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Canto, ottava
501 20, 111| un de' conti maganzesi,~era quel cavallier ch'ella avea
502 20, 112| molle~di Pinabel sempre era stata inante,~si tornò a
503 20, 113| E sì come vezzosa era e mal usa,~quando vide la
504 20, 113| che di lei quella vecchia era più bella;~
505 20, 114| gittava il cavallier di ch'era donna.~Pinabel che faria,
506 20, 116| lei si volse,~che quant'era più ornata, era più brutta.~
507 20, 116| che quant'era più ornata, era più brutta.~Tre giorni se
508 20, 132| Stare in danno del tutto era men male,~che fare un cambio
509 20, 141| ben in man de venti ell'era stata,~non l'avea alcun
510 21, 5 | conobbe il cavalliero,~ch'era nomato Ermonide d'Olanda,~
511 21, 6 | lei nimico e di sua gente~era il guerrier che contra lor
512 21, 7 | faccia che sì in odio gli era:~- O di combatter meco t'
513 21, 8 | importe~ch'un cavallier, com'era egli, gentile,~voglia por
514 21, 19 | Ben che duro gli fosse, era più onesto~che satisfare
515 21, 26 | Era l'un sano e pien di nuovo
516 21, 36 | v'essendo Argeo, spesso era ardito~di correr solo, e
517 21, 36 | al castello;~ma s'Argeo v'era, non tenea lo 'nvito,~né
518 21, 48 | castellano.~Come ordine era dato, il tutto avvenne;~
519 21, 49 | il collo;~ch'elmo non v'era, e non vi fu riparo.~Pervenne
520 21, 57 | uscian dal petto tristo;~et era divenuto un nuovo Oreste,~
521 21, 60 | vecchio ingiusto,~dicendo ch'era buona pozione~da ritornare
522 21, 61 | dava~la tazza dove il tòsco era celato,~dicendo: «Ingiustamente
523 21, 64 | Fornito questo, il vecchio s'era messo,~per ritornare alla
524 21, 66 | sequitò con l'alma quella ch'era~già de mio frate caminata
525 21, 71 | rifà di quinta.~Nel cor era gonfiata di veneno,~e nel
526 21, 71 | veneno,~e nel viso altrimente era dipinta.~Dunque ne la concordia
527 21, 72 | battaglia fiera~che, quanto era il rumor, vicina fosse.~
528 21, 72 | Zerbino, per veder la cosa ch'era,~verso il rumore in gran
529 22, 2 | Ella era tale; e come imposto fummi~
530 22, 2 | se ben di tante inique era sorella.~
531 22, 8 | Otone~già molti mesi inanzi era in Parigi,~e che di nuovo
532 22, 12 | molle,~ch'un villanel che v'era ascoso appresso,~sbuca fuor
533 22, 16 | s'avvide che quel loco era incantato;~e del libretto
534 22, 16 | vide tosto~a quante carte era il rimedio posto.~
535 22, 17 | Del palazzo incantato era difuso~scritto nel libro;
536 22, 17 | i nodi.~Sotto la soglia era uno spirto chiuso,~che facea
537 22, 20 | soccorrea col grave suono,~morto era il paladin senza perdono.~
538 22, 22 | altro che fune a ritenerli era uopo,~e seguiro i patron
539 22, 24 | oro~di Ruggiero il cavallo era legato,~parlo di quel che '
540 22, 24 | il lavoro~del freno, ond'era in Francia ritornato,~e
541 22, 26 | egli ben quanto a portarlo era atto,~che l'avea altrove
542 22, 29 | avea ragione;~che non v'era un miglior per correr lancia,~
543 22, 30 | invano.~L'altro matin, ch'era ancor l'aer fosco,~veder
544 22, 35 | per amor di questa,~com'era stato il padre, e antiquamente~
545 22, 36 | foresta~donna che molto era nel viso mesta.~
546 22, 37 | sempre uman, sempre cortese~era a ciascun, ma più alle donne
547 22, 42 | la paura in tutto scema~era di causa, come io dirò poi.~
548 22, 45 | forza la speranza~colà dond'era già tutta fuggita;~ma perch'
549 22, 50 | giostrò con Pinabel ch'era dotato~di poca forza e di
550 22, 58 | donzella~si messe per la via ch'era più corta.~Più di tre miglia
551 22, 60 | volendo dar consigli,~com'era usato agli altri cavallieri:~-
552 22, 71 | S'era accostato Pinabello intanto~
553 22, 71 | di Dio, per dargli quanto~era il merito suo, vi lo condusse~
554 22, 72 | Fornito a punto era l'ottavo mese~che, con lei
555 22, 79 | Quando io v'avea in prigione, era da farme~queste escuse,
556 22, 88 | guerriera;~e vien là dove era rimasa, quando~la prima
557 22, 88 | prima giostra cominciata s'era.~Pensa ch'andata sia (non
558 22, 91 | soprarriva~dove profondo era cavato un pozzo.~Quivi l'
559 22, 96 | quella~orribil luce vinto era rimaso.~Mentre parlan di
560 23, 3 | risulta.~Quivi Altaripa era tra monti fieri~vicina al
561 23, 5 | sentiero~che la portò dov'era spesso e forte,~dove più
