Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Consiglio Episcopale Permanente - CEI
Iniziazione cristiana

IntraText CT - Lettura del testo
corrige.it
intelligenza artificiale ortografica
Il servizio automatico di controllo finale che verifica ogni parola nel contesto
e trova erri in visi bili ai norma li con troll i orto grafi ci

Provalo sui tuoi documenti. Gratis

Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze


B. Le tappe dell'iniziazione cristiana

55. Il processo di iniziazione cristiana, scandito da tappe progressive di formazione e di partecipazione al mistero di salvezza, è accuratamente descritto dal RICA, che ha valore normativo per quanti chiedono di diventare cristiani. Riteniamo utile sottolineare gli elementi essenziali di ogni tappa ed offrire indicazioni operative.

Il precatecumenato

56. Per favorire apertura e disponibilità al dono della fede, la comunità parrocchiale è chiamata in primo luogo a promuovere un'adeguata azione missionaria per testimoniare la vita cristiana, incontrare quanti sono lontani dalla fede e avvicinarli a Cristo, aiutare quanti manifestano propensione per la scelta cristiana a muovere i primi passi nella fede.
La cura pastorale si rivolge ad ogni simpatizzante per offrire un'accoglienza sincera e fraterna, fatta di calore umano, di attenzione alla vita e alla storia personale di ognuno, di ascolto e rispetto dei problemi e degli interrogativi di ogni persona, di proposta evangelica coraggiosa e convincente, ma anche di attesa paziente.
Particolare attenzione si richiede in questa fase alla cultura e alla religione da cui il simpatizzante proviene (ambiente rurale o urbano, paesi occidentali secolarizzati o dell'est europeo, religioni orientali o tradizionali, Islam, ecc.) in modo da capire le sue motivazioni e adattare l'annuncio alle sue attese e alle sue domande.
Attenzione e discernimento sono oggi richiesti per la situazione coniugale del simpatizzante, per ovviare a possibili equivoci e assicurarsi dell'esistenza e della validità di eventuali vincoli e della possibilità che egli avrà, una volta battezzato, di vivere in conformità con il Vangelo.
Insieme a questa essenziale accoglienza a livello personale, è opportuno prevedere anche una prima accoglienza nella comunità cristiana di colui che manifesta una certa propensione per la fede. Senza un rito particolare, il simpatizzante viene presentato in una idonea riunione della comunità, che insieme all'accompagnatore può essere formata da catechisti, amici e conoscenti, alcuni membri della parrocchia e dal sacerdote. Egli viene salutato e accolto con fraternità, in un contesto di amicizia, di dialogo e preghiera. Può essere questo il momento di affidare il simpatizzante al catechista incaricato del primo annuncio.

57. L'itinerario formativo in questa prima fase dell'iniziazione cristiana dovrà essere personalizzato e adattato alla situazione sociale, culturale e religiosa del candidato. Per questo assumono grande rilevanza l'incontro personale e la vicinanza del garante, del catechista ed anche del sacerdote per aiutare il simpatizzante a discernere la sua scelta cristiana, per incoraggiarlo, illuminarlo e sostenere l'iniziale cammino di fede. Compete soprattutto al parroco verificare ed eventualmente rettificare le motivazioni dell'adesione al cristianesimo del nuovo credente.

58. L'accompagnamento del garante e del catechista, gli incontri del simpatizzante con il sacerdote e il diacono, con famiglie cristiane e gruppi ecclesiali della parrocchia sono esperienze diversificate e complementari per la crescita spirituale di chi desidera diventare cristiano: aiutano a chiarire e motivare la scelta cristiana, sono occasioni di confronto e dialogo su contenuti e comportamenti evangelici, diventano sostegno e incoraggiamento al cammino di conversione, favoriscono la scoperta della preghiera e dell'incontro con il Signore, costituiscono iniziali esperienze della comunità cristiana. Il popolo di Dio, impegnandosi a sostenere il cammino dei simpatizzanti attraverso la testimonianza, l'ospitalità, la preghiera, dovrà lasciarsi arricchire dalla presenza e dal dono di ogni nuovo credente.

