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Giordano Bruno
Candelaio

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  • ATTO V
    • SCENA XXVI
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SCENA XXVI
Mamfurio, Ascanio

    MAMFURIO - Ecquis erit modus?
    ASCANIO - O là mastro Mamfurio, mastro Mamfurio.
    MAMFURIO - Chi è chi mi conosce? chi in questo abito e fortuna mi distingue? chi per nome mio proprio m'appella?
    ASCANIO Non ti curar di questo, che t'importa o poco o nulla: apri gli occhi, e guarda dove sei; mira ove ti trovi.
    MAMFURIO Quo melius videam, per corroborar l'intuito e firmar l'acto della potenza visiva, acciò l'acie de la pupilla più efficacemente per la linea visuale emittendo il radio a l'obiecto visibile, venghi ad introdur la specie di quello nel senso interiore, idest mediante il senso comone collocarla nella cellula de la fantastica facultade, voglio applicarmi gli oculari al naso. Oh, veggio di molti spectatori la corona.
    ASCANIO Non vi par esser entro una comedia?
    MAMFURIO - Ita sane.
    ASCANIO Non credete d'esser in scena?
    MAMFURIO - Omni procul dubio.
    ASCANIO A che termine vorreste che fusse la comedia?
    MAMFURIO In calce, in fine: neque enim et ego risu ilia tendo.
    ASCANIO Or dumque fate e donate il plaudite.
    MAMFURIO
Quam male possum plaudere,
tentatus pacientia:
nam plausus per me factus est
iam dudum miserabilis,
et natibus et manibus
et aureorum sonitu. Amen.
    ASCANIO Donate dico il plaudite; e forzatevi di farlo ancora voi, e fate il tutto bene da maestro et uomo di lettere che voi siete: altrimente tornarrà gente in scena mal per voi.
    MAMFURIO Hilari efficiam animo, forma quae sequitur: Sì come i marinaii, bench'abbin l'arbor tronco, persa la vela, rotte le sarte, e smarrito il temone per la turbida tempesta, soglion nulla di meno, per esser gionti al porto, plaudere; et iuxta la maroniana sentenza:
Votaque servati solvent in littore nautae
Glauco, et Panopeae, et Inoo Melicertae;
parimente ego Mamphurius, graecarum, latinarum vulgariumque literarum, non inquam regius, nec gregius, sed egregius (quod est per aethimologiam «e grege assumptus») professor; nec non philosophiae, medicinae, et iuris utriusque, et theologiae doctor, si voluissem: per esser gionto al porto di miei erumnosi e calamitosi successi, post hac vota soluturus, plaudo. Proinde dico a voi, nobilissimi spectatori (quorum omnium ora atque oculos in me video esse coniectos), sì come io per ritrovarm'al fine del mio esser tragico supposito, si non co le mani, giornea e vesti, corde tamen, et animo plaudo; cossì e megliormente voi, meliori hactenus acti fortuna, che di nostri fastidiosi et importuni casi siete stati gioiosi e lieti spectatori, Valete et Plaudite.




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