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Le divine liturgie dei Padri Nostri tra i santi
Giovanni il Crisostomo e Basilio il Grande
Officio della Presentazione dei doni

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  • MEMORIALE
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MEMORIALE

Nella divina Liturgia di San Giovanni:

S. Insieme con queste beate Potenze anche noi, Sovrano amante degli uomini, esclamiamo e diciamo: santo sei e tuttosanto, Tu e il Figlio tuo unigenito e il tuo Spirito santo; santo sei, e tuttosanto, e magnifica è la tua gloria: Tu, che tanto amasti il mondo da dare il Figlio tuo unigenito affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna; e Lui, che, venuto e compita tutta l'economia in nostro favore, nella notte in cui era consegnato, o piuttosto si consegnava da sé per la vita del mondo, prese il pane nelle sue mani sante, intemerate e immacolate, ne rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò, lo diede ai suoi santi Discepoli e Apostoli dicendo:

S. Prendete, mangiate: questo è il mio Corpo, per voi spezzato in remissione dei peccati. (Lc. 12:19)

C. Amen.

S. Parimenti anche il calice dopo aver cenato dicendo:

S. Bevetene tutti: questo è il mio Sangue, quello del nuovo Patto, per voi e per molti sparso in remissione dei peccati. (Mat. 26:27-28)

C. Amen.

S. Memori dunque di questo precetto di salvezza e di tutto quanto fu attuato per noi: della Croce, della Tomba, della Risurrezione al terzo giorno, dell'Ascensione ai cieli, del Soglio alla tua destra, della seconda gloriosa Parusia del ritorno.

Nella divina Liturgia di San Basilio:

S. Insieme con tali beate Potenze, Sovrano amante degli uomini, anche noi peccatori esclamiamo e diciamo: sei santo veramente, e tuttosanto, e non v'è misura alla magnificenza della tua santità; e sei leale in tutte le tue opere, poiché con giustizia e giudizio veridico ci hai provvisto di tutto: hai plasmato infatti l'uomo traendolo, argilla, dalla terra, l'hai onorato della tua icone, o Dio, e l'hai messo nel Paradiso della delizia; gli hai promesso l'immortalità della vita e il godimento dei beni eterni nell'osservanza dei tuoi precetti; ma per aver disubbidito a te, vero Dio e suo creatore, aver soggiaciuto all'inganno del serpente ed essere incorso nella morte a causa dei suoi stessi traviamenti, Tu, Dio, l'hai esiliato con la tua giusta sentenza dal Paradiso a questo mondo, respingendolo nella terra donde era tratto, ma disponendo per lui un'Economia di salvezza dalla rigenerazione nel tuo stesso Cristo. Non hai respinto dunque fino in fondo la tua creatura che avevi fatta, o Buono, né hai scordato l'opera delle tue mani, anzi l'hai visitata in tanti modi con il palpito della tua misericordia: hai mandato profeti; hai fatto atti potenti attraverso i tuoi Santi che in ogni generazione ti sono graditi; ci hai parlato per bocca di quei profeti, tuoi servi, preannunciandoci prossima la salvezza; hai dato in aiuto la Legge; hai posto a custodi gli Angeli; quando poi è venuta la plenitudine dei tempi ci hai parlato nello stesso Figlio tuo, per mezzo del quale hai fatto anche i secoli. Egli, che è il riverbero della tua gloria e l'impronta della tua ipostasi, e regge ogni realtà con la parola della sua potenza, non ha ritenuto rapina l'essere uguale a te Dio Padre: anzi, pur essendo Dio preeterno, si è reso visibile sulla terra e ha conversato con gli uomini: e incarnandosi dalla Vergine santa ha esinanìto se stesso, assumendo forma di servo, divenendo conforme nel corpo al nostro umile stato per farci conformi all'icone della sua gloria. Dacché infatti per mezzo di un uomo il peccato era entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, il Figlio tuo unigenito, che è l'Esistente nel seno di te Dio Padre, nascendo da una donna, la santa Deìpara e semprevergine Maria, nascendo sotto la Legge, ha palesato il Beneplacito di condannare il peccato nella propria carne, perché quanti si trovano morti in Adamo si trovino vivificati in lui stesso, il tuo Cristo; ed Egli, venendo a stare in questo mondo, dandoci comandamenti di salvezza e distogliendoci dall'errore degli idoli ci ha ricondotti a conoscere te, vero Dio e Padre, acquisendoci per sé come popolo eletto, sacerdozio regale, nazione santa; e, purificàtici nell'acqua e santificàtici con lo Spirito santo, ha dato sé stesso come scambio alla morte in cui eravamo irretiti, venduti in balìa del peccato; e sceso per mezzo della Croce nell'Inferno per colmare di sé tutte le realtà, ha dissipato le doglie della morte; e risorto il terzo giorno, e aperta la via per ogni carne alla risurrezione dai morti, poiché non era possibile che il dispensatore della vita fosse in potere della corruzione, Egli è divenuto primizia dei dormienti, primogenito dai morti, per avere lui stesso il primato su tutto in tutto; e, salito ai cieli, si è assiso alla destra della tua maestà nelle altezze, Lui, che ancora verrà a rendere a ciascuno secondo le proprie opere; ci ha lasciato però questi atti per memoriale della sua passione salvifica, questi che abbiamo presentato al tuo cospetto, secondo i suoi precetti: mentre infatti stava per uscire incontro alla sua morte volontaria, encomiata e vivifica nella notte in cui consegnava sé stesso per la vita del mondo, Egli prese il pane nelle sue mani sante e intemerate, lo elevò a te Dio Padre, ne rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò.

S. esclama:

S. Lo diede ai suoi santi Discepoli e Apostoli dicendo: Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo, per voi spezzato in remissione dei peccati.

C. Amen.

S. Parimenti prese anche il calice del frutto della vite, lo temperò, ne rese grazie, lo benedisse, lo santificò,

S. esclama:

S. Lo diede ai suoi santi Discepoli e Apostoli dicendo: Bevetene tutti, questo è il mio Sangue, quello del nuovo Patto, per voi e per molti sparso in remissione dei peccati.

C. Amen.

S. Fate ciò in mia memoria: ogni volta infatti che mangerete questo Pane e berrete questo Calice voi annuncerete la mia morte e confesserete la mia risurrezione. Memori dunque, o Sovrano, dei suoi Patimenti salvifici, della Croce vivifica, della sepoltura di tre giorni, della risurrezione dai morti, della salita ai Cieli, del Soglio alla destra di te Dio Padre e della sua seconda Parusia, gloriosa e tremenda:

S. esclama:

S. Il tuo, dal tuo, a te noi l'offriamo, in tutto e per tutto.

D. (o S. se D. non c'è) prende a polsi incrociati il santo Disco e il Santo Calice e lo solleva segnando una croce e poi fa un inchino.

C. Te inneggiamo, te benediciamo, a le rendiamo grazie, Signore, e te preghiamo, Dio nostro.




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