562 23, 9 | del bosco, ove pur dianzi era il palagio,~là dove molti
563 23, 10 | chiaramente fe' veder ch'ell'era.~
564 23, 20 | Montalban le par che sia:~et era certo Montalbano; e in quello~
565 23, 21 | né farà cosa ~di quel ch'era ordinato a Vallombrosa.~
566 23, 22 | che quindi ben sapea qual era il calle.~Ma sua fortuna,
567 23, 25 | lasciasse;~e lui pregar (s'era pregar mistero)~che quivi
568 23, 25 | poi venisse a far quanto era detto,~sì che si desse al
569 23, 26 | e degno~d'essergli caro era ben senza fallo;~che non
570 23, 27 | e a picciol passo;~sì ch'era più che mai lucido e grasso.~
571 23, 29 | Quanto Ruggier l'era nel core impresso,~mille
572 23, 30 | Ippalca la donzella era nomata.~- Va, - le dice,
573 23, 30 | dire;~e far la scusa se non era andata~al monaster: che
574 23, 39 | chi sia;~ma, come quel ch'era cortese e pio,~ebbe pietà
575 23, 45 | e gli fu detto~che venut'era al cont'Anselmo aviso,~che
576 23, 46 | l'altre nubilose et atre~era la faccia del misero patre.~
577 23, 54 | Era con lui quella fanciulla,
578 23, 56 | conte alle parole scorto~ch'era innocente, e che moriva
579 23, 57 | ntese che commesso questo~era dal conte Anselmo d'Altariva,~
580 23, 57 | d'Altariva,~fu certo ch'era torto manifesto;~ch'altro
581 23, 57 | Et oltre a·cciò, l'uno era all'altro infesto~per l'
582 23, 59 | elmo non passò già, perch'era fino;~ma tanto fu de la
583 23, 63 | tolse,~che per suo mal se n'era fatto adorno;~Zerbino gli
584 23, 65 | non fe' quando udì ch'ella era morta.~
585 23, 71 | Era questo guerrier quel Mandricardo~
586 23, 78 | l'altr'arme ch'io porto,~era d'Ettòr, che già mill'anni
587 23, 88 | quello a chi tolto il freno era di bocca,~non più mirando
588 23, 90 | La bestia, ch'era spaventosa e poltra,~sanza
589 23, 90 | un fosso a quel desir non era avverso;~che, sanza aver
590 23, 93 | trovosse,~ch'ancor non s'era accorta che vi fosse.~
591 23, 95 | ch'alla sua sella ciò ch'era di guasto,~tutto ben racconciò
592 23, 97 | vòlse~lor compagnia, ben ch'era e buona e bella;~e con questa
593 23, 102| man de la sua diva.~Questo era un di quei lochi già descritti,~
594 23, 107| linguaggio io penso;~et era ne la nostra tale il senso:~
595 23, 110| Era scritto in arabico, che '
596 23, 111| non vi fosse quel che v'era scritto;~e sempre lo vedea
597 23, 112| altri passa.~Caduto gli era sopra il petto il mento,~
598 23, 116| a forbir va l'armatura.~Era questa la casa ove Medoro~
599 23, 119| Medoro alla sua villa,~ch'era ferito gravemente; e ch'
600 23, 123| de l'erba il villan che s'era messo~per chiuder gli occhi,
601 23, 126| dolore:~finîr, ch'a mezzo era il dolore a pena.~Dal fuoco
602 23, 128| che paio in viso:~quel ch'era Orlando è morto et è sotterra;~
603 23, 134| quella, né scure, né bipenne~era bisogno al suo vigore immenso.~
604 24, 6 | seguir lento,~se non ch'era già volto al loro armento.~
605 24, 10 | chiaro esperimento fece,~ch'era assai più sicur starne lontano.~
606 24, 11 | Era a periglio di morire Orlando,~
607 24, 11 | capace.~Potea imparar ch'era a gittare il brando,~e poi
608 24, 16 | appresso, e così fe' Issabella:~era Odorico il Biscaglin, che
609 24, 17 | Come era a punto quella cosa stata,~
610 24, 17 | fosse alla grotta.~Né giunt'era anco al fin di quel sermone,~
611 24, 18 | lor, colui ch'appresso l'era;~ma più, che ne lo scudo
612 24, 18 | guardâr meglio al viso,~che s'era al vero apposto il loro
613 24, 32 | da la somma Prudenzia m'era infusa,~io mi sforzai guardarla;
614 24, 33 | e non per lieve sferza s'era indutto.~Se mai per prieghi
615 24, 34 | ricordarsi l'amicizia stretta~ch'era stata tra lor per sì lungo
616 24, 36 | lontano~avea quest'altri, era tra lor venuto,~e la vecchia
617 24, 36 | ciel che sì benigno gli era suto,~che datogli in arbitrio
618 24, 41 | Odorico andar sotterra,~questo era porgli inanzi un'alta fossa,~
619 24, 46 | Zerbin che dietro era venuto all'orma~del paladin,
620 24, 47 | Tant'era l'amor grande che Zerbino,~
621 24, 64 | usbergo, e grossa parimente~era la piastra, e 'l panziron
622 24, 74 | che già tornato a Parigi era.~Tanto ella se n'andò per
623 24, 88 | a natural prudenzia,~et era tutto pien di caritade,~
624 24, 90 | aiutando l'eremita dunque,~ch'era de la sua età valido e forte,~
