1-500 | 501-1000 | 1001-1268
Canto, ottava
1 1, 2 | matto,~d'uom che sì saggio era stimato prima;~se da colei
2 1, 5 | trofei,~in Ponente con essa era tornato,~dove sotto i gran
3 1, 5 | Francia e de Lamagna~re Carlo era attendato alla campagna,~
4 1, 8 | Nata pochi dì inanzi era una gara~tra il conte Orlando
5 1, 8 | donzella, che la causa n'era,~tolse, e diè in mano al
6 1, 10 | mercede,~inanzi al caso era salita in sella,~e quando
7 1, 12 | Era costui quel paladin gagliardo,~
8 1, 12 | Baiardo~per strano caso uscito era di mano.~Come alla donna
9 1, 16 | E perché era cortese, e n'avea forse~
10 1, 18 | altro sotto,~quando non meno era con l'arme in mano~questo
11 1, 24 | quella parte onde caduto gli era~discende ne l'estreme umide
12 1, 24 | umide sponde:~ma quello era sì fitto ne la sabbia,~che
13 1, 26 | Era, fuor che la testa, tutto
14 1, 29 | Saracino il viso;~la voce, ch'era per uscir, fermossi.~Udendo
15 1, 38 | armato un cavallier giunt'era.~
16 1, 46 | cade, per suo amore~venuto era dal capo d'Oriente;~che
17 1, 47 | Stato era in campo, e inteso avea
18 1, 56 | Forse era ver, ma non però credibile~
19 1, 56 | facilmente a lui possibile,~ch'era perduto in via più grave
20 1, 63 | pagan morì di corto,~ch'era vivendo in numero de' buoni;~
21 1, 75 | nel tempo che da lei tanto era amato~Rinaldo, allor crudele,
22 2, 7 | domar questa~bestia superba era mal tempo allotta,~ferma
23 2, 8 | alto:~il martel di Vulcano era più tardo~ne la spelunca
24 2, 10 | quel porge lo scudo, ch'era d'osso,~con la piastra d'
25 2, 21 | vòto l'arcione,~però che n'era sceso il cavalliero~per
26 2, 21 | barone,~che men di lui non era in arme fiero;~poi ne seguitò
27 2, 24 | condutto,~con le reliquie sue s'era ridutto:~
28 2, 28 | tornare avea,~entrò nel mar ch'era turbato e fiero,~e gran
29 2, 35 | elmetto~dal faggio, ove legato era il cavallo;~et avea gli
30 2, 38 | smarrita prende.~Ancor non m'era accorto de l'assalto,~che
31 2, 41 | non via, dove sentier non era,~dove né segno di vestigie
32 2, 45 | guerrier di sommo ardire:~era Gradasso l'un, re sericano;~
33 2, 45 | Gradasso l'un, re sericano;~era l'altro Ruggier, giovene
34 2, 47 | per la lor vittoria Dio.~Era sotto il castel tanto di
35 2, 52 | Ruggier che tutto intento era a Gradasso.~Ruggier del
36 2, 58 | la cagion palese.~Questo era il conte Pinabel, figliuolo~
37 2, 59 | ma quando sentì poi ch'era in distretto,~turbossi tutta
38 2, 64 | aiuto~quel messo da Marsilia era venuto.~
39 2, 67 | Maganza e di Chiarmonte~era odio antico e inimicizia
40 2, 72 | salire~là dove il monte era forato e vano;~e le disse
41 2, 73 | entrar nel guado;~e che era uscito de l'interna grotta~
42 2, 74 | Bradamante, che come era animosa,~così mal cauta,
43 3, 7 | rare~con bella architettura era suspesa.~Surgea nel mezzo
44 3, 8 | intanto stride e crocca,~ch'era all'incontro, onde una donna
45 3, 13 | ciglia~(come quella che tutta era modesta)~rispose: - Di che
46 3, 14 | Merlin l'anima e l'ossa.~Era quella arca d'una pietra
47 3, 66 | di quali era però la maggior parte,~ch'
48 3, 75 | albergo, ove Brunel prim'era.~
49 4, 3 | cosa sarà questa? -~E dove era il rumor si trovò presta.~
50 4, 5 | e dicea il vero),~quel era un negromante, e facea spesso~
51 4, 10 | Quel ch'era utile a dir, disse; e quel
52 4, 10 | ch'a costei piacque,~ch'era buon da battaglia e da camino:~
53 4, 13 | Da quattro canti era tagliato, e tale~che parea
54 4, 17 | mazza o stocco,~e lontano era, e non avea alcun tocco.~
55 4, 18 | altre membra parea quale~era la madre, e chiamasi ippogrifo;~
56 4, 20 | Del mago ogn'altra cosa era figmento;~che comparir facea
57 4, 20 | si travaglia tutta,~come era, inanzi che venisse, instrutta.~
58 4, 23 | e fissa stava a quel ch'era uopo,~acciò che nulla seco
59 4, 26 | per adietro altri legare era uso.~La donna in terra posto
60 4, 26 | ben l'escuso;~che troppo era la cosa differente~tra un
61 4, 46 | animoso smonta~(Frontino era nomato il suo destriero),~
62 5, 12 | punto.~Vedi s'in me venuto era arrogante,~s'imperio nel
63 5, 13 | dicea ch'uguale al mio non era,~né vero amor quel ch'egli
64 5, 13 | stato in tutto il regno~non era, dopo il re, di lu' il più
