Capitolo XVII
Di poco avea così detto il
Magnifico, quando messer Federigo, ad esso rivoltosi, disse: - Egli si par bene,
Giuliano, che la natura di queste voci porti che Ella solamente al primo
caso si dia, e Lei agli altri, come diceste usarsi nelle prose; ma sì
come si vede, e voi diceste ancora, che nei poeti si truova alle volte Ella
posta negli altri casi, così pare che si truovi eziandio Lei, nel primo
caso posta, appo il Petrarca, quando e' disse:
E ciò che non è lei,
già per antica usanza odia e disprezza.
Con ciò sia cosa che al verbo È solo il primo caso si dà, e dinanzi
e dopo, come diede il Boccaccio, che disse: Io non ci fu' io, e ancora, E
so, che tu fosti desso tu; o pure io non intendo, come queste regole si
stiano -. Alle quali parole il Magnifico così rispose: - Lo avere il Petrarca
posto questa voce Lei col verbo È, non fa, messer Federigo, che
ella sia voce del primo caso; perciò che è alle volte, che la lingua a quel
verbo il quarto caso appunto dà, e non il primo; il qual primo caso non mostra
che la maniera della toscana favella porti che gli si dia; sì come non gliele
diede il medesimo Boccaccio, il quale nella novella di Lodovico disse: Credendo
egli che io fossi te, e non disse, che io fossi tu, che la lingua no
'l porta; e altrove: Maravigliossi forte Tebaldo, che alcuno intanto il
somigliasse, che fosse creduto lui, e non disse, che fosse creduto egli.
Tra le quali parole se bene v'è il verbo Creduto, egli nondimeno vi sta
nel medesimo modo. Né vi muovano que' luoghi, che voi diceste, Io non ci fu'
io, e So che tu fosti desso tu; perciò che in essi solamente la voce
che fa, si replica e dicesi due volte, niente del sentimento mutandosi, nel
quale primieramente si pone: Io non ci fu' io, e Tu fosti desso tu;
e come si replica eziandio in questo verso delle sue ballate: Qual donna
canterà, s'io non cant'io. Là dove in questi, Credendo egli che io fossi
te e Che alcuno fosse creduto lui e Ciò che non è lei, il
sentimento della voce che fa, si muta in altro; ché Io e Tu non
sono una cosa medesima, né Alcuno et Egli, né Ciò et Ella
altresì. Oltre che in questo modo di dire, Ciò che non è lei, il verbo è
ha quella medesima forza che avrebbe Contiene, o Ha in sé, o Dimostra
o somiglianti. E tanto è a dire, Credendo, che io fossi te, quanto che
io fossi in te; e tanto che fosse creduto lui quanto che fosse
creduto esser lui. E prima che io di queste due voci Lui e Lei
fornisca di ragionarvi, non voglio quello tacerne, il che si vede che s'usa
nella mia lingua, e ciò è, che elle si pongono alle volte in vece di questa
voce Sé, di cui dianzi si disse; sì come si pose dal Boccaccio in questo
ragionamento: Essendosi accorta, che costui usava molto con un religioso, il
quale quantunque fosse tondo e grosso, nondimeno, perciò che di santissima vita
era, quasi da tutti avea di valentissimo uomo fama, estimò costui dovere essere
ottimo mezzano tra lei e 'l suo amante. Nel qual ragionamento si vede che Tra
lei e 'l suo amante, in vece di dire Tra sé e 'l suo amante, s'è
detto. Il che s'usa di fare ancora nel numero del Più alcuna fiata, sì
come si fece qui: Voglio che domane si dica delle beffe, le quali o per
amore o per salvamento di loro, le donne hanno già fatte a' lor mariti.
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