XXXVI.
DELLA TAGLIA
L'altra questione è se sia
utile il mettere a prezzo la testa di un uomo conosciuto reo ed armando il
braccio di ciascun cittadino farne un carnefice. O il reo è fuori de' confini,
o al di dentro: nel primo caso il sovrano stimola i cittadini a commettere un
delitto, e gli espone ad un supplicio, facendo così un'ingiuria ed una
usurpazione d'autorità negli altrui dominii, ed autorizza in questa maniera le
altre nazioni a far lo stesso con lui; nel secondo mostra la propria debolezza.
Chi ha la forza per difendersi non cerca di comprarla. Di più, un tal editto
sconvolge tutte le idee di morale e di virtù, che ad ogni minimo vento
svaniscono nell'animo umano. Ora le leggi invitano al tradimento, ed ora lo
puniscono. Con una mano il legislatore stringe i legami di famiglia, di
parentela, di amicizia, e coll'altra premia chi gli rompe e chi gli spezza;
sempre contradittorio a se medesimo, ora invita alla fiducia gli animi
sospettosi degli uomini, ora sparge la diffidenza in tutt'i cuori. In vece di
prevenire un delitto, ne fa nascer cento. Questi sono gli espedienti delle
nazioni deboli, le leggi delle quali non sono che istantanee riparazioni di un
edificio rovinoso che crolla da ogni parte. A misura che crescono i lumi in una
nazione, la buona fede e la confidenza reciproca divengono necessarie, e sempre
più tendono a confondersi colla vera politica. Gli artificii, le cabale, le
strade oscure ed indirette, sono per lo più prevedute, e la sensibilità di
tutti rintuzza la sensibilità di ciascuno in particolare. I secoli d'ignoranza
medesimi, nei quali la morale pubblica piega gli uomini ad ubbidire alla
privata, servono d'instruzione e di sperienza ai secoli illuminati. Ma le leggi
che premiano il tradimento e che eccitano una guerra clandestina spargendo il
sospetto reciproco fra i cittadini, si oppongono a questa così necessaria
riunione della morale e della politica, a cui gli uomini dovrebbero la loro
felicità, le nazioni la pace, e l'universo qualche più lungo intervallo di
tranquillità e di riposo ai mali che vi passeggiano sopra.
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