59. Tratto fondamentale di questa tappa è il primo esplicito annuncio del messaggio di salvezza. Per questo il precatecumenato è il tempo della evangelizzazione, che ha lo scopo di condurre, con l'aiuto dello Spirito santo, i non cristiani ad una prima sincera fede-adesione a Dio in Cristo, ad una iniziale conversione, alla assimilazione dei primi elementi della dottrina cristiana e, nello stesso tempo, a maturare la seria volontà di seguire Cristo e di chiedere il Battesimo. È il tempo del "primo annuncio", la "buona notizia", che è proclamazione del Dio vivo, di Gesù Cristo morto e risorto e della sua salvezza.
In questo primo annuncio non possono mancare alcuni contenuti essenziali: Gesù Cristo vero uomo e vero Dio, rivelatore del Padre, del suo amore e del suo disegno salvifico, la sua predilezione per i piccoli, i poveri e i peccatori, la sua morte e risurrezione per noi, la promessa dello Spirito santo, la comunione e la fraternità tra coloro che aderiscono a lui, la necessità di credere in lui per avere la vita eterna. Ciò si potrà fare opportunamente attraverso l'accostamento al Vangelo.

60. La proposta formativa di questa prima tappa e, in particolare, la trasmissione dei contenuti del primo annuncio, pur accolti nella loro globalità, richiedono un congruo adattamento alle condizioni di ciascun candidato: alla sua educazione e cultura, alla sua condizione spirituale, ai suoi dubbi e pregiudizi. Soprattutto diversificata dovrà essere l'esposizione del messaggio cristiano secondo che il simpatizzante provenga dalla non credenza, da una religione monoteistica, da altre religioni, da nuovi movimenti religiosi o sette.

61. La durata del precatecumenato dipende dalla grazia di Dio e dalla collaborazione di ciascun candidato. Non è possibile stabilire a priori un definito cammino formativo, né si può fissare in anticipo la data della sua conclusione. Durante tutto il processo di iniziazione cristiana, soprattutto in questa prima fase, occorrono flessibilità, adattamento, paziente attesa e rispetto della libertà e dei tempi di crescita di ogni persona. È auspicabile, però, che il tempo del precatecumenato abbia una durata di almeno alcuni mesi per assicurare una responsabile scelta, una iniziale sincera fede e una prima vera conversione.

La celebrazione dell'entrata nel catecumenato

62. Solo quando il nuovo credente ha raggiunto un'adeguata, seppure iniziale, crescita spirituale e manifesta la seria volontà di essere discepolo di Cristo e di chiedere il Battesimo, può essere pubblicamente accolto tra i catecumeni: attraverso il rito dell'ammissione al catecumenato "i candidati manifestano alla Chiesa la loro volontà e la Chiesa... ammette coloro che intendono diventare suoi membri" (RICA, 14).
Può essere opportuno che il candidato esprima la sua scelta cristiana indirizzando al parroco o eventualmente al Vescovo una domanda scritta, nella quale dichiara la libera volontà di diventare cristiano, ne precisa le motivazioni e si impegna ad approfondire la sua formazione in vista del Battesimo.

63. Prima della celebrazione del rito di ammissione è richiesto un giudizio d'idoneità del candidato. Dovranno essere valutati i motivi della sua scelta cristiana e soprattutto la sua crescita spirituale secondo i requisiti del RICA, richiamati in precedenza 28.
La valutazione compete ordinariamente al parroco con l'aiuto dei garanti, dei catechisti e dei diaconi. Dovrà svolgersi secondo modalità e concreti criteri di valutazione previsti nel piano diocesano per il catecumenato.


