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Catechismo della Chiesa Cattolica IntraText CT - Lettura del testo  | 
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 II. Gli atti buoni e gli atti cattivi 
 1755 L'atto moralmente buono suppone, ad un tempo, la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. Un fine cattivo corrompe l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono (come il pregare e il digiunare “per essere visti dagli uomini”: [link] Mt 6,5 ). L'oggetto della scelta può da solo viziare tutta un'azione. Ci sono dei comportamenti concreti - come la fornicazione - che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale. 
 
 
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