625 24, 92 | un monastero~ricchissimo era, e di edificio bello:~e
626 24, 92 | quello,~che 'n un castel ch'era tra via, si fece~lunga e
627 24, 95 | grande ingiuria tiene,~ch'era sua sposa, e a vendicar
628 24, 97 | provocarsi~lui ch'altamente era per vendicarsi.~
629 24, 104| Tartaro, che molto~non sapea s'era vespero o dimane.~L'irato
630 24, 107| e la superbia monta:~et era per seguir; ma quivi giunse~
631 24, 114| Quivi era la Discordia impaziente,~
632 25, 2 | l'ebbe Amor: che se non era~che così commandò la donna
633 25, 8 | Perch'era conosciuta da la gente~quella
634 25, 9 | ch'io non son Ruggier com'era inante.~
635 25, 14 | La forza di Ruggier non era quale~or si ritrovi in cavallier
636 25, 31 | E dicea il ver; ch'era viltade espressa,~conveniente
637 25, 32 | cerca ne l'arme; e in Africa era nata~in lito al mar ne la
638 25, 39 | lamenta e più si duole.~Era del giorno il termine ormai
639 25, 40 | conoscer fe' a ciascun ch'ella era donna.~
640 25, 52 | Fiordispina;~e v'arrivai che non era la luce~del sole ascosa
641 25, 53 | cavallo~con che partita era ella il giorno inante.~Vien
642 25, 57 | e già un pezzo la mensa era levata,~la mensa, che fu
643 25, 57 | ch'io domande~quel che m'era cagion del venir stata:~
644 25, 72 | Di Buovo era costui figliuol bastardo,~
645 25, 72 | vano.~Fosse come si voglia, era gagliardo,~prudente, liberal,
646 25, 73 | incontra allegramente~come era usato, anzi con tristo aspetto,~
647 25, 79 | costui tratto del fuoco;~e ch'era certo che maggior del vanto~
648 25, 83 | diversamente inchina.~Gli era l'aviso riuscito lunge~di
649 25, 87 | vedesse ella che 'l biasmo era infinito~s'a quel punto
650 25, 87 | convenia con lei, che tutta~era sincera, alcuna cosa brutta.~
651 25, 88 | conservarsi;~or lo cercava, e n'era fatto avaro,~poi che dovea
652 25, 89 | in che per fede astretto~era al suo re, quando non prima
653 25, 89 | come di buon voler stato era ogni ora;~e ch'al padre
654 25, 96 | Malagigi mutar nei carriaggi.~Era un'ampla campagna che giacea~
655 26, 3 | coi duo di Chiaramonte era venuto,~dico con Aldigier,
656 26, 8 | più costui detto vi sia)~era Marfisa che diede l'assunto~
657 26, 9 | donzella, e non quella ch'ella era.~Non molto dopo scoperse
658 26, 27 | argento~ch'in diverse vasella era formato,~et alcun muliebre
659 26, 28 | che sempre tra gli amici era cortese,~a dar di sé notizia
660 26, 30 | Era una de le fonti di Merlino,~
661 26, 31 | l'altro che resta,~tutto era volpe: e parea scorrer tutta~
662 26, 35 | Massimigliano d'Austria a par seco era;~e Carlo quinto imperator,
663 26, 36 | però molta,~onde alla belva era la vita tolta.~
664 26, 37 | questi,~per le cui mani era la bestia uccisa,~che fatti
665 26, 53 | onor, ch'in tanto pregio v'era,~che fu da Malagigi sì lodato,~
666 26, 54 | tapeti~tra gli arbuscelli ond'era il rivo adorno.~Malagigi
667 26, 55 | Questa era quella Ippalca a cui fu
668 26, 56 | il luogo ben sapea (che v'era~stata altre volte), se ne
669 26, 57 | Ruggiero il suo dir, che gli era presso.~
670 26, 59 | Era sì baldanzoso il creder
671 26, 59 | a tor, dicendogli io~ch'era de la sorella di Rinaldo.~
672 26, 63 | ebbe, gli narrò ch'ad esso~era mandata da colei che tanto~
673 26, 66 | Rodomonte.~Aspra, ma breve era la via del colle;~l'altra
674 26, 67 | calca,~onde molto più corto era il viaggio.~Per l'altra
675 26, 85 | dimostra;~e le racconta come era venuto~a chieder lor per
676 26, 87 | se famosa~lor nominanza era per vero o ciancia,~tosto
677 26, 88 | partito~per altra via se n'era Rodomonte:~e pensando che
678 26, 88 | e pensando che lungi non era ito,~e che 'l sentier tenea
679 26, 89 | la via, ch'una giornata era vicino;~perché s'alla fontana
680 26, 91 | fosse soccorso,~a cui Carlo era appresso a porre il morso.~
681 26, 92 | conobbe per lui chi adosso gli era;~e su la lancia fe' le spalle
682 26, 94 | Aggiungi che sapea ch'era Ruggiero~che seco per Frontin
683 26, 102| quanto miglior partito~t'era d'avermi subito ubbidito. -~
684 26, 107| acquistar Marfisa,~fermato s'era a far più d'una giostra;~
685 26, 117| che lo percuote.~Se non era di tempra adamantina,~fesso
686 26, 118| dì fatta compagna~se gli era d'arme, par ch'avampi et
687 26, 118| duo così rimagna:~e come era magnanima e gagliarda,~si
