III. La dottrina
sociale della Chiesa
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“La Rivelazione cristiana ci guida a un approfondimento delle leggi che
regolano la vita sociale” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 23]. La Chiesa
dal Vangelo riceve la piena rivelazione della verità dell'uomo. Quando compie
la sua missione di annunziare il Vangelo, attesta all'uomo, in nome di Cristo,
la sua dignità e la sua vocazione alla comunione delle persone; gli insegna le
esigenze della giustizia e della pace, conformi alla sapienza divina.
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La Chiesa dà un giudizio morale, in materia economica e sociale, “quando ciò
sia richiesto dai diritti fondamentali della persona o dalla salvezza delle
anime” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 23]. Per ciò che attiene alla
sfera della moralità, essa è investita di una missione distinta da quella delle
autorità politiche: la Chiesa si interessa degli aspetti temporali del bene
comune in quanto sono ordinati al Bene supremo, nostro ultimo fine. Cerca di
inculcare le giuste disposizioni nel rapporto con i beni terreni e nelle relazioni
socio-economiche.
2421
La dottrina sociale della Chiesa si è sviluppata nel secolo diciannovesimo,
all'epoca dell'impatto del Vangelo con la moderna società industriale, le sue
nuove strutture per la produzione dei beni di consumo, la sua nuova concezione
della società, dello Stato e dell'autorità, le sue nuove forme di lavoro e di
proprietà. Lo sviluppo della dottrina della Chiesa, in materia economica e
sociale, attesta il valore permanente dell'insegnamento della Chiesa e, ad un tempo,
il vero senso della sua Tradizione sempre viva e vitale [Cf Giovanni Paolo II,
Lett. enc. Centesimus annus, 3].
2422
L'insegnamento sociale della Chiesa costituisce un corpo dottrinale, che si
articola man mano che la Chiesa, alla luce di tutta la parola rivelata da
Cristo Gesù, con l'assistenza dello Spirito Santo, interpreta gli avvenimenti
nel corso della storia [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei
socialis, 1; 41]. Tale insegnamento diventa tanto più accettabile per gli
uomini di buona volontà quanto più profondamente ispira la condotta dei fedeli.
2423
La dottrina sociale della Chiesa propone principi di riflessione; formula
criteri di giudizio, offre orientamenti per l'azione:
Ogni
sistema secondo cui i rapporti sociali sarebbero completamente determinati dai
fattori economici, è contrario alla natura della persona umana e dei suoi atti
[Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 24].
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Una teoria che fa del profitto la regola esclusiva e il fine ultimo
dell'attività economica è moralmente inaccettabile. Il desiderio smodato del
denaro non manca di produrre i suoi effetti perversi. E' una delle cause dei
numerosi conflitti che turbano l'ordine sociale [Cf Conc. Ecum. Vat. II,
Gaudium et spes, 63; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 7; Id. , Lett.
enc. Centesimus annus, 35].
Un
sistema che sacrifica “i diritti fondamentali delle singole persone e dei
gruppi all'organizzazione collettiva della produzione” è contrario alla dignità
dell'uomo [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 65]. Ogni pratica che riduce
le persone a non essere altro che puri strumenti in funzione del profitto,
asservisce l'uomo, conduce all'idolatria del denaro e contribuisce alla
diffusione dell'ateismo. “Non potete servire a Dio e a Mammona” (
[link] Mt 6,24; [link] Lc 16,13 ).
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La Chiesa ha rifiutato le ideologie totalitarie e atee associate, nei tempi
moderni, al “comunismo” o al “socialismo”. Peraltro essa ha pure rifiutato,
nella pratica del “capitalismo”, l'individualismo e il primato assoluto della
legge del mercato sul lavoro umano [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus
annus, 10; 13; 44]. La regolazione dell'economia mediante la sola
pianificazione centralizzata perverte i legami sociali alla base; la sua
regolazione mediante la sola legge del mercato non può attuare la giustizia
sociale, perché “esistono numerosi bisogni umani che non hanno accesso al
mercato” [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 10; 13; 44]. E'
necessario favorire una ragionevole regolazione del mercato e delle iniziative
economiche, secondo una giusta gerarchia dei valori e in vista del bene comune.
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