65 5, 15 | Io, ch'era tutta a satisfargli intenta,~
66 5, 18 | Grato era al re, più grato era alla
67 5, 18 | Grato era al re, più grato era alla figlia~quel cavallier
68 5, 18 | più, ch'ella sapea che l'era amante.~Né Vesuvio, né il
69 5, 20 | conoscer chiaramente,~come era sì d'Ariodante accesa,~che
70 5, 21 | se stesso~che molto male era il suo amor gradito;~non
71 5, 26 | che divisa e sevra~e lungi era da me, non posi mente~che
72 5, 26 | pregando egli persevra,~era una fraude pur troppo evidente;~
73 5, 26 | prima de l'inganno,~che n'era già tutto accaduto il danno.~
74 5, 33 | dritto~come tra sé e Ginevra era la cosa;~ch'ella gli avea
75 5, 34 | e ch'esso era in speranza, pel valore~
76 5, 34 | arme a più d'un segno,~et era per mostrare a laude, a
77 5, 46 | nel solitario ostello~ch'era d'incontro al mio verron
78 5, 46 | fello,~che d'infamar Ginevra era sì lieto;~e fa il segno,
79 5, 46 | inante,~a me che de l'inganno era ignorante.~
80 5, 47 | sopra il verron, ch'in modo era locato,~che mi scopria dinanzi
81 5, 48 | ciò che ad altri accada;~l'era pian pian venuto seguitando,~
82 5, 48 | discosto,~nel medesimo ostel s'era riposto.~
83 5, 49 | detto,~sì come già venuta era più d'una~e più di due fiate
84 5, 50 | e tanto più, ch'era gran spazio in mezzo~fra
85 5, 50 | agevolmente persuase~quel ch'era falso. Or pensa in che ribrezzo~
86 5, 53 | quel furore il petto.~S'era più tardo o poco più lontano,~
87 5, 54 | d'amar lei, quando non t'era aperta~la fraude sua: or
88 5, 56 | fratello, ogn'altro indòtto~era chi mosso al dipartir l'
89 5, 57 | arrecò di mala sorte:~che s'era in mar summerso Ariodante~
90 5, 63 | E inanzi al re, quando era più di gente~la sala piena,
91 5, 65 | come~mandò la scala, onde era a lei venuto~un drudo suo,
92 5, 70 | io previdi, che se presa era io,~troppo periglio era
93 5, 70 | era io,~troppo periglio era del duca e mio.~
94 5, 72 | fei Polinesso certo;~e s'era debitor per tai rispetti~
95 5, 76 | città di Santo Andrea,~dove era il re con tutta la famiglia,~
96 5, 77 | ch'un cavallier istrano era venuto,~ch'a difender Ginevra
97 5, 77 | molto;~e che dopo che v'era, ancor veduto~non gli avea
98 5, 78 | tutto~a veder la battaglia era ridutto,~
99 5, 79 | altro capo de la terra,~ove era un prato spazioso e piano;~
100 5, 81 | col duca d'Albania, ch'era montato~s'un possente corsier
101 5, 86 | voler provare~coll'arme, ch'era ver quel ch'avea detto.~
102 5, 86 | effetto. -~L'uno e l'altro era armato, il campo fatto,~
103 5, 87 | mostri chiaro~ch'impudica era detta ingiustamente.~Crudel,
104 5, 91 | Dio, che d'un aiuto~come era quel, gli avea sì ben provisto.~
105 5, 91 | tristo,~et armato per lei s'era condutto,~stato da parte
106 5, 91 | condutto,~stato da parte era a vedere il tutto.~
107 6, 3 | veduto hanno:~e dimostrò come era Ariodante,~per tutta Scozia
108 6, 7 | che per gran dolore~ella era stata a rischio di morire~(
109 6, 8 | volesse~(che Lurcanio sì forte era e gagliardo,~ch'ognun d'
110 6, 16 | voto, e perché molto sazia~era del mondo, a Dio volse la
111 6, 17 | distante~tutta l'Europa, et era uscito fuore~per molto spazio
112 6, 25 | mila miglia ognor correndo era ito.~
113 6, 33 | mio fu Astolfo; e paladino~era di Francia, assai temuto
114 6, 33 | d'Orlando e di Rinaldo era cugino,~la cui fama alcun
115 6, 35 | Trovammo lei ch'uscita era di quello,~e stava sola
116 6, 37 | insieme in uno errore,~perch'era ferma e che mai non si scosse:~
117 6, 43 | che pienamente instrutto era di questo)~sono quest'altre
118 6, 48 | Io da lei altretanto era o più amato:~Alcina più
119 6, 50 | disamare a un punto.~Non era stato oltre a duo mesi in
120 6, 54 | Astolfo alla sua donna cugin era,~si dolse assai che in steril
121 6, 55 | domandolli~poi se via c'era, ch'al regno guidassi~di
122 6, 55 | non andassi.~Che ben ve n'era un'altra, ritornolli~l'arbore
123 6, 57 | Logistilla a salvamento andasse.~Era disposto e fermo usar ogni
124 6, 58 | dicea tra sé, ma vano era il discorso.~Non fu duo
125 6, 63 | chi lo reggea,~perché egli era ebro, e tenea il ciglio
126 6, 69 | armelino;~l'una e l'altra era bella, e di sì adorno~abito,