688 26, 124| ma sì l'osbergo d'ambi era perfetto,~che mai potêr
689 26, 125| voltarsi~che fece stretto, ov'era molle il prato,~sdrucciolò
690 26, 126| da sé lontan quell'altro era trascorso:~ferì su l'elmo
691 26, 128| con che fermare il sole era possente,~pur la scongiurazione
692 26, 129| quel che dianzi mai non s'era mosso,~se non quanto ubidito
693 26, 135| ritorna ove in disparte~era il fratel de la sua donna
694 27, 6 | in parte, dove~di lei ch'era col padre ebbono nuove.~
695 27, 11 | che 'l suo star fuor non era senza incarco.~
696 27, 13 | leva,~che 'l buon Rinaldo era da lui lontano;~e vedendo
697 27, 22 | Dove passato era il piccol drappello,~di
698 27, 22 | eternamente degno,~per lunga riga era rimaso quello~al mondo sempre
699 27, 23 | Non era agli ripari anco arrivato~
700 27, 34 | fedele~popul preda de' lupi era e de' corbi,~di Francia,
701 27, 35 | le avea l'assunto, e mal era esequito;~anzi tutto il
702 27, 45 | scritto avea;~ne l'altro era Ruggiero e Mandricardo;~
703 27, 50 | sublime~il re d'Africa, e seco era l'Ispano;~poi Stordilano,
704 27, 52 | In abito succinta era Marfisa,~qual si convenne
705 27, 52 | Agramante, in campo venut'era~l'araldo a far divieto e
706 27, 55 | Vedendola, fu certo ch'era quella~tanto famosa del
707 27, 56 | Orlando;~e come finto quel s'era poi matto,~così coprire
708 27, 56 | il suo timor sperando,~ch'era d'aver continua guerra meco,~
709 27, 66 | la battaglia in terzo,~et era per uscirne un strano scherzo,~
710 27, 70 | ben guernito e in punto~era il destrier, come doveasi
711 27, 71 | dubbio, conosciuto~che questo era il destrier suo Frontalatte,~
712 27, 75 | tosto avveduto~che meglio era per lui di nascer muto.~
713 27, 79 | Non era la possanza e la fierezza~
714 27, 79 | fierezza~di Rodomonte, ancor ch'era infinita,~più che la providenza
715 27, 86 | rivoltarsi,~e far palesi cenni ch'era desso;~Marfisa sospettando,
716 27, 86 | quello~che le tolse la spada era Brunello:~
717 27, 87 | seppe che pel furto onde era degno~che gli annodasse
718 27, 88 | che del resto de l'arme era guernita.~Senza osbergo
719 27, 89 | la lite inanzi al figlio~era del re Troian, così portollo.~
720 27, 90 | e gridi,~di che 'l campo era pien quasi ugualmente,~Brunel,
721 27, 95 | avuto in core,~dopo che gli era stato l'annel tolto.~Ma
722 27, 96 | il re Sobrino, il quale era presente,~da questa impresa
723 27, 96 | dicendogli che mal conveniente~era all'altezza di sua maestade,~
724 27, 97 | Poco l'onore, e molto era il periglio~d'ogni battaglia
725 27, 107| smarrito,~che di levar non era il viso ardito.~
726 27, 109| Di nuovo Mandricardo era risorto,~dicendo: - Vada
727 27, 109| legno entrasse in porto,~v'era a solcare un gran spazio
728 27, 112| Ruggier, che già per questo s'era armato;~ma poi di Mandricardo
729 27, 112| ricordosse,~a cui de la battaglia era ubligato:~non seguì Rodomonte,
730 27, 114| tosto l'avria giunto, se non era~un caso strano che trovò
731 27, 114| che ne la riviera~di Senna era caduta, e vi peria,~s'a
732 27, 115| seppe venire~più, donde s'era tolto dal sentiero:~ducento
733 27, 128| barche e di sottil legni era tutto~fra l'una ripa e l'
734 27, 128| perché in poter de' Mori era ridutto,~venendo da Parigi
735 27, 131| presenzia gli diè certo aviso~ch'era uomo illustre e pien d'alto
736 27, 131| ma quel che da se stesso era diviso,~né quella sera avea
737 27, 131| core~(che mal suo grado s'era ricondotto~alla donna già
738 27, 132| avea chiamati;~de' quai non era alcun di parlar oso,~vedendo
739 27, 137| Gian Francesco Valerio era nomato;~che 'l nome suo
740 27, 138| venìa, perché più accorta era a celarse. ~
741 28, 4 | è alcun più degno.~Bello era, et a ciascun così parea:~
742 28, 5 | ricchezza,~di tutti i re vicini era il maggiore;~quanto che
743 28, 9 | che 'l suo fratello era uom che mosso il piede~mai
744 28, 10 | mogliere,~con cui legato era di tanto amore,~che non
745 28, 18 | ancor duo miglia ito non era,~che gli venne la croce
746 28, 21 | pratica lunga che n'avea;~ch'era de la famiglia sua un garzone,~
747 28, 24 | per gire a Roma, e gito era a Corneto.~Ch'amor sia del
748 28, 25 | egli et arrabbia~che rimasa era troppo accompagnata.~Con
749 28, 26 | e la faccia, che dianzi era sì bella,~si cangia sì,
