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Giordano Bruno
Candelaio

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SCENA IV
[Sanguino, Pollula]

    SANGUINO - Ah! ah! ah! ah! oh, che li sii donato il pan co la balestra, buffalo d'India, asino di Terra d'Otranto, menchione d'Avella, pecora d'Arpaia: forse che ci ha bisognato molto per fargli confessare ogni cosa senza corda? Ah! ah! ah! quell'altro fanfalucco vedi con qual proloquio l'ha saputo tirare a farsi dire che è inamorato, e chi è la sua dea, et il mal an che Dio li dia, e come e quando e dove.
    POLLULA - Vi prometto che costui, quando dice l'officio di nostra Donna, non ha bisogno di pregar Dio col dire «Domine, labia mea aperies».
    SANGUINO - Che vuol dire «Domino lampia mem periens»?
    POLLULA - «Signore, aprime la bocca, a fin ch'io possa dire». Et io dico che quest'orazione non fa per quelli che son pronti a dir i fatti suoi a chi le vuol sapere.
    SANGUINO - Sì: ma non vedi che al fine s'è repentito d'aver detto? però non gli ne potrà succeder male, per che dice la Scrittura in un certo loco: «Chi pecca et emenda, salvo este».
    POLLULA - Or ecco il mastro: dimoraremo cqua tutt'oggi, in nome del diavolo che gli rompa il collo.

 




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