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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO TERZO
    • SCENA II
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SCENA II
Messer Bonifacio, messer Bartolomeo, Lucia

    BONIFACIO - Olà messer Bartolomeo, ascolta due paroli: dove in fretta? mi fuggi, ah?
    BARTOLOMEO - Adio, adio, messer pocopensiero: ho assai meglio da far, che di cianciar co gli vostri amori.
    BONIFACIO - Ah! ah! ah! andate dumque procuriate per quell'altra vostra, che vi fa morire.
    LUCIA - Che motteggiamenti son questi vostri? sa egli che siete inamorato?
    BONIFACIO - Sa il mal-an-che-Dio-li-dia: è per che mi vede conversar con voi. Or al fatto nostro: che cosa dice la mia dolcissima signora Vittoria?
    LUCIA - La povera signora, per necessità nella quale si trova, have impegnato un diamante e quel suo bel smeraldo.
    BONIFACIO - O diavolo, oh che fortuna!
    LUCIA - Credo che li sarebbe cosa gratissima, si gli le facessivo ricuperare: non stanno per più che per diece scudi.
    BONIFACIO - Basta basta: farò farò.
    LUCIA - Il presto è il meglio.
    BONIFACIO - Oh! oh! perdonami, Lucia, a rivederci; non posso darvi risoluzione alcuna adesso: ecco un mio amico col quale ho da negociar cose d'importanza. A dio, a dio.
    LUCIA - A dio.




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