750 28, 29 | viene a pena vivo;~e ch'era stato all'aria del bel viso~
751 28, 34 | ch'un nano aviticchiato era con quella:~et era quel
752 28, 34 | aviticchiato era con quella:~et era quel piccin stato sì dotto,~
753 28, 35 | quando vide pur che gli era in fatto~e non in sogno,
754 28, 36 | che escusabil fosse.~Non era colpa sua più che del sesso,~
755 28, 38 | giorno a veder, ch'ella~era turbata e in gran malenconia,~
756 28, 42 | cagion gli manifesta,~ond'era molti dì stato dolente:~
757 28, 43 | che se bene in obbrobrio era caduto,~era almen certo
758 28, 43 | in obbrobrio era caduto,~era almen certo di non v'esser
759 28, 48 | cortesi.~Davano, e dato loro era la mancia;~e spesso rimetteano
760 28, 53 | Era ancor sul fiorir di primavera~
761 28, 53 | figli il padre aggravat'era,~e nimico mortal di povertade;~
762 28, 65 | suo camin fornito,~sì come era venuto, anco tornosse.~Saettò
763 28, 68 | Chiaman Fiammetta (che non era lunge,~e de la fraude esser
764 28, 70 | lei patito, vinta,~caduta era la notte in quello errore;~
765 28, 74 | cavallo, e il lor sentiero~ch'era a ponente, volsero a levante;~
766 28, 76 | Quivi era un uom d'età, ch'avea più
767 28, 90 | così il pagano al male ond'era infermo~mal trova in terra
768 28, 93 | murata,~che poi ch'intorno era la guerra accesa,~i sacerdoti
769 28, 93 | presa;~che pel sito, e perch'era sequestrata~dai campi, onde
770 28, 94 | avervi ogn'agio il modo v'era.~
771 28, 95 | Saracin pensoso~(come pur era il più del tempo usato),~
772 28, 95 | che d'un piccol sentiero era segnato,~una donzella di
773 28, 99 | gli spiegò inante;~come era per lasciare il mondo folle,~
774 29, 2 | ch'ognun vedrà che gli era utile e buono~aver taciuto,
775 29, 7 | cadere andò nel mare,~ch'era più di tre miglia indi lontano,~
776 29, 8 | gli amanti usato,~dicea ch'era il suo core e la sua vita~
777 29, 20 | Poi ch'in più parti quant'era a bastanza~colson de l'erbe
778 29, 21 | calor del vicin fuoco~ch'era rinchiuso in quello angusto
779 29, 22 | Non era Rodomonte usato al vino,~
780 29, 32 | stabilire,~che da la cima era alla parte estrema~novanta
781 29, 33 | Lungo il ponte, ma largo era sì poco,~che dava a pena
782 29, 36 | cadea nel fiume, ch'alto era e profondo:~ugual periglio
783 29, 38 | Spagna andaro~altra non era che più trita fusse;~altri
784 29, 39 | parmi.~Finita ancor non era l'opra, quando~vi venne
785 29, 40 | fretta facea, né finito era~la torre né il sepolcro,
786 29, 41 | turbata faccia,~a piè, com'era inanzi a la gran torre,~
787 29, 42 | bestia balorda. -~Orlando, ch'era in gran pensier distratto,~
788 29, 43 | sembianti accortamente schiva.~Era (se vi ricorda, Signor)
789 29, 43 | vestigi,~fuor che, dove era, dentro da Parigi.~
790 29, 44 | così la donzella nomata era),~Orlando s'attaccò con
791 29, 48 | il pagan, che da l'arme era impedito,~tornò più tardo
792 29, 49 | suo Brandimarte insegna v'era,~poi che né l'arme sue vede
793 29, 58 | giunse appresso,~perché non s'era accorta ancora d'esso.~
794 29, 61 | riverita molto~ogni ricordo era in lui guasto e rotto.~Gli
795 29, 62 | Orlando nato~impenetrabile era et affatato.~
796 29, 66 | Più corto che quel salto era dua dita,~aviluppata rimanea
797 29, 70 | seguito di galoppo,~assai non era al desiderio insano.~Al
798 29, 73 | dato le l'avea!~che se non era, avrebbe Orlando fatto~di
799 30, 4 | strascinando~morta, come era, senza alcun ritegno;~ma
800 30, 14 | onda spinge da la faccia.~Era l'aria soave e il mare in
801 30, 43 | mossa una colonna.~Ella era per dover vincer lui tosto,~
802 30, 50 | erra:~senz'altro patto, era vergogna e fallo~e biasmo
803 30, 51 | Ferîrsi alla visiera, ch'era doppia,~et a pena anco a
804 30, 55 | dritto,~l'elmo d'Ettorre era incantato invano.~Fu sì
805 30, 58 | avea di peggior tempre,~gli era quel colpo memorabil sempre.~
806 30, 62 | su l'arcion che ferrato era,~né lo difese averne doppia
807 30, 63 | doppia riga;~tal che diverso era il parer, chi fosse~di lor,
808 30, 68 | con Ruggier ch'a fatica era risorto,~a rallegrarsi et
809 30, 71 | vergogna un duro fren non era.~
810 30, 72 | siamo esperti,~sì facile era a variar pensiero,~che per
811 30, 73 | Per lei buono era vivo Mandricardo:~ma che
