X.
DEI DUELLI
Da questa
necessità degli altrui suffragi nacquero i duelli privati, ch'ebbero appunto la
loro origine nell'anarchia delle leggi. Si pretendono sconosciuti
all'antichità, forse perché gli antichi non si radunavano sospettosamente
armati nei tempii, nei teatri e cogli amici; forse perché il duello era uno
spettacolo ordinario e comune che i gladiatori schiavi ed avviliti davano al
popolo, e gli uomini liberi sdegnavano d'esser creduti e chiamati gladiatori
coi privati combattimenti. Invano gli editti di morte contro chiunque accetta
un duello hanno cercato estirpare questo costume, che ha il suo fondamento in
ciò che alcuni uomini temono più che la morte, poiché privandolo degli altrui
suffragi, l'uomo d'onore si prevede esposto o a divenire un essere meramente
solitario, stato insoffribile ad un uomo socievole, ovvero a divenire il
bersaglio degl'insulti e dell'infamia, che colla ripetuta loro azione
prevalgono al pericolo della pena. Per qual motivo il minuto popolo non duella
per lo più come i grandi? Non solo perché è disarmato, ma perché la necessità
degli altrui suffragi è meno comune nella plebe che in coloro che, essendo più
elevati, si guardano con maggior sospetto e gelosia.
Non è inutile il ripetere ciò
che altri hanno scritto, cioè che il miglior metodo di prevenire questo delitto
è di punire l'aggressore, cioè chi ha dato occasione al duello, dichiarando
innocente chi senza sua colpa è stato costretto a difendere ciò che le leggi
attuali non assicurano, cioè l'opinione, ed ha dovuto mostrare a' suoi
concittadini ch'egli teme le sole leggi e non gli uomini.
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