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Pietro Bembo
Prose della volgar lingua

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  • Libro III
    • Capitolo XXX
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Capitolo XXX

      Seguita, appresso queste, la prima voce del numero del meno, di quelle che pendentemente si dicono, Amava Valeva Leggeva Sentiva, che medesimamente si dice nella terza; nella quale Profereva, che si legge nelle prose, non da Proferire, ma da Proferere, che è eziandio della lingua, si forma. In queste due voci nondimeno, fuori solamente quelle della prima maniera, s'è usato di lasciare spesse volte adietro la V e dirsi, Volea Leggea Sentia; come che il Petrarca in questa voce Fea, detta in vece di Facea, più che una vocal ne levasse. Il quale uso non è stato dato alle voci del numero del più, se non in parte; con ciò sia cosa che bene si lascia indifferentemente, per chi vuole, adietro la V nella terza voce, e dicesi Soleano Leggeano Sentiano, ma Soleamo Leggeamo Sentiamo non giamai. Et è di tanto ita innanzi questa licenza, che ancora s'è la A, che necessariamente pare che sia richiesta a queste voci, cangiata nella E, et èssi così anticamente e toscanamente nelle prose detta: Avièno Morièno Servièno e Contenièno e Ponièno e, quel che disse il Petrarca, Come veniéno i miei spirti mancando e ancora, Ma scampar non potiémmi ale né piume in vece di dire Potiènomi, e degli altri; sì come Avie Udie Sentie, in vece di Avea Udia Sentia, nel numero del meno si disse. Al qual tornando, dico che è di lui la seconda voce questa, Amavi Valevi Leggevi Sentivi; della quale eziandio in alcun verbo s'è da' poeti gittata via la medesima V, et èssi detto Potei Solei Volgei, in vece di Potevi Solevi Volgevi; il che non è stato ricevuto dalle prose, né s'è tuttavolta ciò detto nel verso medesimo, se non di rado. Resterebbe, nelle pendenti voci, a dirsi della seconda del numero del più, che è questa, Amavate Valevate Leggevate Udivate; ma ella altra mutazione non fa se non questa, che la vocale, la quale innanzi alla penultima si sta, si mutava dagli antichi, di quella che ella dee essere, nella A, Vedavate Leggiavate Venavate, quasi per lo continuo; come che essi alle volte ciò facevano ancora nella prima voce di questo numero, Leggiavamo Venavamo e similmente dicendo.




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