812 30, 73 | suoi bisogni, e forte.~Non era stato intanto a venir tardo~
813 30, 77 | e che con esso lei s'era partito~con speme di trovare
814 30, 77 | che 'l disegno poi non gli era uscito,~perché diverso avea
815 30, 87 | pur di qualche amarezza era turbata:~
816 30, 88 | avea:~udì come Ruggier s'era partito~con esso lei, e
817 30, 90 | né, fuor ch'un paggio, era con lui persona.~
818 30, 94 | inferma disse agli fratelli ch'era,~e non vòlse con lor venire
819 30, 95 | lor disse il ver, ch'ella era inferma,~ma non per febbre
820 30, 95 | febbre o corporal dolore:~era il disio che l'alma dentro
821 31, 7 | giorni appresso.~Questo era nulla a paragon di quello~
822 31, 8 | giostra Ricciardetto, ch'era~dinanzi, e vista avea di
823 31, 22 | l mezzo~d'un'altra; et era il sol già sotto l'onde,~
824 31, 22 | sol già sotto l'onde,~et era sparso il tenebroso rezzo~
825 31, 24 | condotto così poca nimicizia,~era certo che d'uom di più eccellenza~
826 31, 25 | periglioso ballo.~Il mondo era già tanto oscuro e bruno,~
827 31, 27 | drappel raccolto~di Montalbano era in sicuro sito.~Rinaldo
828 31, 28 | all'ostello,~venuto a caso era a nomar se stesso:~e perché
829 31, 28 | e perché l'un de l'altro era fratello,~si sentîr dentro
830 31, 29 | Questo guerriero era Guidon Selvaggio,~che dianzi
831 31, 34 | sua compagnia~che questo era Guidon, che disiando~veder,
832 31, 39 | detto,~che l'uno e l'altro era guerrier perfetto.~
833 31, 41 | si volse a Sansonetto,~ch'era tardato un poco più a venire,~
834 31, 47 | Era costei la bella Fiordiligi,~
835 31, 56 | Ciascun d'essi al bisogno era sì saldo,~che cento insieme
836 31, 57 | E se Rinaldo ben non era molto~ricco né di città
837 31, 59 | Rinaldo avuto~avea che presso era a Parigi giunto,~e che la
838 31, 59 | sproveduto~volea assalir, stato era in arme e in punto;~e quando
839 31, 61 | amante,~che fatto stolto era il signor d'Anglante.~
840 31, 71 | rivera insin al fondo,~se v'era ascosa alcuna ninfa bella.~
841 31, 75 | tenea sepolto,~e de la vita era venuto in forse,~e senza
842 31, 77 | che Brandimarte suo non era stato.~
843 31, 88 | re d'Africa Ruggiero,~ch'era ferito e stava ancora grave.~
844 31, 89 | il calle,~e fece rosso ov'era verde e bianco.~Così non
845 31, 91 | più di cento mila armato~era venuto in Francia a questo
846 31, 91 | con Rinaldo già sfidato s'era~per quel cavallo alla battaglia
847 31, 92 | e sul lito del mar s'era condutto~ove dovea la pugna
848 31, 101| Era cortese il re di Sericana,~
849 31, 102| Buovo,~l'uom che di questo era informato a pieno,~ch'a
850 31, 105| da Fiordiligi bella, ch'era fuore~de l'intelletto il
851 31, 105| tenore,~e del litigio che n'era seguito;~e ch'in somma Gradasso
852 31, 107| fianco,~di timor per Rinaldo era ognun bianco.~
853 32, 3 | darli~soccorso e vettovaglie era atto il loco:~l'Africa incontra,
854 32, 6 | intese~ch'Agramante da Carlo era disfatto,~sue genti morte,
855 32, 6 | e che con pochi in Arli era ritratto,~senza aspettare
856 32, 9 | puollo:~e quando il seppe, era già il fatto occorso;~sì
857 32, 10 | quai finiti, il termine era, quando~a lei Ruggiero et
858 32, 20 | quando né a te né ad altri era suggetta!~Deh, come è il
859 32, 28 | african venìa diritto,~ove era stato da quel dì prigione,~
860 32, 29 | mese presso a morte:~e s'era la sua istoria qui conclusa,~
861 32, 30 | nomata Marfisa,~che men non era che gagliarda, bella,~né
862 32, 32 | credenza,~e publico parlar n'era di fuori.~I molti segni
863 32, 33 | sol per veder Ruggier v'era tornata.~
864 32, 34 | ferito, in campo venuta era,~non una sola volta, ma
865 32, 43 | ch'io fossi morta quando t'era grata,~morte non fu giamai
866 32, 47 | Era la sopraveste del colore~
867 32, 47 | manca.~Ricamata a tronconi era, di fuore,~di cipresso che
868 32, 48 | sapendo~che fosse del valor ch'era, stupendo.~
869 32, 49 | alla più dritta via,~ove era dianzi il campo saracino;~
870 32, 51 | figliola d'Amon, chi la donna era;~e quel le disse: - Al re
871 32, 63 | città di Bocco,~e poi s'era attuffato, come il mergo,~
872 32, 69 | e rotte~da la stagion ch'era piovosa alquanto,~che prima
873 32, 70 | Rispose quel, ch'era occupato il loco~da donne
874 32, 71 | uscir freddo e malvagio;~et era una gran pioggia incomminciata.~
