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  • III CAPITOLO - CASTITÀ CONSACRATA
      • "Non tutti possono capire ciò, ma solo coloro ai quali è stato concesso. (...) Ci sono alcuni che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire capisca" (Mt. 19,11-12).
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III CAPITOLO - CASTITÀ CONSACRATA



"Non tutti possono capire ciò, ma solo coloro ai quali è stato concesso. (...) Ci sono alcuni che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire capisca" (Mt. 19,11-12).

"A me e a voi, miei cari sacerdoti, e a voi, o cari chierici novizi e professi, io dico che la purezza (...) è la virtù che deve maggiormente distinguere la nostra cara Congregazione. (...) La purezza, nella Congregazione, deve eccellere in tutti i membri. (...)
Quanto bene potremo fare con la nostra condotta, quanto sarà efficace il nostro lavoro - per noi chiamati ad esercitare in mezzo ai poveri il nostro apostolato - con la nostra virtù! Quanto è grande l'efficacia della purezza! Quanto è grande l'apostolato dei puri e l'efficacia nel bene di quelli di cui si può dire che sono "innocentes manibus et mundi corde" (cfr. Sal. 23,4). Non per nulla fu detto da nostro Signore: "Beati mundo corde..." (Mt. 5,8).
Cari miei fratelli sacerdoti, cari miei chierici, perché Iddio ci ha chiamato a questa Congregazione? "Ad quid venisti?" (san Bernardo). Perché? Per farci santi. La vita religiosa è vita di santità e di perfezione e non potremo farci santi se non metteremo a base di tutto, insieme con l'umiltà, la bella, la santa virtù.
Perché Iddio ci ha chiamati? Risponde san Paolo: "perché siamo immacolati e santi al suo cospetto..." (cfr. Ef. 1,4).
Mi direte: - Come faremo in tanto assalto del mondo e delle passioni della carne, in mezzo a tanti mali esempi, in mezzo a tanta licenza? Come faremo a perseverare, a mantenerci fedeli alla pratica della santa virtù? (...)
Preghiera! E già san Benedetto, il primo istitutore della vita religiosa in Occidente, mise come motto della sua regola: "Ora et labora"... Prega! "Fùgite otiositatem... et labora! et labora!" (...)
Il lavoro serve a disciplinare lo spirito e a frenare le passioni. (...)
Cari miei fratelli, la purezza si mantiene con lo spirito di preghiera, di umiltà, con la frequenza ai sacramenti, con la temperanza e con la fuga delle occasioni. (...)
Non vi fidate mai di voi, non vi fidate mai di voi! (...) Nessuna diligenza è soverchia quando si tratta di custodire la virtù e di allontanare i vizi.
La virtù è fiore delicatissimo e sensibilissimo da conservarsi a qualunque costo".
Da una predica a Villa Moffa il 12 agosto 1939, Cf. "Parola di Don Orione"; vol. XI, p. 66 ss. passim.





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