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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO V
    • SCENA II
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SCENA II
Bartolomeo, Consalvo, Mochione

    BARTOLOMEO - O traditor, o ladro, o sassino: dumque non avete il pulvis Christi, el pulvis del diavolo? Oimè, ahi lasso, o me disfatto, vituperato! Tu me la pagherrai.
    CONSALVO Meglio farrai tacendo, pover omo, altrimente tutti ti stimaranno pazzo: sarrai la favola de tutto Napoli; sino a' putti faranno comedia di fatti tuoi: e non avanzarrai altro.
    BARTOLOMEO Con questa persuasione pensi di farmi tacere?
     [CONSALVO] - Si non vuoi tacere, crida tanto che ti schiattino i pulmoni: che volevi tu ch'io sappesse di questo vostro negocio? Un mese fa, venne questo vostro Cencio, e mi dimandò s'io avevo litargirio, alume, argento vivo, solfro rosso, verde rame, sale armoniaco et altre cose ordinarie; io li risposi che sì; e lui soggionse: «Or dumque voi sarrete il mio ordinario, per certa opera che debbo fare. Tenete ancora a presso di voi questa polvere, che si chiama pulvis Christi: della quale mi mandarrete secondo la quantità che vi sarrà dimandata; abbiate ancora a presso voi questo mio scrigno, dove sono le mie più cose care ch'io abbia».
    BARTOLOMEO - Queste cose se l'ha prese?
    CONSALVO Non; e però tacete: che si lui verrà per quelle, non uscirrà da mia casa come si pensa.
    BARTOLOMEO Voi dite bene si non se ne fusse andato per la posta: non l'hai udito tu adesso adesso, Mochione?
    MOCHIONE Da tutte bande si dice.
    CONSALVO - Or che devevo far io? Voi lo dovevate conoscere che lavorava in vostra casa; et ha più de quindeci giorni dimorato con voi: e poi non so dove sii alloggiato in sino ad questo tempo. Voi di vostra mano mi avete mandato ad dimandar or questa, or quella cosa; e quanto al pulvis Christi (come voi lo chiamate), mi dimandaste la prima volta tanto, che era la mittà; e la seconda volta altretanto, che fu tutto il resto. Oggi quando me hai mandato ad dimandar tanto, che tutto quel ch'ebbi non farrebbe per la decima parte, mi son maravigliato, e ti ho mandato ad dire, che l'alchimista Cencio non me ne diè più.
    BARTOLOMEO - Io non dubito che lui e tu mi avete piantato il porro dietro.
    CONSALVO Si tu pensi mal dal canto mio, tu pensi una gran mentita, pazzo da catena insensato: ha ben bastato lui solo per burlarti; che volevi tu che io sapesse di fatti tuoi, che son diece anni che non ti ho parlato? Avete mandato per cose di mia bottega, et io ti ho mandato quel che avevo.
    BARTOLOMEO - Oimè: questo pulvis del diavolo era oro meschiato e posto in polvere, con qualche altra maldezzione, che non lo facea conoscere. Ben vedevo io che gravava più ch'altra polvere: da cqua procedevano le verghette d'oro. Oh, maldetto 'l giorno che lo viddi: io mi appiccarrò.
    CONSALVO - Và pure e fà presto.
    BARTOLOMEO - Mi appiccarrò, dopo aver fatto appiccar te, barro traditore.
    CONSALVO Hai mentito cento volte per la gola: và mi fà il peggio che tu puoi, ch'io non ti stimo un danaio. Và, pazzo, pover pazzo, cerca il pulvis Christi.
    BARTOLOMEO - Oimè che farrò io? come ricuperarrò li miei scudi io?
    CONSALVO Fate come ha fatto lui, si possete trovar un altro ch'abbia il cervello come voi, e la borsa come la vostra.
    BARTOLOMEO - Vegliacco: questo è ufficio di pari tuoi.
    CONSALVO Aspetta un poco, che voglio farti uscir la pazzia o 'l vino dal naso: to', to', spacca-tornese.
    BARTOLOMEO - Questo di più, an? O cornuto disonorato (zò, zò).
    CONSALVO Gusta di questi altri, che son più calzanti (zò, zò, zò).
    BARTOLOMEO - Oi oi, oimè, traditor sassino! aggiuto aggiuto!
    MOCHIONE - Aggiuto! aggiuto! aggiuto! che uccide mio padron co' pugni.
    CONSALVO Lascia, che ti voglio aggiutar io a levarti la pazzia di capo (zò, zò, zò, zò).
    BARTOLOMEO - Oh, per amor de Dio, ch'io sono assasinato: aggiuto aggiuto!




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