SCENA VII
Mamfurio, Gioan Bernardo, Pollula
MAMFURIO
- Bene veniat ille a cui non men convien nomenclatura della ribombante
fama dalla tromba, che a Zeusi, Apelle, Fidia, Timagora e Polignoto.
GIOAN BERNARDO - Di quanto avete proferito, non intendo
altro che quel «pignato» ch'avete detto al fine. Credo che questo insieme col
bocale vi fa parlar di varie lingue. S'io avesse cenato ti risponderei.
MAMFURIO - Il vino exilara et il pane confirma:
Bacchus et alma Ceres, vestro si munere tellus
chaoniam pingui glandem mutavit arista,
disse Publio Virgilio Marone, poeta mantuano, nel suo libro della Georgica
primo, verso il principio, facendo more poetico la invocazione: dove
imita Exiodo, attico poeta e vate.
GIOAN BERNARDO - Sapete, domine magister...?
MAMFURIO - Hoc est «magis ter», tre volte
maggiore:
Pauci, quos aequus amavit
Iuppiter, aut ardens evexit in aethera virtus.
GIOAN BERNARDO - Quello che voglio dir è questo:
vorrei sapere da voi che vuol dir «pedante».
MAMFURIO - Lubentissime voglio dirvelo,
insegnarvelo, declararvelo, exporvelo, propalarvelo, palam farvelo,
insinuarvelo et (particula coniunctiva in ultima dictione apposita)
enuclearvelo; sicut, ut, velut, veluti, quemadmodum «Nucem» ovidianam meis
coram discipulis (quo melius nucleum eius edere possint) enucleavi.
«Pedante» vuol dire quasi «pede ante»: utpote quia have lo
incesso prosequitivo, col quale fa andare avanti gli erudiendi puberi; vel
per strictiorem arctioremque aethymologiam: pe, «perfectos»; dan, «dans»;
te, «thesauros». Or che dite de le ambedue?
GIOAN BERNARDO - Son buone: ma a me non piace né l'una
né l'altra; né mi par a proposito.
MAMFURIO - Cotesto vi è a dirlo lecito, alia meliore
in medium prolata, idest quando arrete apportatane un'altra vie più
degna.
GIOAN BERNARDO - Eccovela: pe, «pecorone»; dan, «da
nulla»; te, «testa d'asino».
MAMFURIO - Disse Catone seniore: «Nil mentire, et
nihil temere credideris».
GIOAN BERNARDO - Hoc est, id est, chi
dice il contrario ne mente per la gola.
MAMFURIO - Vade, vade:
Contra verbosos, verbis contendere noli.
Verbosos contra, noli contendere verbis.
Verbis verbosos noli contendere contra.
GIOAN BERNARDO - Io dono al diavolo quanti pedanti
sono! - Resta con cento mila di quelli angeli de la faccia cotta.
MAMFURIO - Menateli pur, come socii vostri, vosco. U'
siete voi Pollula? Pollula che dite? vedete che nefando, abominando. turbulento
e portentoso seculo?
Questo secol noioso in cui mi trovo,
Vòto è d'ogni valor, pien d'ogni orgoglio.
Ma properiamo verso il domicilio, poscia che voglio oltre exercitarvi in
que' adverbii locali, motu de loco, ad locum et per locum: «ad, apud ante,
adversum vel adversus, cis, citra, contra, erga, infra, in retro, ante, coram,
a tergo, intus et extra».
POLLULA - Io le so tutti, e li tegno ne la mente.
MAMFURIO - Questa leczione bisogna saepius
reiterarla et in memoriam revocarla; lectio repetita placebit:
Gutta cavat lapidem non bis sed saepe cadendo:
sic homo fit sapiens bis non, sed saepe legendo.
POLLULA - Vostra Excellenzia vada avanti, ch'io vi
seguirrò a presso.
MAMFURIO - Cossì si fa in foro et in platea:
quando siamo in privatis aedibus, queste urbanità, observanze e
cerimonie non bisognano.
|