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Consiglio Episcopale Permanente - CEI
Iniziazione cristiana

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III - Indicazioni pastorali per il catecumenato degli adulti


A. Nella vita della Chiesa

Il catecumenato: una scelta di evangelizzazione

40. La struttura dell'iniziazione cristiana viene presentata come una realtà che "si adatta all'itinerario spirituale degli adulti, che varia secondo la multiforme grazia di Dio, la loro libera collaborazione, l'azione della Chiesa e le circostanze di tempo e di luogo" (RICA, 4).
La scelta del catecumenato costituisce una singolare opportunità per il rinnovamento delle comunità cristiane. La messa in opera di una pastorale catecumenale permette alla Chiesa locale di aprirsi ad un nuovo impegno missionario. Nello stesso tempo i nuovi credenti sono il segno della freschezza sempre nuova del Vangelo, sia per la Chiesa che per il mondo.
Talvolta inerzia, ingiustificate riserve o scarsa convinzione frenano l'attuazione del catecumenato. Spesso le comunità cristiane rimangono ripiegate su se stesse. Prese dalla loro azione pastorale interna, non riescono ad immaginare che altri possano desiderare di aderire al Vangelo, se fosse loro data l'occasione. Di fatto raramente nelle nostre comunità ecclesiali esiste un serio processo di iniziazione cristiana conforme al RICA e adeguatamente programmato per suscitare, accogliere e accompagnare i nuovi credenti.

41. L'importanza della scelta catecumenale, prima ancora che per il numero degli adulti che raggiunge, ha valore per la sua funzione significativa nella pastorale e per il futuro della Chiesa.
Il catecumenato è una funzione essenziale della Chiesa. Il suo ripristino costituisce oggi un criterio di validità e un'occasione provvidenziale di rinnovamento ecclesiale. In una pastorale di evangelizzazione la scelta catecumenale deve passare da esperienza marginale o eccezionale a prassi ordinaria. Il catecumenato non è qualcosa di aggiuntivo, ma momento fondamentale dell'attività delle nostre comunità ecclesiali, anche se al presente possono essere pochi gli adulti che domandano esplicitamente il Battesimo.
Inoltre il catecumenato degli adulti costituisce il modello di ogni processo di iniziazione cristiana. Anche la prassi tradizionale dell'iniziazione per coloro che hanno ricevuto il Battesimo da bambini va ripensata e rinnovata alla luce del modello catecumenale.
Il ripristino del catecumenato si rivela anche portatore di una forte dimensione ecumenica. La riscoperta delle proprie radici e il dinamismo rinnovatore del cammino catecumenale favoriscono la grande causa dell'unità tra tutti i cristiani.

L'iniziazione cristiana e la missionarietà della Chiesa

42. Nella situazione attuale una seria proposta di iniziazione cristiana, fedele al RICA, richiede l'avvio di una pastorale di prima evangelizzazione. Innanzitutto essa ha il compito di suscitare la ricerca della verità o di accogliere la domanda di chi è in ricerca, per aiutare la persona nel discernimento di che cosa cerca. In questa azione di prima evangelizzazione sono determinanti l'accoglienza, il dialogo, la testimonianza cristiana. Gli incontri dei simpatizzanti con le famiglie, con i gruppi ecclesiali e con la comunità cristiana saranno il luogo del primo e fondamentale annuncio del "Dio vivo e di colui che egli ha inviato per la salvezza di tutti, Gesù Cristo" (RICA, 9).
La pastorale di prima evangelizzazione, che apre il cammino verso il catecumenato, può trovare momenti significativi di incontro anche nelle occasioni offerte da un dialogo con un sacerdote, un religioso o un laico, nelle cattedrali, nei santuari o in altre chiese, che sono meta di molte visite. I centri di ascolto possono qui svolgere il compito di "consultori dello spirito".

43. Questa prima azione missionaria si fa cura materna sempre più premurosa. La comunità cristiana, con la partecipazione di tutti i battezzati, è chiamata a prendersi carico in modo solidale dell'accompagnamento dei nuovi credenti durante il catecumenato. In questa tappa di approfondimento della conversione, di crescita nella fede e di tirocinio di vita cristiana il popolo di Dio è presente e partecipa al cammino spirituale dei catecumeni con la testimonianza e la preghiera, con il sostegno umano e spirituale, con l'intervento alle celebrazioni e ai riti.

44. Il Vescovo, nella sua funzione di maestro, sacerdote e pastore della Chiesa particolare affidata alla sua cura, ha la responsabilità diretta di tutto il cammino di iniziazione cristiana degli adulti.

