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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO V
    • SCENA VII
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SCENA VII
Sanguino, Barra, Marca, Corcovizzo

    SANGUINO Ah! ah! ah! il fatto di costoro è come quel di Cola Perillo, che si sentea male e non sapeva in qual parte de la persona si fusse il dolore. Il medico gli toccava il petto e diceva: «Vi duol cqua?»; «Non». Poi li tocca la schena: «Vi duol cqua?»; «Non». Poi ne gli reni: «Vi duol cqua?»; «Non». Poi li tocca il stomaco: «Vi duol cqua?»; «Non». Al ventre: «Vi duol cqua?»; «Non». A' coglioni: «Vi duolen forse questi?»; «Non». Il medico disse: «È forse a questa gamba?»; «Signor non»; «Vedi di grazia che non fusse a quell'altra».
    BARRA Ah! ah! ah!
    SANGUINO Cossì questi pover'omini, essendo in nostre mani, si senteano male; e non sapeano dove lo si consistesse.
    CORCOVIZZO Quando messer Bartolomeo me si sentì poner mano alla borsa, disse: «Cossì siete voi birri et io priggione da Vicaria, come voi sète cardinali et io papa. Prendete prendete, e buon pro' vi faccia: per che tutto cavarrò io da questo mio socio». «Sì, sì» disse quell'altro, «cappello paga tutto».
    SANGUINO E quell'altro, quando gli toglieste la sua, che disse?
    CORCOVIZZO Ah! ah! ah! «Corpo di nostra Donna, la sentenza è data: ecco noi arrivati in Vicaria, eccone spediti. Per la grazia di santo Lonardo, che gli voglio offrire una messa con un collaio di ferro: noi abbiamo fatto il peccato e le borse ne fanno la penitenza».
    SANGUINO E tu che gli dicesti? non parlavi?
     [CORCOVIZZO] - «Noi» li dissi, «per questa volta vi perdoniamo, e non vogliamo menarvi in priggione: et acciò non vi facciate male col battervi, vogliamo lasciarvi cqui legati, a fin che non possiate darvi di pugni senza un terzo; e per che non è onesto che in questo bene che io fo venghi a perdere mia fatica, tempo et un passo e mezzo di fune, voglio pagarmi: e per che cqua non è lume, aspettatemi ch'io venghi a ritornarvi il restante».




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