V.
OSCURITÀ DELLE LEGGI
Se
l'interpetrazione delle leggi è un male, egli è evidente esserne un altro
l'oscurità che strascina seco necessariamente l'interpetrazione, e lo sarà
grandissimo se le leggi sieno scritte in una lingua straniera al popolo, che lo
ponga nella dipendenza di alcuni pochi, non potendo giudicar da se stesso qual
sarebbe l'esito della sua libertà, o dei suoi membri, in una lingua che formi di
un libro solenne e pubblico un quasi privato e domestico. Che dovremo pensare
degli uomini, riflettendo esser questo l'inveterato costume di buona parte
della colta ed illuminata Europa! Quanto maggiore sarà il numero di quelli che
intenderanno e avranno fralle mani il sacro codice delle leggi, tanto men
frequenti saranno i delitti, perché non v'ha dubbio che l'ignoranza e
l'incertezza delle pene aiutino l'eloquenza delle passioni.
Una conseguenza di quest'ultime
riflessioni è che senza la scrittura una società non prenderà mai una forma
fissa di governo, in cui la forza sia un effetto del tutto e non delle parti e
in cui le leggi, inalterabili se non dalla volontà generale, non si corrompano
passando per la folla degl'interessi privati. L'esperienza e la ragione ci
hanno fatto vedere che la probabilità e la certezza delle tradizioni umane si
sminuiscono a misura che si allontanano dalla sorgente. Che se non esiste uno
stabile monumento del patto sociale, come resisteranno le leggi alla forza
inevitabile del tempo e delle passioni?
Da ciò veggiamo quanto sia
utile la stampa, che rende il pubblico, e non alcuni pochi, depositario delle
sante leggi, e quanto abbia dissipato quello spirito tenebroso di cabala e d'intrigo
che sparisce in faccia ai lumi ed alle scienze apparentemente disprezzate e
realmente temute dai seguaci di lui. Questa è la cagione, per cui veggiamo
sminuita in Europa l'atrocità de' delitti che facevano gemere gli antichi
nostri padri, i quali diventavano a vicenda tiranni e schiavi. Chi conosce la
storia di due o tre secoli fa, e la nostra, potrà vedere come dal seno del
lusso e della mollezza nacquero le più dolci virtù, l'umanità, la beneficenza,
la tolleranza degli errori umani. Vedrà quali furono gli effetti di quella che
chiamasi a torto antica semplicità e buona fede: l'umanità gemente sotto
l'implacabile superstizione, l'avarizia, l'ambizione di pochi tinger di sangue
umano gli scrigni dell'oro e i troni dei re, gli occulti tradimenti, le pubbliche
stragi, ogni nobile tiranno della plebe, i ministri della verità evangelica
lordando di sangue le mani che ogni giorno toccavano il Dio di mansuetudine,
non sono l'opera di questo secolo illuminato, che alcuni chiamano corrotto.
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