875 32, 78 | le fa la donna che venuta~era con quegli tre quivi la
876 32, 78 | come graziosa e affabil era,~si leva incontra, e con
877 32, 85 | che molto amava e molto~era geloso, in somma si consiglia~
878 32, 86 | mano~provar che discortese era e villano;~
879 32, 92 | rendea;~e ben che degno era d'ogni onta in merto~de
880 32, 93 | cavallier, che molto gli era accetto,~con patto ch'egli
881 32, 95 | gran sala porre,~di che non era al mondo la più bella;~indi
882 32, 98 | Finalmente parer di tutti fue~ch'era più bella la figlia d'Amone;~
883 32, 100| che la faccia che prima era sì pura~cuopre del sol con
884 32, 108| desiosa è l'erba,~il fior ch'era vicino a restar privo~di
885 32, 108| e bella tornò come prim'era.~
886 32, 110| più lunga, se 'l desir non era~di cibar gli occhi), Bradamante
887 33, 25 | il bisavolo mio, quand'io era infante,~e quel che similmente
888 33, 30 | e replicògli spesso,~ch'era serbato a nascere all'etade~
889 33, 42 | sotto~la ruota di Fortuna era caduto,~creato il novo re,
890 33, 54 | Pavia l'un campo, l'altro ch'era,~per dar travaglio a Napoli,
891 33, 58 | colori avea raccolte;~ch'era ben tal che le potea capire.~
892 33, 59 | onorar gli osti suoi molt'era avezzo.~Già sendo tutti
893 33, 66 | uscita de la ròcca, venut'era~là dove l'attendean quei
894 33, 74 | fece~Ullania, che quell'era una donzella,~la qual fatto
895 33, 84 | a zuffa con un mostro~ch'era più di lui grande, et era
896 33, 84 | era più di lui grande, et era augello:~avea più lungo
897 33, 85 | Forse era vero augel, ma non so dove~
898 33, 87 | Le redine il destrier, ch'era possente,~subito rompe,
899 33, 107| avea miseramente.~E questo era il minor d'ogni martoro:~
900 33, 107| minor d'ogni martoro:~molto era più noioso e più spiacente,~
901 33, 107| ricchissimo si chiame,~cruciato era da perpetua fame.~
902 33, 109| ricchezze, di più nerbo~era di tutti gli altri e di
903 33, 110| presso al ciel si leva,~era quel paradiso che terrestre~
904 34, 8 | Sì poco, e quasi nulla era di luce~in quella affumicata
905 34, 16 | Era in quel tempo in Tracia
906 34, 20 | da chi più gratificarlo~era più debitor, commiato chiede;~
907 34, 22 | la famiglia che più gli era accetta,~e col tesor che
908 34, 23 | breve de l'avanzo privo~era ben certo, e poi morir captivo.~
909 34, 24 | sia;~e me, che d'ogni male era cagione,~fuor de la ròcca,
910 34, 24 | cagione,~fuor de la ròcca, ov'era Alceste invia.~Io vo ad
911 34, 29 | E se ben era a lui venuta, mossa~da la
912 34, 29 | dispetto mio gli dava;~ch'era per far di me la terra rossa,~
913 34, 44 | ma la caligine alta ch'era ultrice~de l'opre ingrate,
914 34, 45 | acquista,~che vede dove aperta era la grotta;~e l'aria, già
915 34, 55 | paladino,~che riverente era d'arcion disceso,~disse: -
916 34, 56 | ti valea, se da Dio non t'era dato.~
917 34, 59 | prima Enoch, il patriarca, v'era;~eravi insieme il gran profeta
918 34, 68 | carro apparecchiòsi, ch'era ad uso~d'andar scorrendo
919 34, 69 | che, mentre lo passâr, non era ardente.~
920 34, 71 | che quel paese appresso era sì grande,~il quale a un
921 34, 73 | ricercare il tutto;~che là non era asceso a quello effetto.~
922 34, 73 | istretto,~ove mirabilmente era ridutto~ciò che si perde
923 34, 79 | boccie rotte di più sorti,~ch'era il servir de le misere corti.~
924 34, 80 | or putia forte.~Questo era il dono (se però dir lece)~
925 34, 82 | si converse;~che se non era interprete con lui,~non
926 34, 82 | fêrse;~io dico il senno: e n'era quivi un monte,~solo assai
927 34, 83 | Era come un liquor suttile e
928 34, 83 | folle~signor d'Anglante era il gran senno infuso;~e
929 34, 84 | poco;~che molta quantità n'era in quel loco.~
930 34, 85 | raccolto,~e di poeti ancor ve n'era molto.~
931 34, 86 | Apocalisse.~L'ampolla in ch'era al naso sol si messe,~e
932 34, 87 | capace e piena ampolla, ov'era~il senno che solea far savio
933 34, 87 | apostolo santo~in un palagio ov'era un fiume a canto;~
934 34, 92 | Era quel vecchio sì espedito
935 35, 32 | che rotto dal fratello~s'era ridotto in Arli, ebbe la
936 35, 33 | di maniere bella.~Questa era quella sì d'amor traffitta~
937 35, 35 | re d'Algier la via;~e ch'era stato appresso di levarle~