Spetta al Vescovo (cfr. RICA, 20; 44; 66):

- stabilire la durata del catecumenato e regolare la sua disciplina;
- approvare il programma catechistico e formativo;
-dispensare da uno o due scrutini e permettere che si usi in parte o per intero il rito più semplice dell'iniziazione di un adulto;
- conferire a catechisti degni e preparati la delega a compiere gli esorcismi e a dare le benedizioni;
- presiedere al rito dell'elezione e ratificare personalmente o per mezzo di un delegato l'ammissione degli eletti.

Nel caso in cui il Vescovo non possa presiedere direttamente la celebrazione dell'elezione, è auspicabile un suo incontro a livello parrocchiale o zonale con i candidati al Battesimo, soprattutto durante la Quaresima.

La parrocchia luogo dell'iniziazione cristiana

45. Tutta l'iniziazione e la crescita dei nuovi credenti, vissuta sotto la responsabilità della comunità ecclesiale, esige l'apporto e il sostegno di diversi operatori. Oltre alla responsabilità primaria del Vescovo, hanno un ruolo fondamentale la comunità locale, i garanti e padrini, famiglie cristiane e gruppi ecclesiali, religiosi e religiose, i catechisti e i diaconi, infine la cura vigilante soprattutto del parroco.
"Il popolo di Dio, cioè la Chiesa, che trasmette e alimenta la fede ricevuta dagli apostoli, considera suo compito fondamentale la preparazione al Battesimo e la formazione cristiana dei suoi membri. Mediante il ministero della Chiesa gli adulti sono chiamati dallo Spirito santo al Vangelo e i bambini sono battezzati ed educati nella fede della Chiesa stessa. È quindi molto importante che, già nella preparazione al Battesimo, i catechisti e altri laici collaborino con i sacerdoti e i diaconi" 26.
Di conseguenza "tutta l'attività evangelizzatrice - come si esprime la "Premessa" all'edizione italiana del RICA - trova il suo centro propulsivo e unificante nella Chiesa locale, dove l'economia della salvezza entra più concretamente nel tessuto della vita umana; dove, in comunione e stretta collaborazione con il Vescovo e il suo presbiterio, si fonda, si alimenta e si manifesta la vita del popolo di Dio, perché ivi si celebra con tutta pienezza il mistero di Cristo".
Nella Chiesa particolare il luogo ordinario e privilegiato di evangelizzazione della comunità cristiana è la parrocchia. "Qui più che altrove l'evangelizzazione può diventare insegnamento, educazione ed esperienza di vita. È nella parrocchia in particolare che l'esperienza di tipo catecumenale, soprattutto in vista della celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione, trova la sua attuazione ordinaria".
La presenza di catecumeni nella parrocchia è stimolo per riscoprire e sviluppare una ricca ministerialità, per infondere spirito missionario nella comunità, capace di portare con tutti i mezzi e con tutti i suoi membri la proposta del Vangelo agli uomini dovunque si trovino, di accoglierli e condurli alla esperienza della fede, della fraternità evangelica e della corresponsabilità ecclesiale. I catecumeni fanno riscoprire il ruolo materno della Chiesa.
La stessa presenza, in costante aumento, di immigrati di altre culture e religioni offre ora a tutti i cristiani l'occasione non solo della testimonianza, ma pure dell'annunzio diretto del Vangelo 27. In senso proprio si può dire che la missione "viene a noi" e ci pone in più diretta continuità con i missionari che operano nei luoghi di provenienza di questi immigrati.

46. La comunità parrocchiale, con spirito missionario, si interessa alla prima evangelizzazione e circonda del suo affetto e delle sue cure i nuovi credenti verso il Battesimo, per mezzo di sacerdoti e diaconi, di garanti e padrini, di catechisti e famiglie cristiane e con la partecipazione del popolo di Dio. In particolare sono compito e responsabilità della parrocchia:

- far giungere il Vangelo a tutti coloro che abitano nel suo territorio;
- offrire una testimonianza cristiana credibile ed eloquente;
- conoscere in modo accurato la realtà locale dei non cristiani e dei non credenti: l'estensione del fenomeno e le sue cause;
- accogliere con amabilità e disponibilità quanti chiedono di diventare cristiani, offrendo ad essi la possibilità di discernere le ragioni della loro scelta, di conoscere gli aspetti essenziali del messaggio cristiano, di muovere i primi passi nella fede e nella conversione, nella vita spirituale e nell'esperienza della comunità;
- proporre a coloro che sono accolti tra i catecumeni un serio cammino di crescita spirituale che, conforme alle scelte diocesane per l'iniziazione cristiana, si articolerà in tappe, scandite da un'adeguata catechesi, da propri riti e celebrazioni, da opportuni esercizi ascetico-penitenziali, allo scopo di promuovere un autentico tirocinio di vita cristiana;
- iniziarli con i sacramenti: è nella parrocchia infatti che normalmente si svolgono i riti del catecumenato e si celebrano i sacramenti dell'iniziazione;
- incoraggiare e sostenere il cammino di fede dei nuovi credenti con l'accompagnamento dei garanti e padrini, l'esempio e la preghiera dei fedeli, la partecipazione del popolo di Dio alle celebrazioni del catecumenato, soprattutto ai riti degli scrutini e delle consegne nel tempo della purificazione e dell'illuminazione;
- favorire un progressivo inserimento dei neofiti nella comunità ecclesiale, continuando ad interessarsi con cura materna alla loro crescita spirituale anche dopo il tempo della mistagogia.

