SCENA VIII
Marta, Bonifacio
MARTA
Ecco cqua quel pezzo d'asino, il quale volesse Dio che fusse un asino intiero,
che potrebbe servire a qualche cosa. Bonasera, messer
Buon-in-faccia.
BONIFACIO Ben venga la cara madonna Marta. Vostro
marito è filosofo, bisogna che voi siate filosofessa; però non è maraviglia se
fate notomia de vocaboli: che cosa intendete per quel «Buon in faccia»? Non
credete ch'io ve sia amico alle spalli et in assenzia, come in presenzia? Avete
torto a darmi la berta.
vi sta la borsa?
BONIFACIO Come il cervello di vostro Martino (volsi dir
marito), quando la non ha carlini dentro.
MARTA Io dico di quella di sotto.
BONIFACIO Gran mercé a vostra cortesia. Voi andate
cercando il male come i medici: si voi vi potessivo remediare, vi farei
intendere il come e quale; si volete della broda, andate a Santa Maria della
Nova.
MARTA Volete dir ch'io son cosa da frati, ser coglione?
BONIFACIO Io ve dirrò d'avantaggio: voi siete cosa da
cemiterio, per che una femina che passa trenta cinque anni, deve andar in pace,
ideste in purgatorio ad pregar Dio per i vivi.
MARTA Questo niente manco doviamo dir noi femine di voi
altri mariti.
BONIFACIO Dominedio non ha cossì ordinato, perché ha
fatto le femine per gli omini e non gli uomini per le femine; e son state fatte
per quel servizio: e quando non son buone a quello, fàccisen presente al povero
diavolo, per ch'il mondo non le vuole. Ad altare scarrupato non s'accende
candela; a scrigno sgangherato non si scrolla sacco.
MARTA Non è vergogna ad un uomo attempato qual voi
siete, di farsi sentir parlare in questa foggia? A i giovanetti le giovanette,
a giovani le giovane, e più vecchi si denno contentar delle più stantive.
BONIFACIO E si non, và le apicchi al fumo e falle
stasonar dentro un camino. Non è questa la ricetta che ferono i medici al
patriarca Davitte, e poco fa ad un certo Padre santo, il qual morse dicendo
«Mene, mene: non più baser»; ma costui scaldò troppo, e lui dovea esser tettato
e tettava; e però non è maraviglia, se...
MARTA È per che puose troppo pepe al cardo.
BONIFACIO In conclusione, madonna cara: a gatto vecchio
sorece tenerello.
MARTA Questo, come intendete per i vecchii, perché non
intendete per le vecchie?
BONIFACIO - Per che le donne son per gli uomini, no gli
omini per le donne.
MARTA Pur llà: il mal è per che voi uomini siete
giodici e parte; ma pazze son de noi altre quelle che...
BONIFACIO Quelle che si lasciano patire.
MARTA - Non voglio dir questo io, ma qualche vostro
degno castigo e contra cambio.
BONIFACIO Ideste essi ad altre, et esse ad
altri.
MARTA Ih, ih, ih, ih.
BONIFACIO Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah.
MARTA Come trattate la vostra moglie? credo che la
lasciate morir di sete. È pur lei giovane e bella: ma che? sii buona la vianda
quanto si voglia, l'appetito si sdegna si non si varia, ancor che si dia di
botto a cose peggiori; non è vero?
BONIFACIO Non è vero, voi? Voi non sapete quel che
volete dire: parlate per udir dire, voi? Or lasciamo le burle, madonna Marta
mia. Io so che voi sapete di molti secreti: vorrei che m'agiutassi ad farmi
vittorioso. Io gioco con mia moglie questa notte di qualche cosa, che farrò più
di quattro poste: insegnatemi di grazia qualche droga o pozione, per che mi
mantegna dritto sul destriero.
MARTA Recipe acqua di rene, oglio di schene,
colatura di verga e manna di coglioni; ad quantom suffrica, mesceta et fiat
potum; e poi vi governarete in questa foggia: videlicet, statevi su
le staffe, a fin che, galoppando galoppando, l'arcione de la sella non vi rompa
il culo.
BONIFACIO - Per san Fregonio voi siete una matricolata
maestra. Son costretto a lasciarvi per alcun necessario affare. A dio, m'avete
satisfatto.
MARTA Adio. Si vedete quell'affumato di mio marito,
ditegli ch'io l'ho mandato ad cercare, e ch'il cerco per cosa che importa.
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