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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO V
    • SCENA XVII
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SCENA XVII
Scaramuré, messer Bonifacio

    SCARAMURÉ Messer Bonifacio, accostatevi.
    BONIFACIO - Uh, uh, uh, misero me, quante confusioni oggi: vedete che frutti raccolgo di miei amori e di vostri consegli, messer Scaramuré.
    SCARAMURÉ Oh, reniego... che mi vien voglia di toccar un de santi più grandi di paradiso.
    BONIFACIO Chi, san Cristoforo? uh, uh, uh...
    SCARAMURÉ Io dico non il più grande e grosso, ma un di que' baroni; ma basta la litania de santi che ho detta all'ora, subbito che seppi questa cosa: ma in luoco di dire «Ora pro nobis», io li ho mandate tante biasteme a tutti (fuor ch'a san Leonardo, della cui grazia al presente abbiam bisogno) che si per ogni peccato io debbo star sette anni in purgatorio, solo per i peccati miei da due ore in cqua, bisogna ch'il giorno del Giudicio aspetti più di diece milia anni, prima che venga.
    BONIFACIO Fate errore a biastemare.
    SCARAMURÉ Che volete ch'io facesse considerando il vostro danno e disonore, e che par ch'io vi abbia affrontato, e che si questa cosa va avanti, possemo venire a termine di essere ruinati voi et io.
    BONIFACIO Come lo avete saputo?
    SCARAMURÉ Come sapea le cose lontane Apollonio, Merlino e Malaggigi?
    BONIFACIO Io vi intendo. Piaccia al cielo che con questa arte mi possi liberare da le mani di costoro.
    SCARAMURÉ - Lasciami fare, ch'io non son venuto per altro che per rimediare a questo. Ma ditemi prima un poco le vostre cose. Pensate voi che senza arte ho ridutto costui a donarmi facultate di parlarti cossì come ti parlo in secreto, che essi ne guardino solamente di lontano? sai che non sogliono simil gente concedere anco a quelli che conoscono et hanno per amici?
    BONIFACIO Per certo che io ne ho avuto un poco di maraviglia.
    SCARAMURÉ - Ho proceduto con umiltà, preghiere e scongiuri, et un scudo. Ma prima che procediamo ad altro, ditemi, vi priego, vostri affari.
    BONIFACIO - Che volete ch'io vi dichi? Ecco (sfortunato me) che mi han fatto i vostri rimedii e ricette. Ecco l'amor di quella puttana, ecco la malignità di quella ruffianaccia di Lucia, che mi ha fatto credere cose che non mi arrebbe possute dare ad intendere anco il patriarca del concistoro de diavoli: io voglio spendere vinticinque scudi a fargli marcare il volto.
    SCARAMURÉ Guarda bene che non è stata la colpa di costei, né della signora Vittoria, né mia (per che credo che pensi peggio di me che de gli altri, benché non vogli dirlo), ma la vostra forse.
    BONIFACIO Di grazia vedete si possete persuadermi questo.
    SCARAMURÉ - Sète voi certo che quei capelli ch'io vi dimandai per porgli alla testa dell'imagine, erano della signora Vittoria?
    BONIFACIO Son certo del cancaro che si mangi quella bagassa di mia fortuna: i capelli son di mia mogliera (che gli vadano mille mal'anni, a compartirseli con colui che pensò di darmela, con quel che mi portò la prima nova, e quel prete schiricato che la sposò); quelli raccolsi io destramente sabbato a sera, quando si pettinava.
    SCARAMURÉ - Or ecco come io ho intesa la verità.
    BONIFACIO Da chi?
    SCARAMURÉ - Da chi la sa, et ha possuto dirmela: ho dimandato capelli di vostra moglie io?
    BONIFACIO Signor non; ma mi dimandaste i capelli di donna.
    SCARAMURÉ - Io vi dissi, in nome del diavolo, i capelli de la donna, e non i capelli di donna indifferentemente: eravamo forse in proposito di far qualche pippata per le bambine?
    BONIFACIO - E qual differenza fate voi tra i capelli di donna et i capelli de la donna?
    SCARAMURÉ Quella che saprebbono far i putti quando cominciano ad aver l'uso di raggione: non eravamo noi in proposito di far la imagine in suo nome?
    BONIFACIO Per dir la verità, non posso io avere quella capacità che avete voi. Talvolta voi pensate di dar a bastanza ad intendere la cosa ad un altro per che la intendete voi: e non è sempre cossì.
    SCARAMURÉ Or ecco la maldetta causa ch'have imbrogliato l'effetto de l'incanto: la cera è stata scelta et incantata in nome di Vittoria; la imagine è stata formata in suo nome; i capelli poi erano di tua moglie: da cqua è avenuta questa confusione. Tua moglie in casa di Vittoria: tua moglie è stata tirata; Vittoria è stata inamorata. Tua moglie co i vestimenti di Vittoria; Vittoria senza i suo' vestimenti. Tua moglie in loco de Vittoria, in casa de Vittoria, in letto di Vittoria, in veste di Vittoria; Vittoria solamente si bruggia et arde per voi: e per sola vostra esistimazione è stata gionta con voi. E Vittoria e Lucia, e quella tua moglie, tutti stanno estremamente maravigliate. Lucia se ricorda di avere portato a tua moglie li vestimenti della signora Vittoria, e non se ricorda come, e non sa dire che cosa l'ha spinta ad farlo. La signora Vittoria è estremamente stupita, come voi vestito da messer Gioan Bernardo, con vostra moglie vestita di sue vesti, e con lei vi siate trovati in suo letto; come a quell'ora si son trovate tutte le porte aperte per voi e vostra moglie, e Lucia stordita a condur lei e voi; e lei con altre fante e garzoni trovarsi occupata dentro la sala, che non s'arrebbe possuto partire insino a certo termine. Vostra moglie ancora vederete che è rimasta attonita: che non sa la raggione di quel ch'ha fatto circa il vestirse di quell'abito, et essersi menata in quella stanza.
    BONIFACIO - Questo è uno intrecciamento troppo grande.
    SCARAMURÉ - Tutto quel che ha causato questa confusione, più destintamente l'intenderete quando sarremo fuor di questi intrichi.
    BONIFACIO Mi maraveglio; ma un dubio mi resta: per che mia moglie, come è venuta in loco della signora Vittoria per lo effetto che se è adimpito in lei e non in quella, in causa che mi doveva amare, mi ha fatti di strazii che non si derrebono aver fatti ad un cane?
    SCARAMURÉ Non vi ho detto che tua moglie, in virtù de gli capelli ch'eran sui, è stata solamente attirata in quella stanza; ma non posseva essere inamorata, perché la cera non è stata scelta, formata, puntata e scaldata in suo nome?
    BONIFACIO Adesso son capace del tutto: prima non avevo bene inteso.
    SCARAMURÉ Or su, basta: abbiamo troppo discorso circa questo negocio. Veggiamo di far di modo di donar qualche cosa a costoro et uscirgli da le mani; che fingano che sète fuggito o qualch'altro partito prendano: per che l'altre cose poi facilissimamente potranno accomodarsi.
    BONIFACIO Io non mi ritrovo più di otto scudi sopra; e li ne prometterrò, si sarrà duro a volerne, di vantaggio.
    SCARAMURÉ Oh, non vi credeno per all'ora che gli sarrete uscito da le mani.
    BONIFACIO Gli lasciarrò, oltre, il mantello e le anella che ho nelle dita. E credo che col vostro dire farran per meno: perché costoro per un scudo rinegarebono Cristo e la madre, e la madre della madre.
    SCARAMURÉ - Voi non conoscete il capitan Palma.




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