SCENA VI
Mamfurio, Scaramuré, Pollula
MAMFURIO
- Adesdum, paucis te volo, domine Scaramuree.
SCARAMURÉ - Dictum puta: a rivederci un'altra
volta, quando arrò poche facende.
MAMFURIO - Oh bel responso! Or, mio Pollula, ut eo
redeat unde egressa est oratio, ti stupirrai, uhi!
POLLULA - Volete che le legga io?
MAMFURIO - Minime, per che non facendo il punto
secondo la raggione de periodi, e non proferendoli con quella energia che
requireno, verrete a digradirli dalla sua maestà e grandezza: per il che disse
il prencipe di greci oratori Demostene, la precipua parte dell'oratore essere
la pronunciazione. Or odi; arrige aures, Pamphile:
Uomo di rude e di crassa Minerva,
mente offuscata, ignoranza proterva;
di nulla leczion, di nulla fruge,
in cui Pallad'et ogni Musa lugge;
lusco intellecto et obcecato ingegno,
bacellone di cinque, uomo di legno;
tronco discorso, industria tenebrosa,
volatile nocturna, a tutti exosa:
per che non vait'a ascondere,
o della terra madre inutil pondere?
Giudizio inepto, perturbato senso,
tenebra obscura e lusca, Erebo denso,
asello auriculato, indocto al tutto,
in nullo ludo litterario instructo;
di fave cocchiaron, gran maccarone
ch'a l'oglio fusti posto a infusione;
cogitato disperso, astimo losco,
absorpto fium leteo, Averno fosco:
tu di tenelli unguicoli e incunabili
l'inepzia hai protracta insin al senio.
Inmaturo pensier, fantasia perdita,
intender vacillant', attenzion sperdita;
illiterato et indisciplinato,
in cecità educato,
privo di proprio Marte, inerudito,
di crassizie imbibito,
senza veder, di nulla apprensione,
bestia irrazional, grosso mandrone,
d'ogni lum privo, d'ignoranza figlio,
povero d'argumento e di consiglio.
Vedeste simili decade giamai? Altri fan di quattrini, altri di sextine,
altri di octave; mio è il numero perfecto, idest, videlicet, scilicet,
nempe, utpote, ut puta, denario: authore Pythagora,
atque Platone. Ma chi è cotesto vel cotello properante vèr noi?
POLLULA - Gioan Bernardo pittore.
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