64. Il rito di ammissione al catecumenato "comprende l'accoglienza dei candidati, la liturgia della Parola e il loro congedo" (RICA, 72). Dopo l'accoglienza i candidati ricevono il segno della croce in fronte e sui sensi, simbolo della protezione di Cristo e primo segno ecclesiale di appartenenza al Signore. Al termine della liturgia della Parola si suggerisce il rito della consegna dei Vangeli, invito eloquente ad ascoltare la parola di vita e a conformare ad essa la propria esistenza. Sarà bene che al rito di ammissione al catecumenato possa partecipare attivamente l'intera comunità cristiana o una sua espressione, formata di amici, familiari, catechisti e sacerdoti.
I nomi dei catecumeni, insieme a quelli dei loro garanti, vengono scritti nel "Libro dei catecumeni", che preferibilmente dovrebbe essere conservato presso il Servizio diocesano al catecumenato.

Il tempo del catecumenato

65. Finalizzato alla crescita e alla maturazione della vita spirituale, il catecumenato è il tempo di un vero apprendistato e tirocinio della fede e della vita cristiana, che inizia ai misteri della salvezza e a una coerente vita evangelica attraverso il cammino della fede, della liturgia e della carità.
Lo stesso Rito indica quattro "vie" fondamentali per promuovere la maturazione della vita cristiana dei catecumeni: la catechesi, l'esercizio della vita cristiana, l'esperienza liturgica e la testimonianza apostolico-missionaria (cfr. RICA, 19). Si tratta di quattro esperienze necessarie per un serio cammino di formazione cristiana, vitalmente connesse tra di loro.

66. Anzitutto il catecumenato è il tempo di una catechesi progressiva, sistematica e organica. L'istruzione catecumenale dev'essere un'esposizione essenziale e integrale del messaggio cristiano, adattata all'anno liturgico, integrata da celebrazioni della Parola. La sua finalità è quella di portare i catecumeni non solo ad una conveniente conoscenza delle verità fondamentali della dottrina cristiana ma anche di promuovere un vero discepolato di Cristo attraverso la formazione di una mentalità di fede, come sottolinea san Basilio: "Prima bisogna diventare discepoli del Signore, poi essere ammessi al santo Battesimo... L'insegnamento del nostro Signore Gesù Cristo prenda lo stampo e la forma - come la cera delle statue - nel cuore, nella parola e nell'opera (del discepolo)" 29.
Per un'azione catechistica efficace ed unitaria sarà opportuno che ogni diocesi elabori un organico programma catechistico, adattato alla realtà locale e approvato dal Vescovo. I suoi contenuti, fondati sulla Sacra Scrittura e arricchiti dalla tradizione ecclesiale - vita, liturgia, insegnamento - potranno sapientemente ispirarsi al 'Catechismo della Chiesa cattolica' e in particolare al Catechismo degli adulti della Conferenza Episcopale Italiana 'La verità vi farà liberi'.
Per un fruttuoso approfondimento della Parola, si suggerisce che la catechesi venga fatta ordinariamente in un piccolo gruppo, formato dal catecumeno, dal catechista, da alcuni fedeli e, possibilmente, dal garante. La formazione in gruppo sarà integrata da opportuni incontri di catechesi individuale.

67. È proprio, poi, della formazione catecumenale l'esercizio della vita cristiana. La Parola ascoltata deve tradursi in vita. Per questo san Cipriano ricorda al catecumeno che egli "viene (alla catechesi) per imparare e impara per vivere" 30. A sua volta san Giovanni Crisostomo descrive la formazione che precede il Battesimo come "palestra e ginnasio" 31.
Concretamente questo tirocinio comporta per il catecumeno ascesi e lotta spirituale attraverso esercizi penitenziali, rinunzie, continua invocazione dell'aiuto divino. Esige una progressiva conversione di vita, che implica cambiamento di mentalità e di costumi e acquisizione di un comportamento evangelico. È apprendistato di vita cristiana per formare alla preghiera, all'amore del prossimo, alla testimonianza cristiana, alla pratica dei costumi evangelici, all'attesa vigilante del Cristo.

