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Consiglio Episcopale Permanente - CEI
Iniziazione cristiana

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C. Aspetti pastorali

La formazione degli accompagnatori

84. La crescita nella fede e nella conversione è dovuta all'azione di Dio ed esige l'impegno dell'uomo: la disponibilità del nuovo credente, il sostegno della comunità cristiana e l'aiuto degli accompagnatori, soprattutto dei garanti e padrini, dei catechisti, dei diaconi e dei presbiteri.
La scelta di validi operatori dell'iniziazione cristiana e la loro formazione rivestono una rilevanza fondamentale. Una seria sensibilizzazione e preparazione di base degli accompagnatori dovrebbe essere assicurata dal Servizio diocesano al catecumenato, mentre la loro formazione permanente dovrebbe avvenire nelle comunità locali.

Il luogo dell'iniziazione

85. In via ordinaria il cammino d'iniziazione cristiana dovrebbe svolgersi nella comunità parrocchiale. Ciò facilita l'accompagnamento ecclesiale dei catecumeni, favorisce un progressivo inserimento del nuovo credente nella comunità cristiana, arricchisce gli stessi fedeli ed è stimolo per rinnovare la pastorale della parrocchia. Motivi particolari e situazioni pastorali possono talvolta suggerire una diversa scelta, che il Servizio diocesano al catecumenato dovrebbe proporre e sostenere.
L'iniziazione cristiana degli adulti in parrocchia deve sempre, però, assicurare un'apertura diocesana. La celebrazione dell'elezione in cattedrale, la vicinanza e l'incontro del Vescovo con i catecumeni, la fedeltà al comune cammino d'iniziazione della diocesi, opportune riunioni dei catecumeni e degli accompagnatori della stessa Chiesa particolare sono utili occasioni per favorire una dimensione diocesana alla formazione dei nuovi credenti.

L'approfondimento della Parola

86. La fede nasce dall'ascolto della parola di Dio e cresce grazie al suo nutrimento. Per questo ogni tappa dell'iniziazione ha propri contenuti e finalità nella trasmissione della Parola, che richiedono una seria cura e competenza: il primo annuncio, l'istruzione organica dei catecumeni, la catechesi mistagogica dei neofiti.
Queste forme di catechesi, però, non esauriscono l'approfondimento della parola di Dio. Esse sono integrate e sostenute dalla liturgia della Parola dell'Eucaristia domenicale, da opportune celebrazioni della Parola e da altri riti. Occorre pertanto vigilare affinché le celebrazioni e i riti vengano attuati con cura e sensibilità pastorale e nello stesso tempo si dovrà promuovere un legame vitale fra la liturgia e la catechesi.

Il posto dei catecumeni

87. La presenza dei catecumeni deve avere un posto di rilievo nella comunità cristiana. Ciò comporta anzitutto cura, sostegno, attenzione, preghiera per i nuovi credenti, vera accoglienza e valorizzazione della loro presenza e ricchezza.
Per dare poi visibilità alla presenza dei catecumeni e dei neofiti e per richiamare l'impegno di tutti i fedeli all'accompagnamento spirituale, si suggerisce che anche nelle celebrazioni comunitarie venga riservata loro un'idonea collocazione, con un proprio posto, nell'assemblea dei fedeli.
Nella logica di una graduale iniziazione ai misteri si consiglia, inoltre, che i catecumeni siano congedati e lascino il loro posto al termine della liturgia della Parola, durante la celebrazione eucaristica. Questa prassi, comune nei primi secoli, viene suggerita anche dal nuovo Rito.

In pericolo di morte

88. Nel caso in cui un catecumeno o anche un simpatizzante che, però, abbia già espresso il desiderio di iniziare il cammino verso il Battesimo e mostrato segni attendibili di conversione a Cristo, si trovi in pericolo prossimo di morte può essere battezzato con il rito più breve dell'iniziazione di un adulto proposto nel capitolo terzo del RICA.
Qualora, dopo avere ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana, si riprendesse dalla malattia e ricuperasse la salute, questi dovrà approfondire la propria fede con un cammino idoneo di catechesi, esercizi ascetico-penitenziali, riti e celebrazioni che, ispirati al catecumenato, saranno adattati alla sua condizione di battezzato.

I matrimoni fra battezzati e "non iniziati"

89. Il Matrimonio tra un fedele battezzato e un catecumeno è regolato secondo le norme del diritto canonico (can. 1086; 1125 e 1126; vedi anche 'Sacramento del Matrimonio', 10; 58-72).
A volte la determinazione di richiedere i sacramenti dell'iniziazione cristiana, oppure di completare la stessa iniziazione, può nascere in prossimità della celebrazione del Matrimonio. Se questo desiderio è degno di essere sostenuto, è altrettanto vero che non si possono bruciare i tempi e le tappe. C'è il rischio di creare nuovi problemi per la fede dei coniugi e per la stessa crescita cristiana dei futuri figli.
Nel caso che uno dei nubendi chieda i sacramenti dell'iniziazione cristiana, dopo avere accertato la sua disponibilità e il suo impegno, lo si ammetta al catecumenato prima del Matrimonio.
Qualora la data del Matrimonio non permettesse un adeguato cammino catecumenale, si chiederà all'Ordinario la dispensa dall'impedimento di disparità di culto per celebrare il Matrimonio religioso, poi si proseguirà l'itinerario secondo quanto previsto dal RICA.




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