L'accompagnamento spirituale

47. Tutti i battezzati della comunità sono chiamati ad accompagnare spiritualmente il cammino di fede dei nuovi credenti e devono "aiutare i candidati e i catecumeni in tutto il corso dell'iniziazione, dal precatecumenato al catecumenato, al tempo della mistagogia" (RICA, 41).
La responsabilità dei fedeli battezzati si esprime in forme diverse e complementari, secondo le proprie possibilità:

- con la testimonianza apostolica nel manifestare con le parole e con i fatti il messaggio evangelico;
- con la disponibilità a prestare aiuto a quanti cercano Cristo attraverso consiglio, accoglienza ospitale, incoraggiamento;
- con l'impegno a mostrare un autentico spirito comunitario tra i cristiani, vissuto in una comunità parrocchiale ove forti siano i segni della comunione nella preghiera e nella carità apostolica;
- con il sostegno spirituale offerto ai nuovi credenti attraverso la preghiera personale e comunitaria;
- con la partecipazione alle celebrazioni e riti del catecumenato, soprattutto ai riti di passaggio, agli scrutini, alle consegne, ai sacramenti dell'iniziazione.

48. L'accompagnamento spirituale dei simpatizzanti e dei catecumeni trova attuazione concreta e continuativa nella presenza del garante e, dopo l'elezione, del padrino e madrina. È loro compito camminare con fraterna amicizia insieme ai nuovi credenti per orientare e sostenere la loro scelta cristiana, rendere loro testimonianza e mostrare la pratica evangelica, soccorrerli nei dubbi e nelle ansietà, prendersi cura della loro crescita spirituale.

49. Anche le famiglie cristiane e i gruppi ecclesiali sono invitati ad accogliere i nuovi credenti per offrire loro una diretta testimonianza di fede e una prima esperienza di comunità cristiana. I catecumeni trovano la loro più adeguata formazione alla fede in un piccolo gruppo, opportunamente scelto e profondamente inserito nella comunità parrocchiale. Formato da uno o due catecumeni, dai loro padrini, da catechisti e da alcuni fedeli esemplari, il gruppo può diventare il luogo ordinario della catechesi, di confronto di vita cristiana, di preghiera e di sostegno spirituale. La formazione nel piccolo gruppo può essere opportunamente integrata da catechesi individuali e dovrà prevedere celebrazioni comunitarie dei riti dell'iniziazione cristiana.

50. La formazione dei nuovi credenti non può prescindere dall'ascolto e approfondimento della parola di Dio. Particolare cura e importanza nella trasmissione della Parola vanno dedicate al primo annuncio e, successivamente, durante il catecumenato, alla catechesi, affidati ordinariamente a catechisti o diaconi, adeguatamente preparati. Oltre ad assicurare una conoscenza organica e fondamentale del messaggio cristiano, è compito del catechista promuovere una seria crescita spirituale dei catecumeni: vera conversione, vivo senso di fede e di carità, sviluppo di attitudini evangeliche, educazione alla preghiera e alla vita liturgica, progressiva appartenenza e partecipazione alla Chiesa, formazione alla professione di fede e alla testimonianza cristiana.

51. Particolare responsabilità spetta ai presbiteri nella formazione e accompagnamento dei nuovi credenti verso il Battesimo. Compete soprattutto al parroco sensibilizzare la propria comunità ad una efficace azione missionaria e ad un fattivo sostegno spirituale dei simpatizzanti e dei catecumeni; promuovere un idoneo processo di iniziazione cristiana fedele al RICA e alle indicazioni della propria Chiesa particolare; assicurare un'adeguata formazione dei catechisti e degli accompagnatori dei nuovi credenti. Così pure è dovere del parroco "attendere alla cura pastorale e personale dei catecumeni...; provvedere alla loro catechesi con l'aiuto dei diaconi e dei catechisti; approvare la scelta dei padrini e ascoltarli e aiutarli amorevolmente; infine attendere con diligenza al perfetto svolgimento dei riti durante tutto il corso dell'iniziazione con gli opportuni adattamenti" (RICA, 45).

