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Commissione Episcopale per la Liturgia - CEI
Adeguamento delle chiese secondo la riforma liturg.

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  • III. - L'elaborazione del progetto di adeguamento
    • D. Il progetto di adeguamento
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D. Il progetto di adeguamento


54. Le domande da cui partire

Per iniziare il cammino della progettazione in modo corretto è opportuno che il committente e il progettista si pongano alcuni quesiti semplici ma fondamentali, sia per quanto riguarda la situazione di partenza della chiesa da adeguare, sia per quanto riguarda la configurazione delle innovazioni da introdurre.
Le domande basilari da cui partire sono le seguenti: in base alle esigenze della riforma liturgica, che cosa, perché e come conservare? In base alle medesime esigenze, che cosa, perché e come innovare?
Proprio in rapporto a tali quesiti possono risultare di grande utilità i confronti tra il singolo caso da affrontare e i casi tipici individuati e proposti.
Al progettista, inoltre, possono essere assai utili le considerazioni che emergessero durante il processo di rilevamento o di progettazione, e quelle ricavate da altri punti di vista, come ad esempio quello del proprietario, del committente, del costruttore, dei futuri utenti, degli organi di tutela, ecc..
Resta comunque fondamentale l'esigenza di elaborare progetti meditati, secondo un itinerario precisato in partenza, che riservino sempre la giusta attenzione tanto alle diverse componenti del caso (ad esempio la particolare rilevanza storica e artistica dell'edificio, il valore di singole suppellettili, le soluzioni relative agli impianti, ecc.), quanto all'armonica collocazione dell'intervento prospettato nel suo contesto architettonico, ambientale, socio-economico e culturale.


55. I problemi da risolvere

Nell'avviare il processo di progettazione è bene tenere presenti alcuni problemi che paiono di particolare rilevanza.
a) La promozione dell'unità dell'assemblea che celebra e la salvaguardia dell'unicità e centralità dell'altare sono preoccupazioni prioritarie che devono guidare l'impostazione dell'intervento nella sua globalità.
b) I luoghi celebrativi per la celebrazione dell'Eucaristia, del Battesimo, della Penitenza vanno considerati nelle loro singolarità e nelle loro relazioni reciproche; in particolare, per quanto riguarda il presbiterio, va assicurata la sua unitarietà di progetto, la precisa interconnessione dei suoi elementi (altare, ambone, sede presidenziale) e, al tempo stesso, la individualità di ciascuno di essi.
c) Nella relazione fra i luoghi celebrativi e l'aula, va sottolineata la collocazione del presbiterio, il cui rilievo, in mancanza di un'abside adeguata, si può evidenziare mediante l'introduzione di un fondale o di un adeguato apparato iconografico.
d) Le sedi del presidente, dei ministri e dei fedeli vanno studiate in relazione sia alle funzioni che devono essere svolte dai vari celebranti, sia in relazione alla più adatta collocazione spaziale, sia alle condizioni di buona conservazione dei manufatti.
e) Il ruolo degli altari laterali dovrà essere risolutamente attenuato in modo tale che non appaiano alternativi o in concorrenza con l'unico altare della celebrazione. Potranno invece essere utilizzati come luoghi devozionali, valorizzando le immagini di cui sono dotati.
f) I percorsi all'interno e all'esterno dell'aula vanno rigorosamente assicurati in relazione agli spostamenti connessi alla liturgia (ad esempio le processioni) e alle devozioni (ad esempio la Via Crucis). Se è il caso, sarà opportuno studiare anche eventuali percorsi particolari per visitatori e turisti.
g) L'illuminazione naturale e artificiale va verificata ed eventualmente modificata con pannelli frangisole, schermature, apparecchi illuminanti e altri dispositivi, al fine di far risaltare l'importanza dei luoghi celebrativi, secondo i rispettivi significati proporzionali, riducendo al minimo le eventuali "distrazioni" visive. In relazione alle esigenze dei visitatori, si provveda a dotare di una adeguata illuminazione le opere d'arte presenti nelle chiese, in armonia con il carattere proprio del luogo.
h) I segni liturgici principali devono recuperare la necessaria evidenza e visibilità, per cui si ritiene opportuno avviare un graduale processo di semplificazione degli altri segni ed elementi.


