SCENA II
Bartolomeo, Consalvo, Mochione
BARTOLOMEO
- O traditor, o ladro, o sassino: dumque non avete il pulvis Christi, el
pulvis del diavolo? Oimè, ahi lasso, o me disfatto, vituperato! Tu me la
pagherrai.
CONSALVO Meglio farrai tacendo, pover omo, altrimente
tutti ti stimaranno pazzo: sarrai la favola de tutto Napoli; sino a' putti
faranno comedia di fatti tuoi: e non avanzarrai altro.
BARTOLOMEO Con questa persuasione pensi di farmi
tacere?
[CONSALVO] - Si non vuoi tacere, crida tanto che ti
schiattino i pulmoni: che volevi tu ch'io sappesse di questo vostro negocio? Un
mese fa, venne questo vostro Cencio, e mi dimandò s'io avevo litargirio, alume,
argento vivo, solfro rosso, verde rame, sale armoniaco et altre cose ordinarie;
io li risposi che sì; e lui soggionse: «Or dumque voi sarrete il mio ordinario,
per certa opera che debbo fare. Tenete ancora a presso di voi questa polvere,
che si chiama pulvis Christi: della quale mi mandarrete secondo la
quantità che vi sarrà dimandata; abbiate ancora a presso voi questo mio
scrigno, dove sono le mie più cose care ch'io abbia».
BARTOLOMEO - Queste cose se l'ha prese?
CONSALVO Non; e però tacete: che si lui verrà per
quelle, non uscirrà da mia casa come si pensa.
BARTOLOMEO Voi dite bene si non se ne fusse andato per
la posta: non l'hai udito tu adesso adesso, Mochione?
MOCHIONE Da tutte bande si dice.
CONSALVO - Or che devevo far io? Voi lo dovevate
conoscere che lavorava in vostra casa; et ha più de quindeci giorni dimorato
con voi: e poi non so dove sii alloggiato in sino ad questo tempo. Voi di vostra
mano mi avete mandato ad dimandar or questa, or quella cosa; e quanto al pulvis
Christi (come voi lo chiamate), mi dimandaste la prima volta tanto, che era
la mittà; e la seconda volta altretanto, che fu tutto il resto. Oggi quando me
hai mandato ad dimandar tanto, che tutto quel ch'ebbi non farrebbe per la
decima parte, mi son maravigliato, e ti ho mandato ad dire, che l'alchimista
Cencio non me ne diè più.
BARTOLOMEO - Io non dubito che lui e tu mi avete
piantato il porro dietro.
CONSALVO Si tu pensi mal dal canto mio, tu pensi una
gran mentita, pazzo da catena insensato: ha ben bastato lui solo per burlarti;
che volevi tu che io sapesse di fatti tuoi, che son diece anni che non ti ho
parlato? Avete mandato per cose di mia bottega, et io ti ho mandato quel che
avevo.
BARTOLOMEO - Oimè: questo pulvis del diavolo era
oro meschiato e posto in polvere, con qualche altra maldezzione, che non lo
facea conoscere. Ben vedevo io che gravava più ch'altra polvere: da cqua
procedevano le verghette d'oro. Oh, maldetto 'l giorno che lo viddi: io mi
appiccarrò.
CONSALVO - Và pure e fà presto.
BARTOLOMEO - Mi appiccarrò, dopo aver fatto appiccar
te, barro traditore.
CONSALVO Hai mentito cento volte per la gola: và mi fà
il peggio che tu puoi, ch'io non ti stimo un danaio. Và, pazzo, pover pazzo,
cerca il pulvis Christi.
BARTOLOMEO - Oimè che farrò io? come ricuperarrò li
miei scudi io?
CONSALVO Fate come ha fatto lui, si possete trovar un
altro ch'abbia il cervello come voi, e la borsa come la vostra.
BARTOLOMEO - Vegliacco: questo è ufficio di pari tuoi.
CONSALVO Aspetta un poco, che voglio farti uscir la
pazzia o 'l vino dal naso: to', to', spacca-tornese.
BARTOLOMEO - Questo di più, an? O cornuto disonorato (zò,
zò).
CONSALVO Gusta di questi altri, che son più calzanti (zò,
zò, zò).
BARTOLOMEO - Oi oi, oimè, traditor sassino! aggiuto
aggiuto!
MOCHIONE - Aggiuto! aggiuto! aggiuto! che uccide mio
padron co' pugni.
CONSALVO Lascia, che ti voglio aggiutar io a levarti la
pazzia di capo (zò, zò, zò, zò).
BARTOLOMEO - Oh, per amor de Dio, ch'io sono
assasinato: aggiuto aggiuto!
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