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Guido Gozzano Colloqui IntraText CT - Lettura del testo |
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3. LE DUE STRADE
Tra bande verdigialle
d'innumeri ginestre
la bella strada alpestre scendeva nella valle.
Ecco, nel lento oblio, rapidamente in
vista,
apparve una ciclista a sommo del pendio.
Ci venne incontro: scese. «Signora: sono
Grazia!»
Sorrise nella grazia dell'abito scozzese.
«Tu? Grazia? la bambina?» - «Mi riconosce
ancora?»
«Ma certo!» E la Signora baciò la Signorina.
«La bimba Graziella! Diciott'anni? Di
già?
La mamma come sta? E ti sei fatta bella!
La bimba Graziella: così cattiva e
ingorda!...»
«Signora, si ricorda quelli anni?» - «E così bella
vai senza cavalieri in bicicletta?...» -
«Vede!...»
«Ci segui un tratto a piede?» - «Signora, volentieri...»
«Ah! Ti presento, aspetta, l'avvocato: un
amico
caro di mio marito. Dagli la bicicletta...»
Sorrise e non rispose. Condussi
nell'ascesa
la bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
E la Signora scaltra e la bambina ardita
si mossero: la vita una allacciò dell'altra.
Adolescente l'una nelle gonnelle corte,
eppur già donna: forte bella vivace bruna
e balda nel solino dritto, nella
cravatta,
la gran chioma disfatta nel tocco da fantino.
Ed io godevo, senza parlare, con l'aroma
degli abeti l'aroma di quell'adolescenza.
- O via della salute, o vergine apparita,
o via tutta fiorita di gioie non mietute,
forse la buona via saresti al mio
passaggio,
un dolce beveraggio alla malinconia!
O bimba nelle palme tu chiudi la mia
sorte;
discendere alla Morte come per rive calme,
discendere al Niente pel mio sentiero
umano,
ma avere te per mano, o dolcesorridente! -
Così dicevo senza parola. E l'altra
intanto
vedevo: triste accanto a quell'adolescenza!
Da troppo tempo bella, non più bella tra
poco
colei che vide al gioco la bimba Graziella.
Belli i belli occhi strani della bellezza
ancora
d'un fiore che disfiora, e non avrà domani.
Sotto l'aperto cielo, presso
l'adolescente
come terribilmente m'apparve lo sfacelo!
Nulla fu più sinistro che la bocca vermiglia
troppo, le tinte ciglia e l'opera del bistro
intorno all'occhio stanco, la piega di
quei labri,
l'inganno dei cinabri sul volto troppo bianco,
gli accesi dal veleno biondissimi
capelli:
in altro tempo belli d'un bel biondo sereno.
Da troppo tempo bella, non più bella tra
poco,
colei che vide al gioco la bimba Graziella!
- O mio cuore che valse la luce mattutina
raggiante sulla china tutte le strade false?
Cuore che non fioristi, è vano che
t'affretti
verso miraggi schietti in orti meno tristi;
tu senti che non giova all'uomo
soffermarsi,
gettare i sogni sparsi, per una vita nuova.
Discenderai al Niente pel tuo sentiere
umano
e non avrai per mano la dolcesorridente,
ma l'altro beveraggio avrai fino alla
morte:
il tempo è già più forte di tutto il tuo coraggio. -
Queste pensavo cose, guidando nell'ascesa
la bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
Erano folti intorno gli abeti
nell'assalto
dei greppi fino all'alto nevaio disadorno.
I greggi, sparsi a picco, in lenti beli e
mugli,
brucavano ai cespugli di menta il latte ricco;
e prossimi e lontani univan sonnolenti
al ritmo dei torrenti un ritmo di campani.
Lungi i pensieri foschi! Se non verrà
l'amore
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?...
Sostammo accanto a un prato e la Signora,
china,
baciò la Signorina, ridendo nel commiato.
«Bada che aspetterò, che aspetteremo te;
si prende un po' di the, si cicaleccia un po'...»
«Verrò, Signora; grazie!» Dalle mie mani,
in fretta,
tolse la bicicletta. E non mi disse grazie.
Non mi parlò. D'un balzo salì, prese
l'avvio;
la macchina il fruscìo ebbe d'un piede scalzo,
d'un batter d'ali ignote, come seguita a
lato
da un non so che d'alato volgente con le rote.
Restammo alle sue spalle. La strada come
un nastro
sottile d'alabastro, scendeva nella valle.
«Signora!... Arrivederla!...» gridò di
lungi, ai venti.
Di lungi ebbero i denti un balenio di perla.
Tra la verzura folta disparve, apparve
ancora.
Ancor s'udì: «... Signora!...» E fu l'ultima volta.
Grazia è scomparsa. Vola - dove? - la
bicicletta...
«Amica, e non m'ha detta una parola sola!»
«Te ne duole?» - «Chi sa!» - «Fu
taciturna, amore,
per te, come il Dolore...» - «O la Felicità...»