56. Le fasi del progetto

Il progetto di adeguamento liturgico di una chiesa consiste nell'insieme delle decisioni capaci di governare discipline e competenze diverse, al fine di realizzare un ambiente coerente con lo spirito della riforma liturgica. Il progetto prende forma per fasi successive e coordinate tra loro.
In un primo momento il progettista ricostruisce e documenta accuratamente il progetto originario della chiesa e il suo contenuto liturgico, le modificazioni a cui la chiesa è andata soggetta, riscoprendo le sorgenti del suo radicamento locale, dei suoi legami con una determinata cultura e tradizione ecclesiale.
In un secondo momento, il progettista, in dialogo permanente con esperti di liturgia e con gli organismi diocesani, esamina i fattori di coerenza e di eventuale incoerenza dello spazio architettonico esistente con le esigenze della riforma liturgica.
Cercherà quindi di assicurare una continuità tra l'edificio ereditato con il suo patrimonio di valori e gli elementi innovativi che riterrà opportuno introdurre.
In altre parole, il progettista indagherà se vi siano eventuali inadeguatezze nelle chiese rispetto alle nuove esigenze liturgiche, lasciandosi guidare soprattutto dal dettato conciliare: l'attiva partecipazione dei fedeli al culto.
Il progetto accoglierà anche i suggerimenti della comunità dei fedeli, che saranno coinvolti sia nella fase di preparazione, sia in quella sperimentale del progetto. Tali suggerimenti sono preziosi perché provengono da chi conosce per lunga consuetudine l'ambiente liturgico e può valutarne più attentamente l'adeguamento.
Il progetto di adeguamento non dovrà pregiudicare l'unità complessiva dello spazio liturgico. Gli interventi previsti, anche se distribuiti nel tempo secondo le disponibilità economiche e le urgenze della comunità, devono far parte di un progetto unitario. L'eventuale riuso di apparati rimossi o l'inserimento di nuovi elementi dovrebbero contribuire a potenziare l'organicità dell'edificio.


57. L'itinerario del progetto

Tenuto conto di quanto fin qui esposto, l'itinerario del progetto 69 si compone di diverse fasi successive e coordinate.
a) Fase di indagine
Come momento preliminare, il progettista dovrà proporsi di conoscere la situazione, procedendo al rilievo dell'edificio e raccogliendo tutto ciò che gli consenta di documentarne la storia, lo stato di conservazione, gli aspetti problematici, le esigenze e la fisionomia attuale.
Al termine di questa fase preliminare, il progettista dovrà avere approntato:
- il rilievo grafico quotato, in scala adeguata, dello stato di fatto e dell'eventuale degrado;
- la documentazione fotografica della situazione;
- l'analisi e la descrizione storica, in particolare degli usi celebrativi e devozionali dell'edificio;
- la documentazione che consenta di inserire e riferire l'edificio nel contesto.
La documentazione raccolta in questa fase è di importanza capitale e dovrà accompagnare il progetto nei successivi stadi di sviluppo.
b) Fase del dibattito
In questa fase, il committente, la comunità o il gruppo interessato, insieme al progettista e a eventuali consulenti si pongono i quesiti, riflettono sulle ipotesi, si mettono in ascolto di esperienze significative. Da questo ampio dibattito che prepara il progetto scaturiscono gli indirizzi di natura prevalentemente liturgica che confluiranno nel progetto di massima.
c) Il progetto di massima (cfr Appendice I A)
Il progetto di massima è già un vero e proprio progetto perché contiene le decisioni di natura liturgica tradotte in forma architettonica e di arredo, tra loro coordinate. Non può essere mandato ad esecuzione perché deve ancora ricevere le debite autorizzazioni canoniche e civili, perché sono opportune o necessarie alcune verifiche e perché non sono approntati gli strumenti che consentono agli esecutori di realizzarlo.
d) La fase sperimentale
Se il progetto di massima risulta di generale gradimento e trova tutti gli assensi necessari (in particolare quello scritto della Commissione diocesana per l'arte sacra, della Soprintendenza e di altri eventuali enti competenti), sarà molto opportuno non passare subito alla redazione del progetto esecutivo, ma prevedere una fase di sperimentazione del progetto stesso. Il committente chiederà perciò al progettista di realizzare il progetto in via sperimentale, in forma reversibile, usando materiali "poveri" o ricorrendo alla semplice dislocazione diversa di oggetti esistenti. Al termine di questa fase che contempla un adeguato periodo di uso liturgico, fatte le opportune correzioni e integrazioni, sarà possibile passare alla redazione del progetto esecutivo e alla sua realizzazione.
e) Il progetto esecutivo (cfr Appendice I B)
Esecutivo è il progetto pronto per essere consegnato nelle mani di coloro che lo devono realizzare. Esso presuppone l'acquisizione per iscritto delle autorizzazioni canoniche e civili e contiene tutte le indicazioni utili e necessarie agli artigiani, alle imprese esecutrici, ai tecnici interessati; comprende inoltre le esatte e definitive previsioni di spesa con il corrispondente piano di finanziamento.


58. Il progetto delle strutture

Per quanto riguarda eventuali problemi di carattere statico, è richiesto, oltre a quello architettonico, un progetto specifico, che potrà essere redatto o dallo stesso progettista o da altro qualificato professionista remunerato con tariffe proprie. Il professionista incaricato del progetto delle strutture dovrà lavorare in stretto collegamento con il progettista incaricato dell'adeguamento liturgico.


