SCENA V
Lucia, Barra
LUCIA
- Starnuti di cornacchia, piè d'ostreca et ova di liompardo.
BARRA - Ah! ah! ah! il suo marito era dentro ad attizzar
la fornace, a lavorar più dentro; et io lavoravo co lei a la prima camera....
LUCIA - Che lavore, il vostro?
BARRA - Il giuoco de zingani: e che l'è fuori e che l'è
dentro; e se volete intendere il successo per ordine, credo che riderete.
LUCIA - Di grazia fatemi ridere, ch'io n'ho gran
voglia.
BARRA - Questa vecchiazza
barba-di-cocchiara, richiesta da me si me voleva fare quel
piacere, mi rispose «No no no no...»
LUCIA - O gaglioffo, dumque tu vai subvertendo le
povere donnecciole e svergognando i parentadi?
BARRA - Tu hai il diavolo in testa: chi ti parla di
questo? è forse una sorte di piacere che possono far le donne a gli uomini?
LUCIA - Or séquita.
BARRA - Si lei avesse detto una volta «No», io non
arrei più parlato facendo rimaner la cosa cossì llì; ma per che disse più de
dodici volte «No, no no, non non, non, none, none, none, nani, nani, none»:
«Cazzo,» dissi intra di me, «costei ne vuole: al sangue de suberi di pianelle
vecchissime, che in questo viaggio passaremo qualche fiume». Poi riprendo idest
ripiglio il sermone, facendomegli udire in questa foggia: «O faccia di oro
fino, et occhii di diamante, tu vuoi farmi morire, an?»
LUCIA - E poi dice la bestia che non intendeva di
quella facenda.
BARRA - Tu, Lucia, mi vuoi far rinegare: non ti puoi
imaginare più di una sorte con la quale le donne possono far morire gli uomini?
LUCIA - Passa oltre: ella che rispose a questo?
BARRA - Et ella rispose: «Và via, và via, via, via,
via, via, via, via, via, mal uomo». Si lei avesse detto una volta «Và via»,
forse io arei smaltito di quella sicurtà che gli tanti «non, non» mi aveano
data: ma per che, ripigliando due volte il fiato, disse più di quindeci volte
«Via, via», et io ho udito dire da mastro Mamfurio che le due negazione
affermano, e molto più le tre come veggiamo per isperienza: «Dumque» dissi io
intra me stesso, «costei vuol dansare a tre piè; e forsi che io gli piantarò
un'altra gamba tra le due, acciò possa ancor meglio correre».
LUCIA - Or adesso ti ho.
BARRA - Hai il
mal-an-che-Dio-ti-dia (perdonami si t'offendo): s'io te
dico che non vuoi pigliar si non a mala parte quel che ti dico!
LUCIA - Ah! ah! ah! séquita, ch'io voglio tacere sin a
l'ultima conclusione: e tu che gli dicesti?
BARRA - All'or io con una bocca piccolina me gli feci
udire in questo tenore: «Dumque, cor mio, tu vuoi ch'io mora? e per che vuoi
ch'io mora: per che ti amo? che farai dumque ad un che t'odia, o vita mia?
Eccoti il coltello: uccidemi con tua mano, che certo certo morirò contento».
LUCIA - Ah! oh! ah! e lei?
BARRA - «Gaglioffo, disonesto, ricercatore,
cubiculario: dirò al padre mio spirituale, che tu mi hai fascinata; ma tu con
tutte le tue paroli non bastarai giamai di farmeti consentire; né con tutte tue
forze giamai verrai a quell'effetto che ti pensi: e s'il provassi, tel farei
vedere certissimo. Credi tu, per esser maschio, di aver più forza di me?
Cagnazzo traditore, s'io avesse un pugnale, adesso ti ucciderei, che non vi è
testimonio alcuno, né persona che ci vegga». S'io avesse avuta la testa più
grossa di quella di san Sparagorio, o s'io fusse stato il più gran tamburro del
mondo, la dovevo intendere: il tamburro pure, quando è toccato, suona.
LUCIA - Or dumque che suono facesti tu?
BARRA - Andiamo dentro che tel farò vedere.
LUCIA - Dite dite pure, perché dentro non si vede.
BARRA - Andiamo andiamo, che batteremo tanto il fucile,
che allumaremo questa candela, che sempre porto dentro le brache per le
occorrenze.
LUCIA - Allumar la possa il fuoco di santo Antonio.
BARRA - È da temer più di deluvio d'acqua, che di
fuoco.
LUCIA - Lasciamo questi propositi: ella che si
monstrava tanto ritrosa e tanto gagliarda, che fece? come ve ha resistito?
BARRA - Oimè, ch'a la poverina tutta la forza gli andò
a dietrovia. Parsemi veder la mula d'Alciono, che s'ell'avesse avuto al cul la
briglia, arebbe fatto il giorno cento miglia. Il conto di costei mi par simile
a quel d'un'altra che spunzonava don Nicola, alla quale don Nicola disse: «Si
tu mi spontoneggi un'altra volta, tel farò»; et ella: «Ecco ti spontoneggio
un'altra volta: or che potrai far tu? che pensi far adesso, don Nicola? chi è
uomo da nulla più di te? Ecco ti spontoneggio un'altra volta: or che mi farai
tu? O caro don Nicola, non potrai muovere un sassolino, s'io non voglio». Or
dimmi, Lucia, che dovea far quel povero don Nicola che molti giorni fa non avea
celebrato? Il buon omo di don Nicola dovenne a tale, che non so che vena se gli
ruppe.
LUCIA - Ah! ah! voi siete fino. Lasciatemi andar a
rendere certa risposta a misser Bonifacio, che son pur troppo dimorata a sentir
le tue ciancie.
BARRA - Andate via, ch'io ancor ho da parlar con questo
giovane che viene.
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