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Ufficio Nazionale dei Beni culturali ed ecclesiali - CEI
Spirito creatore

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Introduzione



1. Obiettivi e motivi ispiratori

Il sussidio 'Spirito creatore, proposte e suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell'arte' vede la luce in occasione del secondo anno di preparazione al Grande Giubileo del 2000, dedicato allo Spirito santo, e da esso trae obiettivi e motivi ispiratori.
Gli obiettivi del sussidio, infatti, sono: aiutare le diocesi italiane a dare spazio ai talenti artistici nelle varie manifestazioni della vita ecclesiale, annuncio-celebrazione-testimonianza della fede, non soltanto in qualche occasione isolata; fare in modo che all'arte e agli artisti siano più disponibili tutte le comunità cristiane italiane, non soltanto alcune di esse; facilitare il dialogo e l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti, non accontentarsi di rapporti sporadici e funzionali.
Siamo convinti, infatti, che quello dell'arte sia da considerare un dono dello Spirito fatto ad alcuni per l'utilità di tutti nella Chiesa e che "tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera dello Spirito santo" 1.
Di fronte ai doni dello Spirito la Chiesa non può distrarsi, dal momento che è suo compito specifico discernerli e valorizzarli. La Chiesa che è in Italia, peraltro, a questo proposito si è particolarmente distinta: essa, infatti, nel corso della sua storia bimillenaria ha saputo riconoscere e valorizzare i talenti artistici con risultati che sono espressioni splendide della fede cattolica e patrimonio dell'umanità intera. Alle soglie del terzo millennio, con questo sussidio si intende aiutare le diocesi italiane a dare nuovo vigore a questo loro atteggiamento tradizionale e, nello stesso tempo, a rinnovarlo secondo le esigenze attuali. La Chiesa non deve, non può avere paura dell'arte e degli artisti 2.





1 C.M. Martini, Tre racconti dello Spirito. Lettera pastorale per verificarci sui doni del Consolatore 1997-1998. La convinzione che lo Spirito Santo è all'opera dovunque è largamente documentata nella letteratura patristica. Cfr. Y.M. Congar, Credo nello Spirito Santo. Lo Spirito come vita, Queriniana, Brescia 1982, vol. II, p. 232. Il rapporto tra Spirito Santo e "bellezza" è stato oggetto di specifica attenzione da parte della teologia ortodossa che arriva a chiamare lo Spirito santo "Spirito della Bellezza" (P.N. Evdokimov, Teologia della bellezza. L'arte dell'icona, p. 30). Il pastore valdese Paolo Ricca offre una sintesi felice dell'atteggiamento delle diverse confessioni cristiane quando sostiene che "la bellezza e l'arte in tutte le sue espressioni sono... un dono di Dio, un regalo gratuito e misterioso che accompagna la nostra vita e può alleviare la nostra anima, calmarla, e anche stupirla e interrogarla. La bellezza in qualunque manifestazione ha un rapporto segreto con Dio, "bellezza tanto antica e tanto nuova". La bellezza della creatura rinvia alla bellezza sui generis del Creatore, di cui costituisce una parabola. La creazione artistica scopre l'intima, segreta bellezza del mondo e dell'uomo, delle cose che sono, visibili e invisibili, la mette in luce, la segnala e la celebra, malgrado ciò che la contraddice e la nega. L'arte ricrea in qualche modo il mondo trasfigurandolo. In questo senso, è sorella della teologia" (cfr. P. Ricca, Arte e Teologia, p. 29).




2 Sulla relazione tra arte e religione paiono particolarmente illuminanti le parole di Roberto Gabetti, architetto e storico dell'architettura: "Arte e religione hanno alcuni tratti comuni. Richiede l'arte, nell'artista come nell'osservatore, un coinvolgimento della personalità razionale e affettiva, e cioè in qualche modo totale. Questo è un atteggiamento comune con la religione. Richiede la religione nostra distacco dai beni del mondo, dalle consuetudini correnti, dai discorsi detti e ripetuti: vuole la religione linguaggi nuovi, autentici, significativi e coinvolgenti. Il semplice rispetto di norme, di leggi, di regole non ha effetti positivi né per la religione né per l'arte. Detto ciò, riconosciuti alcuni valori raffrontabili, se non comuni, l'arte è cosa diversa dalla religione e la religione cosa diversa dall'arte". A proposito del travagliato rapporto tra fede, cultura e arte contemporanea meritano di essere menzionate alcune riflessioni di Romano Guardini contenute nel volume Lettere dal lago di Como. La tecnica e l'uomo, Morcelliana, Brescia 19932, p. 99 (le lettere sono state pubblicate per la prima volta nel 1923): "In primo luogo, dunque, bisogna dire "sì" al nostro tempo. Il problema non sarà risolto con un tornare indietro, né con un capovolgimento o con un differimento; e neppure con un semplice cambiamento o miglioramento. Si avrà la soluzione soltanto andandola a cercare molto in profondità".







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