59. Il progetto degli impianti

a) Il progetto di adeguamento liturgico delle chiese deve comprendere i progetti dell'impianto elettrico e di illuminazione e, se del caso, anche dell'impianto di climatizzazione, di diffusione del suono, antifurto e antincendio 70. Bisogna tener conto del fatto che gli impianti si inseriscono come elementi di novità in un contesto che non li prevedeva, ed è quindi necessario studiare con attenzione il loro inserimento fisico, formale e funzionale nell'edificio in modo da soddisfare alle esigenze delle celebrazioni che avvengono nella chiesa e a quelle delle opere in essa contenute. Ne consegue che tali progetti dovranno essere affidati a specialisti, esperti nel rispettivo campo, e predisposti sotto la supervisione del progettista, senza dimenticare una realistica valutazione dei costi per la messa in opera, la gestione e la manutenzione. Una volta approvati, i progetti degli impianti saranno realizzati da imprese specializzate che opereranno sotto il diretto controllo e la responsabilità del progettista.
Le tavole di progetto degli impianti dovranno essere consegnate al committente che le conserverà nell'archivio della chiesa (cfr. n. 60).
Per la gestione e la manutenzione degli impianti, che sarà particolarmente curata, si farà riferimento a un apposito manuale di istruzioni per l'utente.
b) Per quanto riguarda l'impianto di illuminazione, oltre a quanto già detto nella Nota pastorale 'La progettazione di nuove chiese' 71, si raccomanda di curare al massimo il suo rapporto con la luce naturale la quale deve mantenere le proprie caratteristiche, che variano molto a seconda delle epoche e delle architetture.
L'impianto di illuminazione artificiale sia studiato in modo da tenere conto in primo luogo delle esigenze connesse con la celebrazione liturgica, in secondo luogo delle esigenze di conservazione delle opere e delle necessità dei visitatori e dei turisti, evitando tuttavia la eccessiva luminosità 72.
Considerata la delicatezza del problema, è necessario che il progetto della illuminazione artificiale venga studiato da specialisti del settore insieme a esperti in liturgia, facendo ricorso a opportune simulazioni e a verifiche sperimentali adeguatamente controllate.
Gli antichi lampadari, i bracci e le torcere presenti nelle chiese, anche se non più in uso, vengano conservati con cura, non siano alienati, e, se del caso, vengano restaurati.
Non si dimentichi, al riguardo, che la collocazione di nuove vetrate a colori modifica sensibilmente la luce naturale e la percezione dei valori cromatici nelle chiese: perciò vanno studiate con cura, caso per caso, sia l'opportunità che la modalità di realizzarle.
c) L'impianto di riscaldamento, oltre a quanto già detto nella Nota pastorale 'La progettazione di nuove chiese' 73, sia studiato e messo in opera valutando preventivamente i reali vantaggi e i possibili danni alla struttura della chiesa e alle diverse materie e opere presenti in essa (pietre, legni, membrane, tele, intonaci). Si valutino attentamente, caso per caso, le prestazioni e i limiti dei diversi tipi di impianto in commercio. Si tenga conto, inoltre, delle eventuali interferenze con il patrimonio archeologico, nel caso di impianti che interessino i pavimenti e il sottosuolo delle chiese.
d) L'impianto di diffusione sonora, oltre a quanto già detto nella Nota pastorale 'La progettazione di nuove chiese' 74, deve adattarsi a situazioni assai diverse per dimensioni, materia, forma. Se la realizzazione dell'impianto è necessaria, esso sarà studiato dagli specialisti, non direttamente dalle imprese fornitrici o da semplici operatori tecnici, ponendo grande attenzione, caso per caso, anche per quanto riguarda la forma e la collocazione dei microfoni (altare, ambone, sede, guida del canto dell'assemblea, coro, ecc.), l'aspetto dei diffusori del suono e le canalizzazioni.
e) Gli impianti antifurto e antincendio si rivelano sempre più necessari 75 e vanno inseriti nel progetto di adeguamento. Siano scelti con cura in relazione alle esigenze specifiche, messi in opera da specialisti sotto la supervisione del progettista e periodicamente sottoposti a manutenzione.
f) Per quanto è consentito dalle caratteristiche monumentali di ogni chiesa, siano previsti interventi anche per abbattere le eventuali barriere architettoniche al fine di facilitare gli accessi e i percorsi celebrativi.


60. I documenti del progetto di adeguamento

Il committente abbia cura di richiedere al progettista copia dei documenti e degli elaborati grafici riguardanti il progetto di adeguamento liturgico, in tutte le sue componenti (rilievi, tavole di progetto, fotografie, relazioni, autorizzazioni, contratti, documenti amministrativi) e li collochi nell'archivio della chiesa, evitando in ogni modo di disperderli 76.


61. La normativa canonica e civile

L'adeguamento delle chiese dovrà avvenire, in tutte le fasi, nel rispetto della normativa canonica e civile vigente (cfr Appendice II).
Per quanto riguarda i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, i responsabili delle comunità cristiane si muovano in atteggiamento di collaborazione, facendo riferimento, a tale riguardo, all'art. 8 della legge n. 1089 del l° giugno 1939 e all'art. 12 dell'Accordo di revisione del Concordato Lateranense del 18 febbraio 1984 77.




69 Cfr. PNC, n. 27.



70 Cfr. PNC, nn. 28.34.



71 Cfr. PNC, n. 30.



72 Cfr. BCCI, n. 39.



73 Cfr. PNC, n. 31.



74 Cfr. PNC, n. 32.



75 Cfr. PNC, n. 33.



76 Cfr. PNC, n. 38.



77 Cfr. BCCI, n. 10.






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