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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO QUARTO
    • SCENA IV
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SCENA IV
Bartolomeo solo

    Cancaro se mangi quante ruffiane e puttane sono al mondo: starebbono fresche le potte s'aspettassero la nostra rendita, idest l'entrata; per me tanto, sicuramente l'aragne vi potran far la tela. - Di metalli dicono che il più grave è l'oro: e tutta via nulla cosa fa andar l'uomo più sciolto, leggiero et isnello che questo: non ogni peso et ogni cosa che ne s'aggionge, ne aggrava; ma se ne trova una tale che è tanto lieve che, quanto è più grande, fa più ispedito e destro. L'uomo senza l'argento et oro, è come ucello senza piume: che chi lo vuol prendere, sel prende, chi sel vuol mangiar, sel mangia; il qual però, s'ha quelle, vola, e se n'ha tante più, tanto più vola, e più s'appliglia ad alto. Messer Bonifacio quando s'arrà scrollata la borsa e la schena, si sentirà più grave, al dispetto di tutti suoi nemici. - Ma ecco a tempo quel bel paranimfo inamorato; non porta più la bella cappa: bendette siino le mani a quel mariolo; adesso corre all'odore.




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