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Consiglio Episcopale Permanente - CEI
Iniziazione cristiana

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I principi normativi del 'Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti'

22. A tradurre l'istanza di rinnovamento del catecumenato promossa dal concilio Vaticano II è l''Ordo initiationis christianae adultorum' ['Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti'] (1972).
Esso, se direttamente riguarda "coloro che non sono stati battezzati e che sono mossi dallo Spirito santo ad aprire il cuore alla fede", e secondariamente "coloro che pur già battezzati, non hanno ricevuto alcuna educazione né catechistica né sacramentale" - spiega la "Premessa" all'edizione italiana del RICA (1978) - è di estremo interesse per tutta la comunità cristiana, in quanto "presenta alcune linee e indicazioni di grande stimolo per il rinnovamento pastorale".
Infatti "l'itinerario, graduale e progressivo, di evangelizzazione, iniziazione, catechesi e mistagogia è presentato dall'"Ordo" con valore di forma tipica per la formazione cristiana". Per questo si auspica che esso divenga "una feconda sorgente ispiratrice di iniziative di evangelizzazione, di catechesi e di esperienze comunitarie".

23. I grandi principi sui quali poggia tutto il RICA, e che fanno di esso un modello tipico per la formazione cristiana, sono molto bene indicati dalla "Premessa" dell'edizione italiana:

- "il necessario primato dell'evangelizzazione, che solleciti una salutare inquietudine di fronte alle mutate condizioni". Tale priorità è costantemente affermata e resa evidente dallo spazio dato alla Parola annunziata e spiegata e alla fede-conversione con cui si risponde ad essa;
- "il rapporto tra l'iniziazione e la comunità cristiana": è la Chiesa che fa i cristiani. L'iniziazione avviene in seno alla comunità e con la collaborazione della comunità, che accogliendo i nuovi arrivati edifica e rinnova continuamente se stessa;
- "la stretta e organica connessione dei tre sacramenti di iniziazione: il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia, che ne costituisce il culmine". I tre sacramenti dell'iniziazione sono così intimamente tra loro congiunti, che portano i fedeli a quella maturità cristiana per cui possono compiere, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria del popolo di Dio 20. "Questo legame significa l'unità del mistero pasquale, lo stretto rapporto fra la missione del Figlio e l'effusione dello Spirito santo e l'unità dei sacramenti con i quali il Figlio e lo Spirito santo vengono insieme con il Padre a prendere dimora nei battezzati" (RICA, 34);
- l'inserimento nell'anno liturgico, che pone al centro la celebrazione del "dies dominicus", Pasqua settimanale, e la celebrazione della Pasqua annuale con la preparazione quaresimale e il suo prolungamento nel tempo pasquale fino alla Pentecoste. È in questo contesto che si può valorizzare e coordinare la globalità dei vari aspetti del vivere cristiano: ascolto della Parola, preghiera, conversione morale, esercizio della carità e testimonianza evangelica;
- la "rispettosa attenzione alle singole persone nelle loro varie situazioni ed esperienze umane, che possono essere assunte nella ricca pedagogia di iniziazione". Il RICA richiede la necessaria maturazione, nel rispetto dei ritmi di crescita, e fa emergere l'esigenza di una azione pastorale che conduca alla riscoperta o alla consapevolezza progressiva e personale della propria fede.

24. Disteso nel tempo, il processo di iniziazione resta comunque definito nella durata e approda ad un termine: quello costituito dalla celebrazione dei sacramenti, dalla mistagogia e dal conseguente inserimento nella vita cristiana. Fin dall'inizio della storia cristiana la capacità di scelta definitiva per il Vangelo e la conversione è già il frutto della grazia battesimale e non sopporta una permanente dilazione lungo l'intero arco della vita cristiana. È nota l'azione pastorale di alcuni grandi Vescovi del secolo IV, tesa a contrastare la permanente dilazione della conversione e del Battesimo da parte di coloro che si attestavano ad una sorta di "catecumenato a vita" 21.




20 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, cost. dogm. 'Lumen gentium', 31.




21 Si possono ricordare le omelie di Basilio, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa, Ambrogio e dello stesso Agostino, contro il rinvio del Battesimo.







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