XIV.
INDIZI, E FORME DI GIUDIZI
Vi è un teorema generale molto
utile a calcolare la certezza di un fatto, per esempio la forza degl'indizi di
un reato. Quando le prove di un fatto sono dipendenti l'una dall'altra, cioè
quando gl'indizi non si provano che tra di loro, quanto maggiori prove si
adducono tanto è minore la probabilità del fatto, perché i casi che farebbero
mancare le prove antecedenti fanno mancare le susseguenti. Quando le prove di
un fatto tutte dipendono egualmente da una sola, il numero delle prove non
aumenta né sminuisce la probabilità del fatto, perché tutto il loro valore si
risolve nel valore di quella sola da cui dipendono. Quando le prove sono
indipendenti l'una dall'altra, cioè quando gli indizi si provano d'altronde che
da se stessi, quanto maggiori prove si adducono, tanto più cresce la probabilità
del fatto, perché la fallacia di una prova non influisce sull'altra. Io parlo
di probabilità in materia di delitti, che per meritar pena debbono esser certi.
Ma svanirà il paradosso per chi considera che rigorosamente la certezza morale
non è che una probabilità, ma probabilità tale che è chiamata certezza, perché
ogni uomo di buon senso vi acconsente necessariamente per una consuetudine nata
dalla necessità di agire, ed anteriore ad ogni speculazione; la certezza che si
richiede per accertare un uomo reo è dunque quella che determina ogni uomo
nelle operazioni più importanti della vita. Possono distinguersi le prove di un
reato in perfette ed in imperfette. Chiamo perfette quelle che escludono la
possibilità che un tale non sia reo, chiamo imperfette quelle che non la
escludono. Delle prime anche una sola è sufficiente per la condanna, delle
seconde tante son necessarie quante bastino a formarne una perfetta, vale a
dire che se per ciascuna di queste in particolare è possibile che uno non sia
reo, per l'unione loro nel medesimo soggetto è impossibile che non lo sia.
Notisi che le prove imperfette delle quali può il reo giustificarsi e non lo
faccia a dovere divengono perfette. Ma questa morale certezza di prove è più
facile il sentirla che l'esattamente definirla. Perciò io credo ottima legge
quella che stabilisce assessori al giudice principale presi dalla sorte, e non
dalla scelta, perché in questo caso è più sicura l'ignoranza che giudica per
sentimento che la scienza che giudica per opinione. Dove le leggi siano chiare
e precise l'officio di un giudice non consiste in altro che di accertare un
fatto. Se nel cercare le prove di un delitto richiedesi abilità e destrezza, se
nel presentarne il risultato è necessario chiarezza e precisione, per
giudicarne dal risultato medesimo non vi si richiede che un semplice ed
ordinario buon senso, meno fallace che il sapere di un giudice assuefatto a
voler trovar rei e che tutto riduce ad un sistema fattizio imprestato da' suoi
studi. Felice quella nazione dove le leggi non fossero una scienza! Ella è
utilissima legge quella che ogni uomo sia giudicato dai suoi pari, perché, dove
si tratta della libertà e della fortuna di un cittadino, debbono tacere quei
sentimenti che inspira la disuguaglianza; e quella superiorità con cui l'uomo
fortunato guarda l'infelice, e quello sdegno con cui l'inferiore guarda il
superiore, non possono agire in questo giudizio. Ma quando il delitto sia
un'offesa di un terzo, allora i giudici dovrebbono essere metà pari del reo,
metà pari dell'offeso; così, essendo bilanciato ogni interesse privato che
modifica anche involontariamente le apparenze degli oggetti, non parlano che le
leggi e la verità. Egli è ancora conforme alla giustizia che il reo escluder
possa fino ad un certo segno coloro che gli sono sospetti; e ciò concessoli
senza contrasto per alcun tempo, sembrerà quasi che il reo si condanni da se
stesso. Pubblici siano i giudizi, e pubbliche le prove del reato, perché
l'opinione, che è forse il solo cemento delle società, imponga un freno alla
forza ed alle passioni, perché il popolo dica noi non siamo schiavi e siamo
difesi, sentimento che inspira coraggio e che equivale ad un tributo per un
sovrano che intende i suoi veri interessi. Io non accennerò altri dettagli e
cautele che richiedono simili instituzioni. Niente avrei detto, se fosse
necessario dir tutto.
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