68. A loro volta la catechesi e il tirocinio di vita cristiana sono sostenuti e integrati da una ricca esperienza liturgica. Di fatto il processo catecumenale prevede diversi riti e celebrazioni.
I primi esorcismi presentano agli occhi dei catecumeni i veri caratteri della vita spirituale, la lotta tra la carne e lo spirito, il valore della rinuncia per conseguire le beatitudini del regno di Dio e il continuo bisogno dell'aiuto divino (cfr. RICA, 101). Gli esorcismi, ripetuti più volte, si svolgono durante le celebrazioni della Parola, come pure all'inizio o alla fine di una riunione catechistica.
Anche le benedizioni, che significano l'amore di Dio e la viva sollecitudine della Chiesa, perché i catecumeni possano ricevere incoraggiamento, gioia e pace per proseguire nel laborioso cammino, sono date a conclusione della celebrazione della Parola o al termine della riunione di catechesi. I primi esorcismi e le benedizioni vengono impartite dal sacerdote o dal diacono, come anche dal catechista autorizzato dal Vescovo.
Per l'utilità dei catecumeni vanno, poi, predisposte particolari celebrazioni della Parola, tenute normalmente di domenica. Così pure si dovrà proporre con gradualità la partecipazione dei nuovi credenti alla prima parte della celebrazione eucaristica domenicale, con un auspicabile loro congedo dopo la liturgia della Parola. Grazie a queste celebrazioni i catecumeni possono approfondire ulteriormente la parola di Dio, scoprire nuovi aspetti e forme della preghiera, essere introdotti attraverso opportune spiegazioni alla comprensione di segni, azioni e tempi del mistero liturgico, venire progressivamente iniziati nel culto della comunità ecclesiale e essere gradualmente formati a santificare la domenica.

69. Infine appare opportuno anticipare la consegna del Simbolo in questo tempo, preferibilmente durante la Quaresima del primo anno di catecumenato. La consegna può avvenire durante la celebrazione della Messa con la partecipazione della comunità dei fedeli. Attraverso questo rito il popolo di Dio esprime, con un intenso valore simbolico, la vocazione missionaria della Chiesa e dei discepoli del Signore, chiamati ad annunciare senza sosta il mistero di salvezza compiuto da Cristo. Nello stesso tempo il Simbolo, compendio della fede cristiana, costituisce con i suoi articoli un valido quadro di riferimento per la successiva catechesi dei catecumeni.

70. Da ultimo, il catecumenato è il tempo delle prime esperienze apostoliche e missionarie. La progressiva adesione a Cristo esige nel nuovo credente, insieme ad una sua risposta sempre più consapevole, una crescente testimonianza di fede, per collaborare all'evangelizzazione e all'edificazione della Chiesa. I catecumeni esprimono il loro impegno apostolico con la professione di fede e la testimoniano nella loro vita, con un progressivo cambiamento di mentalità e costumi, che deve manifestarsi negli ambiti della vita sociale.

71. La crescita spirituale dei catecumeni avviene nella comunità ed è sostenuta da una costante cura materna della Chiesa attraverso il nutrimento della Parola, riti e celebrazioni, la preghiera e la testimonianza di tutti i fedeli. Oltre all'apporto determinante del catechista e del sacerdote, continua l'accompagnamento del garante.
In questo tempo, poi, a ciascun catecumeno è richiesto di cercare con cura il proprio padrino o madrina. Potrà essere lo stesso garante o un altra persona. Scelto dal catecumeno per le sue doti e per la sua amicizia, il padrino, delegato della comunità, dovrà essere approvato dal parroco. Il giorno dell'elezione sarà presentato alla comunità cristiana.

72. La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e da varie circostanze. La sua estensione dovrà, tuttavia, abbracciare "un periodo di tempo piuttosto lungo" (RICA, 19), per favorire un seria conversione e un'adeguata maturità nella fede. L'esperienza suggerisce che una conveniente durata del catecumenato dovrebbe estendersi per almeno due anni, con la celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione nella Veglia pasquale del secondo anno.

La celebrazione dell'elezione e iscrizione del nome

73. L'elezione, o ammissione dei catecumeni alla preparazione immediata al Battesimo, fatta dalla Chiesa, "si fonda sull'elezione o scelta operata da Dio" (RICA, 22). Per questo coloro che sono ammessi vengono chiamati "eletti", ma anche "competenti", perché concorrono a ricevere i sacramenti dell'iniziazione, come pure "illuminandi", in riferimento al Battesimo detto illuminazione.

