XV.
ACCUSE SEGRETE
Evidenti, ma
consagrati disordini, e in molte nazioni resi necessari per la debolezza della
constituzione, sono le accuse segrete. Un tal costume rende gli uomini falsi e
coperti. Chiunque può sospettare di vedere in altrui un delatore, vi vede un
inimico. Gli uomini allora si avvezzano a mascherare i propri sentimenti, e,
coll'uso di nascondergli altrui, arrivano finalmente a nascondergli a loro
medesimi. Infelici gli uomini quando son giunti a questo segno: senza principii
chiari ed immobili che gli guidino, errano smarriti e fluttuanti nel vasto mare
delle opinioni, sempre occupati a salvarsi dai mostri che gli minacciano;
passano il momento presente sempre amareggiato dalla incertezza del futuro;
privi dei durevoli piaceri della tranquillità e sicurezza, appena alcuni pochi
di essi sparsi qua e là nella trista loro vita, con fretta e con disordine
divorati, gli consolano d'esser vissuti. E di questi uomini faremo noi
gl'intrepidi soldati difensori della patria o del trono? E tra questi troveremo
gl'incorrotti magistrati che con libera e patriottica eloquenza sostengano e
sviluppino i veri interessi del sovrano, che portino al trono coi tributi
l'amore e le benedizioni di tutti i ceti d'uomini, e da questo rendano ai
palagi ed alle capanne la pace, la sicurezza e l'industriosa speranza di
migliorare la sorte, utile fermento e vita degli stati?
Chi può difendersi dalla
calunnia quand'ella è armata dal più forte scudo della tirannia, il segreto?
Qual sorta di governo è mai quella ove chi regge sospetta in ogni suo suddito
un nemico ed è costretto per il pubblico riposo di toglierlo a ciascuno?
Quali sono i motivi con cui si
giustificano le accuse e le pene segrete? La salute pubblica, la sicurezza e il
mantenimento della forma di governo? Ma quale strana costituzione, dove chi ha
per sé la forza, e l'opinione più efficace di essa, teme d'ogni cittadino?
L'indennità dell'accusatore? Le leggi dunque non lo difendono abbastanza. E vi
saranno dei sudditi più forti del sovrano! L'infamia del delatore? Dunque si
autorizza la calunnia segreta e si punisce la pubblica! La natura del delitto?
Se le azioni indifferenti, se anche le utili al pubblico si chiamano delitti,
le accuse e i giudizi non sono mai abbastanza segreti. Vi possono essere
delitti, cioè pubbliche offese, e che nel medesimo tempo non sia interesse di
tutti la pubblicità dell'esempio, cioè quella del giudizio? Io rispetto ogni
governo, e non parlo di alcuno in particolare; tale è qualche volta la natura
delle circostanze che può credersi l'estrema rovina il togliere un male allora
quando ei sia inerente al sistema di una nazione; ma se avessi a dettar nuove
leggi, in qualche angolo abbandonato dell'universo, prima di autorizzare un
tale costume, la mano mi tremerebbe, e avrei tutta la posterità dinanzi agli
occhi.
È già stato detto dal Signor di
Montesquieu che le pubbliche accuse sono più conformi alla repubblica, dove il
pubblico bene formar dovrebbe la prima passione de' cittadini, che nella
monarchia, dove questo sentimento è debolissimo per la natura medesima del
governo, dove è ottimo stabilimento il destinare de' commissari, che in nome
pubblico accusino gl'infrattori delle leggi. Ma ogni governo, e repubblicano e
monarchico, deve al calunniatore dare la pena che toccherebbe all'accusato.
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