione, la Liturgia della Parola, con le letture, l'omelia e la
preghiera universale;
-
la Liturgia eucaristica, con la presentazione del pane e del vino, l'azione di
grazie consacratoria e la comunione.
Liturgia
della Parola e Liturgia eucaristica costituiscono insieme “un solo atto di
culto”; [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 56] la mensa preparata
per noi nell'Eucaristia è infatti ad un tempo quella della Parola di Dio e
quella del Corpo del Signore [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 21].
I
facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che
vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi
soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche
altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi:
insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno [San Giustino, Apologiae,
1, 67, 6].
nel
prefazio la Chiesa rende grazie al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito
Santo, per tutte le sue opere, per la creazione, la redenzione e la
santificazione. In questo modo l'intera comunità si unisce alla lode incessante
che la Chiesa celeste, gli angeli e tutti i santi cantano al Dio tre volte
Santo;
nelle
intercessioni, la Chiesa manifesta che l'Eucaristia viene celebrata in
comunione con tutta la Chiesa del cielo e della terra, dei vivi e dei defunti, e
nella comunione con i pastori della Chiesa, il Papa, il vescovo della diocesi,
il suo presbiterio e i suoi diaconi, e tutti i vescovi del mondo con le loro
Chiese.
Poiché
questo pane e questo vino sono stati “eucaristizzati”, come tradizionalmente si
dice, “questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito
parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è
purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e
vive così come Cristo ha insegnato” [San Giustino, Apologiae, 1, 66, 1-2].