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Federigo Tozzi
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     Entrò nell'uscio indicato dalla lettera, passando tra alcune donne che non si scansarono. La scala era buia e sudicia, con odore di lezzo e di cipria.
     Al primo piano, dalla porta aperta un poco, scorse, con una vestaglia rosea, una prostituta; che lo guardò quasi ironicamente.
     Al secondo piano era un altro appartamento aperto lo stesso. Si soffermò per ascoltare: udiva alcune voci allegre di donne; una canticchiava. Se ne dette la peggiore spiegazione e poi la migliore. Ma rabbrividì: "È possibile che Ghìsola si trovi in mezzo a tale gente?". E, come per fuggire, salì più in fretta gli altri scalini.
     Si fermò, con il respiro mozzato, all'ultimo piano. Vi era un salotto con una tavola ovale in mezzo: la vista gli si offuscò. Allora intravide, confusamente, una donna distesa in un canapè, che conversava con un soldato; il cui berretto era distante da loro, sopra una sedia.
     Questa donna ebbe paura di Pietro, che la fissò stravolto. Toccò con una mano il ginocchio del soldato, ed ambedue gli posero gli occhi addosso. Egli fece un altro passo, ma gli pareva di non avere più gambe: era come dinanzi ad un incubo improvviso; a cui non voleva credere. Balbettò qualche cosa, ma la donna non rispose. Allora egli si convinse d'averla offesa e stava per andarsene. Ma in quel momento, Ghìsola s'avanzò da un uscio aperto. Scorgendolo, si arrestò subito; impallidì fino quasi a svenire; ma poi tornò a dietro, sorreggendosi con un gomito lungo il muro, come torna indietro un topo mezzo schiacciato dal colpo avuto.
     Per non soccombere alla sensazione che Pietro aveva di perdere l'equilibrio, dopo essersi sentito afferrare come da una forza, la seguì a caso in una stanza di cui vide soltanto la finestra.
     Ella si era già tolta la giacchetta troppo sporca, quando egli entrò; ma aveva dovuto sedersi, perché fosse meno visibile il profilo della gravidanza.
     Egli si curvò a baciarla, quasi piangendo:
     «Perché stai così?».
     Ella non sapeva quel che rispondere: "S'è accorto che sono gravida? E quando glielo devo dire? Mi aspettavo che avvenisse questo". Poi parlò:
     «Sono tutte donne qui».
     Egli, istantaneamente, non le credette più, e rispose:
     «Ma io non voglio. Rivestiti. Perché hai questo livido nel braccio?».
     Ella temeva d'imbrogliarsi, ma rispose:
     «Mi son morsa da me».
     Egli pensò che poteva esser vero. Poi, dopo una pausa, nella quale sperò che tutto si dissipasse, le disse:
     «Andiamo via di qui, ti voglio parlare».
     «Stiamo qui. Io non esco oggi».
     Ci fu un'altra pausa, che gli fece pensare: "Perché non ho chiesto di quale specie è il tradimento suo? Così non mi accerterò mai di niente. Che posso dirle?".
     «Non mi piace questa casa. E che casa è?»
     «Te lo dirò; non c'è niente di male».
     Ella aveva deliberato più d'una volta di confessargli la gravidanza; ma ora le parve impossibile; e voleva nasconderla proprio davanti alla sorpresa. Egli si decise a parlare più in fretta.
     «Alzati».
     Entrò la padrona dell'abitazione: una donna robusta e tarchiata, con una cintola di cuoio bianco intorno alla vita; una levatrice che teneva a retta le partorienti.
     Pietro si volse a lei intimorito dell'effetto che i suoi sospetti avrebbero potuto produrle. Cercò di spiegarle perché si trovasse . La donna, che sapeva tutto, non vide nessun riparo per Ghìsola; e temette ch'egli l'avrebbe uccisa.
     Ghìsola guardava la finestra, per buttarvisi; con un impulso isterico, reso più possibile dalla sua gravidanza.
     La donna s'indugiò, accomodando il lavamano, ripiegando una salvietta, vigilando Pietro con la coda dell'occhio e cercando di chiedere a Ghìsola quel che dovesse fare.
     Pietro aspettava ch'ella se ne andasse, mentre tutti i suoi gesti lo impazientivano. In fine, con grande sforzo, le disse:
     «Voglio restare solo con Ghìsola».
     E Ghìsola, avendo nel frattempo infilata un'altra camicetta, senza alzarsi dal canapè e senza che egli vedesse niente, rispose:
     «Vada pure... Ci penso io».
     Ma il suo terrore non diminuiva; e le pareva che avrebbe dovuto inginocchiarsi subito.
     La donna escì con circospezione; e non chiuse l'uscio, ponendosi ad origliare. Pietro, accorgendosene, prima di chiedere qualche spiegazione, volle chiuderlo; ma non riuscì a spingere il chiavistello. Nondimeno non avrebbe voluto offendere Ghìsola, con le domande che doveva fare, più propenso ad attendere ancora.
     Ella si alzò:
     «Non chiudere... Non ci ode nessuno».
     Allora egli, voltandosi a lei con uno sguardo pieno di pietà e di affetto, vide il suo ventre.




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