52. Il ripristino del catecumenato costituisce per la parrocchia una singolare opportunità per ravvivare la comunità e per ripensare la propria pastorale. Di fatto sollecita la comunità ad un nuovo impegno missionario ed aiuta tutti i battezzati ad approfondire la loro vocazione di testimoni e annunciatori del Vangelo. È stimolo per riscoprire una ricca ministerialità. Favorisce la scoperta e l'attuazione del ruolo materno della Chiesa che, attraverso la comunità e i singoli fedeli, accoglie i nuovi credenti, si interessa alla loro formazione, li accompagna spiritualmente, per poi generarli a vita nuova con il Battesimo.
È occasione preziosa per tutti i fedeli battezzati a ripensare ed approfondire la propria scelta cristiana. Aiuta a scoprire il legame vitale fra catechesi e liturgia e a promuovere una seria valorizzazione dell'anno liturgico, soprattutto della Quaresima e della Pasqua. Infine, la scelta e l'attuazione dell'itinerario catecumenale per gli adulti che si preparano al Battesimo diventa esperienza esemplare ed invito a rinnovare la catechesi e la formazione cristiana in tutte le età.

Il Servizio diocesano al catecumenato

53. La responsabilità primaria e diretta del Vescovo nell'iniziazione cristiana della propria Chiesa può trovare efficace attuazione attraverso il "Servizio diocesano al catecumenato", un organismo formato da sacerdoti, religiosi e laici, con la finalità di promuovere e coordinare in tutta la diocesi idonei itinerari di iniziazione cristiana.
Il Servizio diocesano al catecumenato, costituito dove se ne rileva la necessità, opera in stretta collaborazione con l'Ufficio catechistico e l'Ufficio liturgico e, quando occorra, d'intesa con l'Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, l'Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese, l'Ufficio per i migranti, la Commissione per l'ecumenismo e quella per il dialogo interreligioso.
Il Servizio diocesano al catecumenato valorizzi anche il patrimonio di esperienze pastorali, linguistiche e culturali che missionari e sacerdoti "fidei donum", eventualmente presenti in diocesi, hanno acquisito in terra di missione.

54. Affinché possa sorgere una seria proposta catecumenale, fedele al RICA e rispettosa della realtà locale, si auspica e si propone che in ogni diocesi si costituisca il Servizio diocesano al catecumenato con alcuni compiti specifici:

- sensibilizzare i sacerdoti e gli operatori pastorali sul valore della scelta del catecumenato, promuovendo soprattutto l'approfondimento del RICA e la conoscenza delle linee pastorali della diocesi per il catecumenato;
- offrire adeguata formazione e sostegno agli operatori dell'iniziazione cristiana: sacerdoti, diaconi, catechisti, padrini, animatori dei gruppi di accompagnamento dei catecumeni;
- animare e sostenere la loro azione, ma anche fare scoprire e apprezzare il valore e il significato del catecumenato;
- elaborare proposte operative di itinerari di iniziazione cristiana, secondo il RICA e fedeli alle direttive del Vescovo, per giovani-adulti e per fanciulli-ragazzi ed operare affinché la scelta del catecumenato trovi concreta attuazione nelle parrocchie;
- determinare, secondo le disposizioni del Vescovo, la durata del catecumenato, offrire direttive per i tempi delle celebrazioni dei riti di passaggio, delle consegne e degli scrutini;
- proporre criteri per discernere e valutare la preparazione dei candidati e la loro ammissione prima tra i catecumeni, successivamente fra gli eletti;
- precisare i contenuti del primo annuncio e della catechesi, tenendo presente la cultura di appartenenza dei catecumeni e la loro religione di provenienza. Allo scopo sarà utile avere a disposizione sussidi biblici, catechistici e liturgici usati nelle Chiese di origine dei catecumeni;
- offrire suggerimenti e proposte per concrete esperienze caritative e ascetico-penitenziali;
- offrire alle parrocchie il proprio aiuto, per fare conoscere esperienze, rendere disponibili sussidi e strumenti utili ad una fruttuosa opera di formazione e di accompagnamento dei nuovi credenti verso il Battesimo;
- valorizzare il posto e il cammino dei catecumeni in seno alle comunità cristiane. Coloro che si avvicinano alla fede non sono una "tabula rasa" da indottrinare, ma adulti che portano problemi, insieme a ricchezze di vita. La Chiesa riceve per se stessa queste ricchezze di vita, questi nuovi carismi, mentre dona la parola di Cristo.




26 'Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti', Introduzione generale, 7.




27 Cfr. Giovanni Paolo II, enc. 'Redemptoris missio', 82.







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