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  • VII CAPITOLO - VITA COMUNITARIA
      • "La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo ed un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune" (At. 4,32).
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VII CAPITOLO - VITA COMUNITARIA



"La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo ed un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune" (At. 4,32).

"Nulla vi ha di più caro a Gesù Cristo; nulla di più prezioso della fraterna carità, ond'è che noi dobbiamo, o miei cari, adoprare ogni cura per conservarla e accrescerla in noi e nella Congregazione, sì da essere in Cristo uno per tutti e tutti per uno, poiché è solo questo spirito di carità che edifica, cementa e unifica in Cristo. (...)
La carità, dice S. Paolo, è paziente e benigna, è soave e dolce, forte e costante, è illuminata e prudente, è umile, fervida, instancabile, annega se stessa. Si fa tutta a tutti: non cerca ciò che è suo, è serena, non è ambiziosa, non è invidiosa, gode del bene altrui, sia delle persone amate che delle persone avverse. Compatisce gli altrui difetti e, se appena le è possibile, con un manto di amore li copre. Interpreta le parole e azioni nel modo più favorevole: esclude qualsivoglia egoismo, ripone la sua felicità nel fare ogni bene. La carità di Cristo è universale e abbraccia cielo e terra. Ella è coraggiosa sino all'audacia, ma delicatissima, è onnipotente e trionfatrice di tutte le cose. La carità è semplice e limpida, mai si intorbida: non si gonfia, non cerca il suo tornaconto, non si inasprisce mai, sta sotto i piedi di tutti e sale sino al cuore ed entra nel cuore di tutti. La carità non ha l'occhio nero, non ha spirito di discussione, non conosce i "ma" né i "se": non ha spirito di contraddizione, di censura, di critica, di mormorazione: tutta sta roba la carità non sa che sia. La carità ha sempre il volto sereno com'è sereno il suo spirito, è tranquilla e, quando parla, non alza mai la voce. Non è odiosa la carità, ma alacre e operosissima e lavora silenziosamente. Essa ha una prerogativa unica e tutta sua: è sempre lieta e contenta di tutto, fin delle bastonate e delle ingiurie e calunnie più umilianti: nel bastone nocchieruto di cui parlò S. Francesco, nel dispregio e negli avvilimenti più indegni, la carità trova "La perfetta letizia" (L. 11, 145-146).




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