127 6, 81 | un cavallier, come quell'era:~e così ragionando ne veniro~
128 7, 3 | Quell'era armata del più fin metallo,~
129 7, 3 | smeraldo con flavo iacinto.~Era montata, ma non a cavallo;~
130 7, 4 | grande Apulia n'abbia:~egli era grosso et alto più d'un
131 7, 4 | arme avea la maledetta lue:~era, fuor che 'l color, di quella
132 7, 5 | sentiero,~come ad alcuni usata era talotta.~Ella a Ruggier,
133 7, 10 | Non tanto il bel palazzo era escellente~perché vincesse
134 7, 10 | di più gentilezza.~Poco era l'un da l'altro differente~
135 7, 10 | bellezza:~sola di tutti Alcina era più bella,~sì come è bello
136 7, 11 | Di persona era tanto ben formata,~quanto
137 7, 11 | ligustri;~di terso avorio era la fronte lieta,~che lo
138 7, 26 | dimori,~ormai ch'in casa era ogni cosa cheta,~de la camera
139 7, 34 | che di tanto intervallo era lontano.~Ne l'oste saracin
140 7, 38 | la vocal tomba di Merlino~era nascosa in loco alpestro
141 7, 40 | che reggier non potea, ch'era sfrenato,~scostarsi di lunghissimo
142 7, 43 | Ella non gli era facile, e talmente~fattane
143 7, 44 | sì forte,~che non se ne era mai per poter sciorre,~s'
144 7, 45 | Or tornando a colei, ch'era presaga~di quanto de' avvenir,
145 7, 53 | delizioso e molle~tutto era d'ozio e di lascivia pieno,~
146 7, 55 | prezzo:~tutto ne' gesti era amoroso, come~fosse in Valenza
147 7, 55 | servir donne avezzo:~non era in lui di sano altro che '
148 7, 66 | dissegli a che effetto venuta era;~
149 7, 70 | quando il suo amor per forza era d'incanto,~ch'essendovi
150 7, 70 | beltà Alcina avea, tutto era estrano:~estrano avea, e
151 7, 73 | giungea:~ogni dente di bocca era caduto;~che più d'Ecuba
152 7, 75 | finse provar s'in esse era aiutante,~finse provar se
153 7, 75 | aiutante,~finse provar se gli era fatto grosso,~dopo alcun
154 7, 77 | ella~sapea quanto nel corso era leggiero.~Chi lo conosce,
155 7, 78 | similmente,~che presso a Rabicano era legato;~ma gli avea detto
156 7, 79 | ch'invisibile ognor gli era all'orecchia.~Così fingendo,
157 8, 4 | a un vicino stagno,~dove era sempre da far preda intorno:~
158 8, 10 | scopra~lo scudo che d'Atlante era stato opra.~
159 8, 14 | la gente ch'in miseria v'era posta,~diede commodità,
160 8, 21 | la sete, e la fatica~ch'era di gir per quella via arenosa,~
161 8, 22 | Era Rinaldo molto ben veduto~
162 8, 22 | Poi la cagion che quivi era venuto,~più ad agio il paladin
163 8, 23 | potea;~e se non ch'esso era oggimai pur vecchio,~capitano
164 8, 24 | più d'ingegno,~dignissimo era a chi 'l governo desse,~
165 8, 27 | che con Carlo in Parigi era assediato,~al principe di
166 8, 28 | principe ch'io dico, ch'era, in vece~d'Oton, rimaso
167 8, 29 | sovenuto,~di che lasciai ch'era da lui fuggita,~e ch'avea
168 8, 32 | perché molto dilungata s'era,~e poco più, n'avria perduta
169 8, 38 | vista sua figura,~s'ella era donna sensitiva e vera,~
170 8, 43 | ch'in India, del Cataio era gran Cane;~onde io son giunta
171 8, 44 | affogarmi in mar morte non era~a tuo senno crudel, pur
172 8, 45 | afflitta e sbigottita.~Era sei giorni egli venuto prima;~
173 8, 46 | disse quel ch'a lui non era occulto.~
174 8, 49 | risponde il corpo infermo:~era mal atto, perché avea troppi
175 8, 58 | danno e sciagura, quivi era pur grande.~
176 8, 68 | il suo Orlando saputo,~ch'era per ritrovarla ito a Parigi;~
177 8, 72 | mente,~anzi che mai non era indi partita,~gli raccende
178 8, 72 | sopita.~Costei venuta seco era in Ponente~fin dal Cataio;
179 8, 74 | gente~di tormiti per forza era possente.~
180 8, 86 | re che 'l paladin non v'era.~
181 8, 89 | Era questa una donna che fu
182 9, 2 | Africa e di Spagna~la gente era attendata alla campagna:~
183 9, 16 | Albione;~ma il vento, ch'era da meriggie, manca,~e soffia
184 9, 17 | Quanto il navilio inanzi era venuto~in quattro giorni,
185 9, 22 | io non gli fossi sola;~ch'era da dui fratelli accompagnata),~
186 9, 23 | Duca era di Selandia, e se ne giva~
187 9, 25 | Bireno a pena era da noi partito~(che così
188 9, 26 | ruinar la pratica ch'in piede~era gagliarda, e presso al fin
189 9, 31 | dentro un castel che sol gli era rimaso,~che tutto il resto
190 9, 46 | Quei tutti che sapeva e gli era detto~che mi fossino amici,
191 9, 61 | sì perché dianzi giunta era una nuova,~che di Selandia
192 9, 64 | sentiero~diverso da la porta ov'era atteso,~che dopo occulto
193 9, 81 | la porta ritrovò patente,~era venuto dentro alla cittade,~
194 9, 83 | Quel popul sempre stato era nimico~del re di Frisa e
195 9, 83 | signore antico,~ma più perch'era ingiusto, empio e rapace.~
196 9, 84 | spetta~il dominio de l'isola, era detta;~
197 9, 88 | vuol ch'un suo germano,~ch'era minor d'età, l'abbia per
198 10, 10 | avea la gola;~che vivanda era troppo delicata:~e riputato
199 10, 11 | ancora~quattordici anni, et era bella e fresca,~come rosa
200 10, 16 | inculta e deserta un'isola era.~
201 10, 17 | dove in loco ameno~teso era un padiglione, entrò nel
202 10, 24 | l'aria chiara ancor non era molto.~Tutta tremante si
203 10, 39 | Alcina,~che venìa dietro et era omai vicina.~
204 10, 42 | mar, che al lor servigio v'era:~et affrettando i remi,
205 10, 44 | fede,~tutto benigno e tutto era discreto.~Pose Ruggier sopra
206 10, 51 | Un ch'era alla veletta in su la ròcca,~
207 10, 53 | di molti e grossi legni era una armata,~ad un botto
208 10, 56 | stilo.~Se ciò non fosse, era il dolore assai~per muover
209 10, 57 | che tutto il disegno~gli era successo, al mar voltò la
210 10, 63 | ma quivi era perpetua la verdura,~perpetua
211 10, 64 | Gran pezzo inanzi Astolfo era arrivato,~che visto da Ruggier
212 10, 69 | qua di là, dove più gli era a grado,~vòlse al ritorno
213 10, 70 | Al venir quivi, era, lasciando Spagna,~venuto
214 10, 74 | inanti,~che mandato da Carlo, era venuto~in queste parti a
215 10, 75 | terra:~e quel, ch'affabil era, gli dicea~che di Scozia
216 10, 93 | che l'Isola del pianto era nomata~quella che da crudele
217 10, 93 | fiera tanto~et inumana gente era abitata,~che (come io vi
218 10, 99 | del pianto, ch'almen non l'era tolto,~lo sparse, e si sforzò
219 10, 104| e con la spada,~non dove era de' denti armato il muso,~
220 10, 107| vuol con lo splendore~ch'era incantato nel coperto scudo.~
221 10, 113| Bretagna.~Sul lito un bosco era di querce ombrose,~dove
222 11, 7 | renduto~in ricompensa gli era del suo aiuto.~
223 11, 9 | abbracciar seco!~Quella, che s'era già fatta lontana,~mai non
224 11, 9 | speco~che sotto un monte era capace e grande,~dove al
225 11, 12 | esse alcuna sì bella non era,~Titiro e Melibeo, con vostra
226 11, 13 | error da sezzo;~che non era vicina e non l'udiva;~dove
227 11, 31 | seco,~con tutto quel ch'era atto al suo disegno.~Tutte
228 11, 32 | il salso granchio suole.~Era ne l'ora che le chiome gialle~
229 11, 51 | fece;~e per slegar la donna era già volto,~quando nuovo
230 11, 54 | avicina:~gli pare Olimpia; et era Olimpia certo,~che di sua
231 11, 59 | inteso~che 'l marin mostro era sul lito steso;~
232 11, 60 | che nuotando un cavallier era ito~a porgli in gola un'
233 11, 61 | quando~uscì de l'orca in ch'era entrato tutto,~pel conte
234 11, 62 | Lo conoscea, perch'era stato infante~d'onore in
235 11, 62 | onore in Francia, e se n'era partito~per pigliar la corona,
236 11, 62 | inante,~del padre suo ch'era di vita uscito.~Tante volte
237 11, 62 | tante~gli avea parlato, ch'era in infinito.~Lo corse ad
238 11, 64 | volea;~e ch'esso testimonio era di molte,~e renderne buon
239 11, 65 | Era il bel viso suo, quale esser
240 11, 76 | ma venuto~per dar, se v'era, alla sua donna aiuto.~
241 11, 77 | Ch'ella non v'era si chiarì di corto,~ma già
242 11, 77 | ma già non si chiarì se v'era stata;~perché ogn'uomo ne
243 11, 77 | perché ogn'uomo ne l'isola era morto,~né un sol rimaso
244 11, 81 | che a narrarle poi, sempre era pronto:~né mai fu alcun
245 12, 8 | suttil lavoro~edificato era il palazzo altiero.~Corse
246 12, 13 | dal qual tutto il palazzo era aggirato.~
247 12, 17 | in un gran prato uscito era del bosco;~io dico ch'arrivò
248 12, 20 | una persona~che paruta era Angelica ad Orlando,~parve
249 12, 21 | Questo era un nuovo e disusato incanto~
250 12, 25 | Orlando,~Ferraù e Sacripante era, la invia,~con Ruggier,
251 12, 29 | del gran palazzo lei, ch'era lor diva.~Corser di par
252 12, 30 | a portar, come la vesta,~era lor, perché in uso l'avean
253 12, 30 | avean tanto.~Ferraù il terzo era anco armato, eccetto~che
254 12, 32 | Era così incantato quello albergo,~
255 12, 32 | d'orzo e di paglia sempre era fornita.~
256 12, 47 | arme si giungeano, e raro~era più il ferro, col ferro
257 12, 47 | col ferro a tentarsi.~Non era in tutto 'l mondo un altro
258 12, 48 | estimo,~che Ferraù per tutto era fatato,~fuor che là dove
259 12, 48 | armato~usò portar, dove era il dubbio, sempre~di sette
260 12, 49 | Era ugualmente il principe d'
261 12, 49 | ogni studio et arte.~Duro era il resto lor più che diamante~(
262 12, 52 | Poi che, orribil come era e spaventosa,~l'ebbe da
263 12, 53 | fa lor sermone;~e lontana era un pezzo da quel loco,~prima
264 12, 53 | mente:~sì l'uno e l'altro era ne l'ira ardente.~
265 12, 54 | trattati il cavallier ch'era con nui!~Che premio fia
266 12, 55 | l cavallier che dianzi era con loro~se lo portasse;
267 12, 56 | una valle, ove il Circasso era ito:~si tenne Ferraù più
268 12, 56 | mezzo ad una fonte~giunta era, ombrosa e di giocondo sito,~
269 12, 58 | cavallier di Spagna, che venuto~era per l'orme, alla fontana
270 12, 58 | L'elmo, che sopra l'erba era caduto,~ritor non può, che
271 12, 65 | andò, talor palese,~secondo era oportuno, infra la gente.~
272 12, 65 | un giovinetto~trovò, ch'era ferito in mezzo il petto.~
273 12, 68 | Era ne l'ora, che traea i cavalli~
274 12, 69 | stendardo~il re di Tremisen, ch'era tenuto~tra gli Africani
275 12, 71 | quella che con lui giunt'era,~e quella che di Spagna
276 12, 73 | cercando pur colei, come egli era uso,~che nel carcer d'Amor
277 12, 75 | Era giovane Alzirdo, et arrogante~
278 12, 75 | timor pieno;~che su non v'era chi reggesse il freno.~
279 12, 77 | con tal lo stuol barbarico era mosso~verso il conte, gridando: -
280 12, 81 | veniano in fretta~(perch'era sol, credeanselo inghiottire),~
281 12, 86 | le selve tenne:~e sì come era uscito di se stesso,~uscì
282 12, 90 | viva gente sta sepolta.~Era non poco spazioso il sasso~
283 12, 91 | spelonca, appresso a un fuoco~era una donna di giocondo viso;~
284 12, 91 | primo sguardo, aviso:~et era bella sì, che facea il loco~
285 12, 92 | V'era una vecchia; e facean gran
286 13, 6 | che del gran re di Scozia era figliuolo.~
287 13, 8 | valore~sopra tutti i signori era eminente.~Mostrommi, e credo
288 13, 9 | pensando notte e giorno;~et era certa che non men molesta~
289 13, 12 | effetto~perch'egli allora era dal padre antico~a dar soccorso
290 13, 22 | Quell'era omo di Scozia, Almonio detto,~
291 13, 22 | Disse a costui che biasmo era e difetto,~se mi traeano
292 13, 23 | bosco ci ascondea,~e non era lontana oltra sei miglia.~
293 13, 24 | Era Corebo di Bilbao nomato~
294 13, 24 | fanciullo picciolo allevato~s'era con lui ne le medesme case.~
295 13, 25 | Corebo, che gentile era e cortese,~non lo poté ascoltar
296 13, 26 | Odorico, che mastro era di guerra,~in pochi colpi
297 13, 27 | fermata e certa~più tosto era a morir, ch'a satisfarli.~
298 13, 27 | e ch'io ne le sue man m'era creduta.~
299 13, 36 | tolse,~che de la luce, sola, era ministra.~Né d'acciecarlo
300 13, 44 | cavallier per via,~che prigione era tratto, riscontraro.~Chi
301 13, 49 | ostello,~dove sparito poi gli era davante;~e come tarda con
302 13, 75 | lo stringean sì forte,~ch'era vicino esser condotto a
303 13, 79 | cessa notte o dì, tanto era forte~l'incanto: e fatto
304 14, 9 | O misera Ravenna, t'era meglio~ch'al vincitor non
305 14, 11 | man di Rinaldo già morto era,~la gente di Navarra; e
306 14, 17 | il re d'Oran, che quasi era gigante.~L'altra che vien,
307 14, 19 | annel da Bradamante,~caduto era in disgrazia al re Agramante:~
308 14, 21 | il re novello:~la gente era con lui di Constantina;~
309 14, 25 | da Agramante,~onde venuto era tre giorni inante.~
310 14, 26 | altro che facesse mostra,~era nimico de la fede nostra.~
311 14, 30 | Era venuto pochi giorni avante~
312 14, 30 | un signore;~né in Ponente era, né in tutto Levante,~di
313 14, 30 | Agrican gagliardo:~suo nome era il feroce Mandricardo.~
314 14, 31 | Per molti chiari gesti era famoso,~e di sua fama tutto
315 14, 33 | scudier fe' dimandar come era~la sopravesta di quel cavalliero.~
316 14, 33 | che come dentro l'animo era in doglia,~così imbrunir
317 14, 34 | gambe e chiome nere; et era nato~di frisa madre e d'
318 14, 35 | che da le man d'Orlando era fuggita,~chi del figliuol,
319 14, 35 | mente~ne la pallida faccia era sculpita;~ancor, per la
320 14, 47 | accorti~che male in ogni guisa era morire,~sendo già presso
321 14, 49 | per la via che di nuovo era segnata~ne l'erba, e al
322 14, 53 | pianto~in sommo gaudio, era disposto al tutto~menarla
323 14, 66 | Venuto ad Agramante era all'orecchio,~che già l'
324 14, 81 | vide ch'anco la Discordia v'era.~
325 14, 87 | Gabriel che dicesse: Ave.~Era brutta e deforme in tutto
326 14, 91 | del Sonno (che ben dove~era sapea) questo Silenzio truove.~
327 14, 100| openioni sciocche,~questo era il dì che 'l santo consistoro~
328 14, 108| Sobrin gli era a man manca in ripa a Senna,~
329 14, 115| Mandricardo, e dissi dove e a cui.~Era costei che Rodomonte amava~
330 14, 115| mostrava,~non già sapendo ch'era in forza altrui:~se saputo
331 14, 118| Armato era d'un forte e duro usbergo,~
332 14, 127| saria stata meno,~se non v'era il figliuol del re Ulieno.~
333 14, 130| Poco era men di trenta piedi, o tanto,~
334 15, 5 | nemici alla ripa più interna~era passato d'un mirabil salto.~
335 15, 5 | scendea ne la caverna,~questo era ben il fin d'ogni suo assalto.~
336 15, 6 | bastasse alla sua scorta.~Seco era il re d'Arzilla Bambirago,~
337 15, 8 | persona il capo de l'Impero~v'era, re Carlo, e de' suoi paladini,~
338 15, 15 | par del suon di questo, era niente.~Con molto riferir
339 15, 41 | che di fiamma e di vento era concetto;~e senza fieno
340 15, 52 | Vêr la palude, ch'era scura e folta~di verdi canne,
341 15, 56 | ismagliarne la più debol parte;~et era quella che già piedi e mano~
342 15, 58 | mila anni dopo,~di là, dove era sacra, la rimosse:~se ne
343 15, 59 | caccia~vi davan dentro; et era tocca a pena,~che lor legava
344 15, 60 | avendol sciolto prima,~ch'era tornato uman più che donzella.~
345 15, 63 | Non era grande il Cairo così allora,~
346 15, 67 | ritruova che crudel battaglia~era tra Orrilo e dui guerrieri
347 15, 68 | che 'l negromante venuto era~alla battaglia con vantaggio
348 15, 69 | tagliato o mano o gamba gli era,~la rapiccava, che parea
349 15, 74 | Era in quel clima già sparito
350 15, 75 | l gigante~traea legato, era il baron dal pardo~(che
351 15, 75 | pardo~(che così in corte era quel duca detto),~raccolser
352 15, 76 | giardino~trovâr ch'apparechiata era la cena~ad una fonte limpida
353 15, 81 | debbia affaticarsi invano.~Era già l'altra aurora in cielo
354 15, 90 | Damiata~certificossi ch'era morto Orrilo,~la columba
355 15, 90 | aviso~per tutto Egitto, ch'era Orrilo ucciso.~
356 15, 93 | pigliar la via mancina,~ch'era più dilettevole e più piana,~
357 15, 95 | Meca, oltre l'etade,~ch'era nel primo fior, molto prudente;~
358 15, 97 | diece~bestie da soma, tanto era robusto.~Diegli Astolfo
359 15, 102| suo nuovo amante ella se n'era,~non le parendo ormai di
360 15, 103| strali han buone tempre.~Et era grave sopra ogni martìre,~
361 15, 104| colei ch'al suo giudicio era di quante~femine rie si
362 16, 6 | fiore;~che l'uno e l'altro era di cor leggiero,~perfido
363 16, 8 | Damasco in quelli giorni,~era cagion di far quivi venire~
364 16, 14 | non prende,~che fatto s'era adultero di quella:~ma gli
365 16, 28 | avesse astretto,~perduta era quel dì tutta la terra:~
366 16, 32 | ridutti,~sopra la riva ch'alta era dai piani~sì, che poteano
367 16, 42 | fida~e sì sicura scorta era venuto,~ch'ebbe il Silenzio
368 16, 51 | La prima schiera era già messa in rotta,~quando
369 16, 53 | de l'altra squadra questa era migliore~di capitano, d'
370 16, 54 | D'Africa v'era la men trista gente;~ben
371 16, 54 | l'elmo lucente,~e tutto era coperto a piastra e a maglia.~
372 16, 55 | nuovo duca d'Albania fatt'era.~
373 16, 60 | reputato fra' gagliardi~era, Calamidor da Barcelona,~
374 16, 70 | aiuto,~il campo da quel lato era perduto.~
375 16, 71 | Ferraù, che sin qui mai non s'era~dal re Marsilio suo troppo
376 16, 77 | e da quel canto un messo era venuto~del re Sobrino a
377 16, 78 | quel furore;~e Zerbin, ch'era a piè, vi peria forse,~ma '
378 16, 81 | se nel ferir la lancia era più forte.~
379 16, 83 | arrivava.~Ma egli, che montato era per tempo,~di qua e di là
380 16, 89 | i segni;~che 'l pagan s'era tratto in quella parte.~
381 17, 9 | Quivi gran parte era del populazzo,~sperandovi
382 17, 9 | ascesa;~perché forte di mura era il palazzo,~con munizion
383 17, 13 | strane genti.~Tratta la cosa era in periglio tanto,~quando '
384 17, 17 | e con quello~ch'adulter era, e non di lei fratello.~
385 17, 20 | tutte le pareti.~Adorna era ogni porta, ogni finestra~
386 17, 24 | di quella festa, e s'ella era solenne~usata ogn'anno,
387 17, 25 | doglie e 'n pianti~sempre era stato, e con la morte inanti.~
388 17, 28 | cercando alle vicine~valli era andato e a' boschi più secreti,~
389 17, 34 | Era presso alla grotta in ch'
390 17, 34 | che non si numerava;~e n'era egli il pastor l'estate
391 17, 37 | udito~de l'Orco che venuto era a rubarlo,~che, senza più
392 17, 39 | che senza l'Orco in casa era la moglie.~Come ella 'l
393 17, 46 | seco lo rape~là dove chiuso era d'un sasso grave~de la sua
394 17, 51 | procinto~d'uscir di vita m'era acerbo e forte;~pur mi sarei,
395 17, 63 | al padre suo, che quivi era, la denno:~e questo fu ne
396 17, 64 | lo narra),~e come a punto era la cosa gita;~grazie a Dio
397 17, 66 | che molti dì vento crudele~era stato contrario alle sue
398 17, 80 | sì che bella in Damasco era la piazza~di gente armata
399 17, 82 | De la giostra era il prezzo un'armatura~che
400 17, 85 | fin ch'al re di guardarli era giocondo;~e si foravan spesso
401 17, 86 | forza di Grifone,~poi ch'era seco, participe fosse,~audace
402 17, 86 | duo cavallier cominciata era.~
403 17, 87 | bontade, il più cortese~non era stato in tutto quel paese.~
404 17, 88 | fugisse.~Grifon, che gli era appresso e n'avea cura,~
405 17, 88 | un gentil guerrier che s'era mosso,~come si spinge il
406 17, 93 | Grifon, ch'errare in arme era poco uso:~spinse il cavallo
407 17, 97 | Ne la lizza era entrato Salinterno,~gran
408 17, 97 | il governo,~e di sua mano era guerriero egregio.~Costui,
409 17, 101| tra mille scudi;~e se non era doppio e fin l'arnese,~ferìa
410 17, 102| avria aperta e rotta, se non era~fatta, come l'altr'arme,
411 17, 103| sotto~il signor di Seleucia era a Grifone;~e se partir non
412 17, 105| d'un'ora il tutto fatto s'era:~ma Norandin, per far più
413 17, 106| come meglio sapea, gli era adiutrice.~
414 17, 109| entraro in un giardin ch'era lì appresso;~et un inganno
415 17, 111| scudieri e con la donna, dove~era il popolo ancora, in piazza
416 17, 114| inganno, addormentato s'era,~né mai si risvegliò fin
417 17, 129| e ritorni la colpa ond'era uscita,~tolse licenzia,
418 17, 130| un amplo privilegio,~dov'era d'alti onori al sommo ornato.~
419 17, 132| disoneste putte,~di che n'era una et or un'altra auriga,~
420 17, 132| offeso,~se dai più saggi non era difeso.~
421 18, 12 | denti fesso,~come che l'elmo era di tempra buona.~Percosso
422 18, 30 | compresa,~a caminar se gli era messa allato,~parendo d'
423 18, 39 | porta San Marcello,~dov'era gran spianata di campagna,~
424 18, 40 | dei cristian, rimesso s'era;~e con l'inamorato d'Isabella~
425 18, 52 | estima.~Guglielmo da Burnich era uno Inglese~maggior di tutti,
426 18, 59 | Norandino a quel rumor corso era~con più di mille armati
427 18, 61 | e forte,~che circondato era d'un'alta fossa,~in capo
428 18, 71 | Soria,~d'un nuovo drudo, ch'era di quel loco,~di subito
429 18, 76 | et udì ch'a Damasco se n'era ito~con Orrigille, ove una
430 18, 78 | s'avide meglio, che non era desso.~
431 18, 79 | che per fraude di colei~ch'era con lui, Grifon gli avesse
432 18, 84 | facesse di menzogna rea:~buona era ogn'altra parte, se non
433 18, 87 | ognun sapea già come~egli era, che sì ben corse l'antenne,~
434 18, 91 | letto mosso~Grifon non s'era, poi che fu ferito,~che
435 18, 94 | temperato e saggio~divenuto era dopo un tanto errore,~non
436 18, 94 | oltraggio,~che degno di mercede era e d'onore:~sì che dì e notte
437 18, 98 | sembianza d'uomo, e femin'era,~ne le battaglie a maraviglia
438 18, 101| cavallier, quando al Catai seco era:~e lo chiamò per nome, e
439 18, 104| frassini e faggi~re Norandino era venuto al loco~ch'avea constituito
