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Conferenza Episcopale Italiana
Con il dono della carità dentro la storia

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Incontro a "Colui che viene" - "Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta ripeta: "Vieni!"" (Ap 22,17)

41. Nella redazione di questa nota pastorale ci ha guidato la convinzione che la nuova evangelizzazione e il rinnovamento del Paese sono intimamente collegati. Il Vangelo della carità fonda la speranza ultima dell'uomo e ne ispira i progetti storici. L'attesa di una terra nuova intensifica la sollecitudine per la terra presente, dove fin d'ora cresce quella novità che è germe e figura del mondo che verrà 64. "Passa la figura di questo mondo" (1 Cor 7,31), ma "la carità non avrà mai fine" (1 Cor 13,8). Resterà "la carità con i suoi frutti"65.
Mentre però raccomandiamo un impegno serio e concreto nella storia, ricordiamo anche il limite e la provvisorietà di ogni conquista terrena. Non ci lasciamo imprigionare nel ruolo di maestri di etica, di animatori culturali e di promotori dei servizi sociali. Se è vero che la salvezza si prepara nella storia, è vero soprattutto che si compie oltre la storia. I cristiani "dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo"66. Le attività temporali perdono il loro più alto significato e diventano facilmente disordinate e distruttive, quando assorbono tutti gli interessi e le energie. La storia è esodo: testimoniare e annunciare questa verità è il più grande dono che possiamo fare agli uomini del nostro tempo.
La Vergine Maria, donna della fede, della speranza e della carità, ci ottenga con la sua intercessione di essere docili all'azione interiore dello Spirito. Ci aiuti ad attuare le indicazioni, emerse al Convegno di Palermo e confermate da noi Vescovi: esse dovranno scandire il cammino delle Chiese in Italia verso il Duemila. Se saremo concordi e perseveranti nell'impegno, la nostra celebrazione del Giubileo non sarà solo memoria di un evento passato e lontano nel tempo, ma sarà soprattutto testimonianza a un Vivente che è con noi "tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
L'assemblea di Palermo, con la meditazione quotidiana del libro dell'Apocalisse, si è posta davanti al Signore Crocifisso, Risorto, che viene a far nuove tutte le cose. Ha contemplato l'Agnello "in piedi come ucciso", forte con la potenza dello Spirito, che apre il "rotolo sigillato" del disegno di Dio sulla storia e costituisce i credenti "regno" e "sacerdoti", collaboratori per la salvezza del mondo. Quindi ha ribadito la propria dedizione al Vangelo della carità con un ultimo gesto, la consegna di una lucerna accesa a ciascuno dei presenti. Manteniamo accesa quella lucerna, per andare incontro nel grande Giubileo a "Colui che viene" (cf. Ap 4,8; 5,1-10).
"Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!" (Ap 22,20-21).





64 Cf. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. past. 'Gaudium et spes', 39



65 Ivi.



66 'Lettera a Diogneto' V, 9.




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