938 35, 41 | arme e del destrier su ch'era,~al gran sepolcro oblazion
939 35, 49 | avean, sì destro et agil era,~che nel margine estremo
940 35, 55 | S'era partito disarmato e a piede~
941 35, 65 | Che fosse Rodomonte, era più presto~ad aver, che
942 35, 66 | battaglia.~A caso Serpentin loro era avante,~et impetrò di vestir
943 35, 68 | Il re african, ch'era con gran famiglia~sopra
944 35, 72 | mia imbasciata meglio t'era,~che de la giostra aver
945 35, 79 | venne,~e ritrovò Ruggier ch'era al conspetto~del re Agramante;
946 36, 4 | essendo, mentre Padua stretta~era d'assedio, ben sapea che
947 36, 10 | Bradamante non sol non era ria~a quei ch'avea, toccando
948 36, 11 | dissi ancor che 'l terzo era venuto,~da lei mandato a
949 36, 11 | disfidar Ruggiero,~là dove era stimata un cavalliero.~
950 36, 16 | giostra avea gran voglia,~et era armata, perché in altra
951 36, 23 | fosse,~non però sì a Marfisa era di sopra,~che l'avesse ogni
952 36, 23 | ma tal virtù ne l'asta era incantata.~
953 36, 30 | incresce~che quel di ch'era tanto disiosa,~di por Marfisa
954 36, 35 | che sia la moglie sua, com'era in vero,~la cui voce in
955 36, 36 | per porlo, e forse ove non era sabbia.~
956 36, 40 | ghiaccio che pur dianzi era sì saldo;~così a quei prieghi,
957 36, 41 | reposta~valle si trasse, ov'era un piccol piano~ch'in mezzo
958 36, 42 | In quel boschetto era di bianchi marmi~fatta di
959 36, 42 | sepoltura.~Chi dentro giaccia, era con brevi carmi~notato a
960 36, 43 | ritorniamo a Marfisa che s'era~in questo mezzo in sul destrier
961 36, 49 | Le spade, il cui bisogno era interrotto,~lascian cadere,
962 36, 52 | perder tempo ogni parlar seco era.~
963 36, 54 | ella di terra,~e tratta s'era a riguardar da parte;~e
964 36, 58 | arbore cacciosse:~in modo era piantato il luogo spesso.~
965 36, 73 | menò seco una donzella~ch'era sua figlia, tanto valorosa,~
966 36, 74 | Galaciella, che di sei~mesi era grave, in mar senza governo,~
967 36, 82 | testimon, quanto alcun altro, n'era.~Fu sopra questo assai risposto
968 37, 25 | pianto, che non lungo tratto~era lontan, lo fe' restar sospeso;~
969 37, 28 | fu ch'Ullania una d'esse era,~Ullania che da l'Isola
970 37, 28 | Perduta~in Francia messaggiera era venuta:~
971 37, 36 | quivi, e chi con Ruggier era~maraviglia ebbe all'alloggiar
972 37, 50 | l cavallier, che mastro era di guerra,~l'osbergo gli
973 37, 51 | perché non men Tanacro era cortese,~né meno era gentil
974 37, 51 | Tanacro era cortese,~né meno era gentil di suo fratello.~
975 37, 52 | Lungavilla,~la donna nominata era Drusilla.~
976 37, 54 | tema~del suo fratel che n'era stato morto,~pensa di torla
977 37, 62 | Non era però ver che questa usanza~
978 37, 66 | vecchia,~che seco presa, seco era rimasa.~A sé chiamolla,
979 37, 72 | poteva far di quella sorte~ch'era il disio, non avria alcun
980 37, 86 | tanto sdegno,~che se, come era notte, giorno fosse,~sarian
981 37, 87 | in arcion, parte a pied'era;~
982 37, 89 | 'l crudele effetto.~Non era entrata ella con l'altre
983 37, 89 | ove esser sperò salva, era fugita.~
984 37, 90 | poi di lei spia,~la qual s'era ridotta in Ostericche,~non
985 37, 93 | indegna a tante offese;~et era meglio fargliela sentire,~
986 37, 99 | veggion che l'altra uscita era serrata:~et ecco Marganorre,
987 37, 100| cambio di risposta;~e com'era possente e valorosa,~senza
988 37, 104| volea,~di Marganorre affatto era nimica~e de la legge sua
989 37, 111| passo~alla ròcca voltâr, ch'era sul sasso.~
990 37, 112| contrasto in poter loro~chi v'era dentro, e così i ricchi
991 37, 113| armi non fusson guerniti.~Era ben meglio esser da lor
992 37, 118| che de l'immondo~luogo dov'era, fêr Drusilla tôrre,~e col
993 37, 120| contraria a quella che già v'era incisa~a morte et ignominia
994 38, 9 | intese poi che la compagna~era Marfisa, in arme sì famosa,~
995 38, 13 | sangue; et altri fieri cenni~era per farti da crudel nimica,~
996 38, 16 | forse il faceva, o forse era in errore.~Ma ora avvien
997 38, 19 | che non meno eloquente~era, che fosse valoroso e saggio,~
998 38, 24 | Sceso era Astolfo dal giro lucente~
999 38, 28 | offerta.~La gente a pena, ch'era tutta a piede,~potea capir
1000 38, 56 | come gagliardo,~poco uopo era Gradasso o Mandricardo.~
1-500 | 501-1000 | 1001-1268 |