74. Prima del rito dell'elezione è previsto un giudizio d'idoneità. Affinché il catecumeno possa essere accolto tra gli eletti, "si richiede in lui una fede illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa" (RICA, 134). Lo stesso Rito indica ulteriori requisiti generali per l'ammissione: "la conversione della mente e del modo di vita, una sufficiente conoscenza della dottrina cristiana, un vivo senso di fede e di carità" (RICA, 23).
Occorre ricordare che "spetta al Vescovo ammettere all'elezione" (RICA, 44). Ciò comporta una sua presenza personale o quella di un suo delegato nella valutazione del candidato, ma anche direttive diocesane e criteri concreti per l'elezione.
Di fatto, insieme al Vescovo o al suo delegato, sono chiamati a deliberare sull'idoneità dei candidati coloro che hanno accompagnato il loro cammino di crescita: sacerdoti, diaconi, catechisti, garanti e padrini, delegati della comunità cristiana.

75. Viene quindi celebrato il rito dell'elezione. Di norma esso dovrebbe svolgersi in cattedrale, presieduto dal Vescovo nella prima domenica di Quaresima. Durante la celebrazione, dopo l'omelia, vengono presentati i candidati, si dichiara ai presenti il giudizio della Chiesa, quindi nel "Libro degli eletti" vengono scritti i nomi di coloro che sono ammessi. Segue la preghiera per gli eletti e il loro congedo. Con l'elezione si conclude il tempo del catecumenato propriamente detto.

Il tempo della purificazione e della illuminazione

76. Con l'elezione ha inizio il tempo della purificazione e illuminazione. Di norma esso coincide con la Quaresima e termina con la Veglia pasquale. Con il sostegno e la partecipazione più assidua della comunità cristiana, gli eletti sono chiamati a vivere un intenso cammino spirituale di purificazione del cuore e della mente, di penitenza e di revisione della vita, di seria preparazione ai sacramenti dell'iniziazione. La crescita spirituale sarà alimentata dalla preghiera personale, da letture bibliche ed esercizi ascetico-penitenziali, verrà arricchita da una congrua catechesi e sostenuta da propri riti e celebrazioni.

77. In questo tempo l'approfondimento della parola di Dio viene assicurato attraverso la regolare partecipazione degli eletti alla prima parte dell'Eucaristia domenicale, insieme a specifici incontri di catechesi dedicati soprattutto alla preghiera e ai sacramenti dell'iniziazione. Ispirandosi all'esperienza dei Padri della Chiesa, nella catechesi sui sacramenti sarà opportuno valorizzare anche la spiegazione tipologica, richiamando significativi fatti biblici, interpretati come "figure" o prefigurazioni dell'evento sacramentale.

78. Insieme alla liturgia della Messa domenicale, in questo tempo sono previsti specifici riti, che ordinariamente dovrebbero essere compiuti nella parrocchia con la partecipazione attiva della comunità.
Gli scrutini hanno una grande importanza nella formazione spirituale. Tendono infatti a purificare la mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni, a rettificare le intenzioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell'amore di Dio.
Gli scrutini, celebrati nella III, IV e V domenica di Quaresima, illuminano gli eletti sul mistero del peccato e sul significato dell'azione redentrice di Cristo, presentato come acqua viva nel Vangelo della Samaritana, come luce nel Vangelo del cieco nato, come risurrezione e vita nel Vangelo della risurrezione di Lazzaro. Nella domenica successiva al terzo scrutinio ha luogo la consegna del Padre Nostro, compendio della preghiera cristiana.
Infine il Sabato Santo, giorno di riflessione e preghiera per gli eletti, sono previsti alcuni riti preparatori al Battesimo: la riconsegna del Simbolo e il rito dell'"Effatà".

La celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione

79. L'iniziazione cristiana si compie con la celebrazione di Battesimo, Confermazione ed Eucaristia. Per mezzo del Battesimo i nuovi credenti, uniti alla morte e risurrezione di Cristo, vengono liberati dal potere delle tenebre, ricevono lo Spirito di adozione e diventano nuove creature; con la Confermazione i neobattezzati, segnati con lo Spirito, sono profondamente configurati a Cristo; prendendo parte all'Eucaristia celebrano con tutto il popolo di Dio il memoriale della morte e risurrezione del Signore.
Tutti e tre i sacramenti dell'iniziazione cristiana vanno celebrati insieme di norma nella Veglia pasquale, per significare l'unità del mistero pasquale e la piena partecipazione del credente al corpo di Cristo, vivente nella Chiesa.
È auspicabile che il Vescovo, presentandosi la possibilità, conferisca egli stesso nella Veglia pasquale i sacramenti dell'iniziazione. Tale celebrazione, se svolta in cattedrale, diviene segno visibile della comunione con la Chiesa particolare.
Se particolari circostanze o motivi pastorali dovessero esigere che il rito dell'iniziazione si celebri in tempi diversi da quello pasquale, si tengano presenti le indicazioni del Rito (cfr. RICA, 59; 61-62; 209; 395).

Il tempo della mistagogia

80. Rigenerati a vita nuova i neofiti devono essere "aiutati premurosamente e amichevolmente dalla comunità dei fedeli, dai loro padrini e dai pastori" ad approfondire i misteri celebrati, a consolidare la pratica della vita cristiana e a favorire "un pieno e sereno inserimento nella comunità" (RICA, 235).

81. Per assicurare la formazione dei neofiti è opportuno prevedere alcuni incontri catechistici, destinati a spiegare ulteriormente i sacramenti ricevuti e a introdurre opportunamente nella comprensione degli altri sacramenti, soprattutto quello della Riconciliazione, ad approfondire il mistero della Chiesa e il significato della vita nuova del battezzato e della sua sequela di Cristo. Anche le celebrazioni delle "Messe per i neofiti" nelle domeniche di Pasqua favoriscono una più fruttuosa intelligenza dei misteri celebrati e la partecipazione sempre più attiva all'Eucaristia, culmine e fonte della vita ecclesiale.

82. Con particolare cura si dovrà promuovere l'esperienza comunitaria dei neobattezzati ed il loro inserimento nella vita parrocchiale. Si tratta, per i neofiti, di intensificare i rapporti personali con i diversi membri della comunità, prendere atto della vita parrocchiale e delle sue attività pastorali, conoscere forme e iniziative di formazione permanente dei fedeli adulti, alle quali aderire per continuare il cammino di fede. In questo inserimento comunitario dei neofiti hanno grande responsabilità i padrini, i catechisti e i presbiteri.

83. Alla fine del tempo di Pasqua termina la mistagogia, ultima fase dell'iniziazione. Per la Pentecoste occorrerà prevedere, anche con solennità esterna, una celebrazione conclusiva. I neofiti, abbandonati i posti a loro riservati, si mescolano al popolo dei fedeli, come ricorda efficacemente sant'Agostino: "Oggi i nostri nuovi nati si riuniscono agli altri fedeli e volano, per così dire, fuori del nido" 32.
La crescita di questi nuovi battezzati, però, non è affatto conclusa. Continua con la ricerca personale, l'esperienza comunitaria, la partecipazione alla vita liturgica e, in particolare, a itinerari di formazione permanente previsti per i fedeli adulti. Merita poi attenzione l'iniziativa, suggerita dal Rito, della celebrazione dell'anniversario del Battesimo: dopo un anno i neobattezzati si ritrovano insieme per ringraziare Dio, comunicarsi esperienze spirituali e acquistare nuove energie per il loro cammino di credenti (cfr. RICA, 239).




28 Vedi sopra, al n. 30.




29 San Basilio di Cesarea, 'Il Battesimo', I, l e 2.




30 San Cipriano, 'Lettera 73', 3, 2.




31 San Giovanni Crisostomo, 'Catechesi VII', 8.




32 Sant'Agostino, 'Discorso 376/A', 2.







Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL