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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO QUARTO
    • SCENA VIII
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SCENA VIII
Marta, Bonifacio

    MARTA Ecco cqua quel pezzo d'asino, il quale volesse Dio che fusse un asino intiero, che potrebbe servire a qualche cosa. Bonasera, messer Buon-in-faccia.
    BONIFACIO Ben venga la cara madonna Marta. Vostro marito è filosofo, bisogna che voi siate filosofessa; però non è maraviglia se fate notomia de vocaboli: che cosa intendete per quel «Buon in faccia»? Non credete ch'io ve sia amico alle spalli et in assenzia, come in presenzia? Avete torto a darmi la berta.
     vi sta la borsa?
    BONIFACIO Come il cervello di vostro Martino (volsi dir marito), quando la non ha carlini dentro.
    MARTA Io dico di quella di sotto.
    BONIFACIO Gran mercé a vostra cortesia. Voi andate cercando il male come i medici: si voi vi potessivo remediare, vi farei intendere il come e quale; si volete della broda, andate a Santa Maria della Nova.
    MARTA Volete dir ch'io son cosa da frati, ser coglione?
    BONIFACIO Io ve dirrò d'avantaggio: voi siete cosa da cemiterio, per che una femina che passa trenta cinque anni, deve andar in pace, ideste in purgatorio ad pregar Dio per i vivi.
    MARTA Questo niente manco doviamo dir noi femine di voi altri mariti.
    BONIFACIO Dominedio non ha cossì ordinato, perché ha fatto le femine per gli omini e non gli uomini per le femine; e son state fatte per quel servizio: e quando non son buone a quello, fàccisen presente al povero diavolo, per ch'il mondo non le vuole. Ad altare scarrupato non s'accende candela; a scrigno sgangherato non si scrolla sacco.
    MARTA Non è vergogna ad un uomo attempato qual voi siete, di farsi sentir parlare in questa foggia? A i giovanetti le giovanette, a giovani le giovane, e più vecchi si denno contentar delle più stantive.
    BONIFACIO E si non, và le apicchi al fumo e falle stasonar dentro un camino. Non è questa la ricetta che ferono i medici al patriarca Davitte, e poco fa ad un certo Padre santo, il qual morse dicendo «Mene, mene: non più baser»; ma costui scaldò troppo, e lui dovea esser tettato e tettava; e però non è maraviglia, se...
    MARTA È per che puose troppo pepe al cardo.
    BONIFACIO In conclusione, madonna cara: a gatto vecchio sorece tenerello.
    MARTA Questo, come intendete per i vecchii, perché non intendete per le vecchie?
    BONIFACIO - Per che le donne son per gli uomini, no gli omini per le donne.
    MARTA Pur llà: il mal è per che voi uomini siete giodici e parte; ma pazze son de noi altre quelle che...
    BONIFACIO Quelle che si lasciano patire.
    MARTA - Non voglio dir questo io, ma qualche vostro degno castigo e contra cambio.
    BONIFACIO Ideste essi ad altre, et esse ad altri.
    MARTA Ih, ih, ih, ih.
    BONIFACIO Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah.
    MARTA Come trattate la vostra moglie? credo che la lasciate morir di sete. È pur lei giovane e bella: ma che? sii buona la vianda quanto si voglia, l'appetito si sdegna si non si varia, ancor che si dia di botto a cose peggiori; non è vero?
    BONIFACIO Non è vero, voi? Voi non sapete quel che volete dire: parlate per udir dire, voi? Or lasciamo le burle, madonna Marta mia. Io so che voi sapete di molti secreti: vorrei che m'agiutassi ad farmi vittorioso. Io gioco con mia moglie questa notte di qualche cosa, che farrò più di quattro poste: insegnatemi di grazia qualche droga o pozione, per che mi mantegna dritto sul destriero.
    MARTA Recipe acqua di rene, oglio di schene, colatura di verga e manna di coglioni; ad quantom suffrica, mesceta et fiat potum; e poi vi governarete in questa foggia: videlicet, statevi su le staffe, a fin che, galoppando galoppando, l'arcione de la sella non vi rompa il culo.
    BONIFACIO - Per san Fregonio voi siete una matricolata maestra. Son costretto a lasciarvi per alcun necessario affare. A dio, m'avete satisfatto.
    MARTA Adio. Si vedete quell'affumato di mio marito, ditegli ch'io l'ho mandato ad cercare, e ch'il cerco per cosa che importa.




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