440 18, 108| piazza nuovamente venuta era.~Costei, vedendo l'arme
441 18, 123| scienza;~ma perché con Marfisa era venuto,~dar le volea con
442 18, 124| vicino,~e il voler cangia, ch'era mal disposto.~Giungean molti
443 18, 128| la corazza impressa,~ch'era in tre parti una corona
444 18, 135| con un vecchio patron ch'era da Luna.~Mostrava d'ogn'
445 18, 147| quartiero,~di che superbo era il figliuol d'Almonte;~e
446 18, 161| alloggiamenti ebbon la caccia:~et era lor quel luogo anco mal
447 18, 166| vita,~di robusta persona era et isnella:~Medoro avea
448 18, 166| quella impresa uscita~non era faccia più gioconda e bella:~
449 18, 170| conforto né trastullo.~Medoro era disposto o di morire,~o
450 18, 179| Venuto era ove il duca di Labretto~
451 18, 192| Era a quel tempo ivi una selva
452 19, 3 | da lui tratto al sicuro s'era~l'altro, ch'avea la spalla
453 19, 5 | selva si ricaccia;~et onde era venuto si ravvia,~e torna
454 19, 9 | altri a quella banda~ond'era uscito il calamo omicida.~
455 19, 10 | Or Zerbin, ch'era il capitano loro,~non poté
456 19, 17 | se non sapete, Angelica era,~del gran Can del Catai
457 19, 19 | altro error via più pentita~era del ben che già a Rinaldo
458 19, 23 | tanto il terren tinto,~ch'era omai presso a rimanere estinto.~
459 19, 36 | subito fitto;~così, se v'era alcun sasso men duro:~et
460 19, 36 | alcun sasso men duro:~et era fuori in mille luoghi scritto,~
461 19, 38 | diede a Orlando: Orlando ch'era amante,~di porsi al braccio
462 19, 39 | del paladino, quanto~perch'era ricco e d'artificio egregio,~
463 19, 42 | di loto e di guazzo~tutto era brutto e volto e petto e
464 19, 43 | minaccie e l'ire;~e già durato era tre dì lo sdegno,~né di
465 19, 55 | sbattute.~E 'l pigliar porto era un voler morire,~o perpetuo
466 19, 56 | E 'l stare in dubbio era con gran periglio~che non
467 19, 60 | mari,~che cento mila spade, era lor duro.~Parea lor questo
468 19, 65 | legno sorto~(già l'aviso era per tutta la terra),~che
469 19, 73 | averne vittoria abil non era.~
470 19, 79 | e nel piè dietro manco,~era, più che mai corbo, oscuro
471 19, 79 | che, come manco~del chiaro era l'oscuro, era altretanto~
472 19, 79 | del chiaro era l'oscuro, era altretanto~il riso in lui
473 19, 84 | L'usbergo suo di tempra era sì duro,~che non gli potean
474 19, 85 | braccia, e in sella il ventre era e le gambe.~
475 19, 88 | Stato era il cavallier sempre in un
476 19, 93 | dei duo campioni, intento era ciascuno.~Marfisa, acciò
477 19, 95 | Marfisa, et ella mai non n'era uscita;~e n'uscì, come udite,
478 19, 101| chi avesse anco il meglio era palese;~né l'un né l'altro
479 19, 103| a cui dato hai la morte,~era di diece femine consorte.~
480 19, 107| ardenti,~tutti saliro ov'era un real tetto,~distinto
481 20, 15 | più ricca e più piacevol era,~di belle donne et amorose
482 20, 15 | da matino a sera:~e com'era ogni tempo consueta~d'accarezzar
483 20, 17 | guerra~per cui stato Falanto era condutto,~e lo stipendio
484 20, 24 | e che manco mal era meretrici~andar pel mondo,
485 20, 29 | regno,~dove di farla eterna era il disegno.~
486 20, 35 | al giorno, e non di più, era tratto~il capo a sorte,
487 20, 35 | crudo ufficio~per sorte era di farne sacrificio.~
488 20, 36 | parte chiuso,~con gli altri era serbato al crudel uso.~
489 20, 37 | Di viso era costui bello e giocondo,~
490 20, 65 | detto avea, questo Guidone~era figliol del suo parente
491 20, 84 | traversar si convenia,~né v'era altro camin lungo né corto:~
492 20, 84 | la piazza, dove il popul era,~s'appresentò con più di
493 20, 86 | ma tanta e tanta copia era dei dardi~che, con ferite
494 20, 87 | D'ogni guerrier l'usbergo era perfetto;~che se non era,
495 20, 87 | era perfetto;~che se non era, avean più da temere.~Fu
496 20, 93 | strani~la forza che nel corno era incantata.~Sansonetto, Guidone
497 20, 102| Quivi non era Bradamante allora,~ch'aver
498 20, 103| dicendo che lodevole non era~ch'andasser tanti cavallieri
499 20, 106| antica,~che stanca e lassa era di lunga via,~ma via più
500 20, 110| accompagnato.~La donna ch'avea seco era assai bella,~ma d'altiero
1-500 | 501-1000 | 1001-1268 |