[XLV]
Entrò
nell'uscio indicato dalla lettera, passando tra alcune donne che non si
scansarono. La scala era buia e sudicia, con odore di lezzo e di cipria.
Al primo piano, dalla porta
aperta un poco, scorse, con una vestaglia rosea, una prostituta; che lo guardò
quasi ironicamente.
Al secondo piano era un altro
appartamento aperto lo stesso. Si soffermò per ascoltare: udiva alcune voci
allegre di donne; una canticchiava. Se ne dette la peggiore spiegazione e poi
la migliore. Ma rabbrividì: "È possibile che Ghìsola si trovi in mezzo a
tale gente?". E, come per fuggire, salì più in fretta gli altri scalini.
Si fermò, con il respiro
mozzato, all'ultimo piano. Vi era un salotto con una tavola ovale in mezzo: la
vista gli si offuscò. Allora intravide, confusamente, una donna distesa in un
canapè, che conversava con un soldato; il cui berretto era distante da loro,
sopra una sedia.
Questa donna ebbe paura di
Pietro, che la fissò stravolto. Toccò con una mano il ginocchio del soldato, ed
ambedue gli posero gli occhi addosso. Egli fece un altro passo, ma gli pareva
di non avere più gambe: era come dinanzi ad un incubo improvviso; a cui non
voleva credere. Balbettò qualche cosa, ma la donna non rispose. Allora egli si
convinse d'averla offesa e stava per andarsene. Ma in quel momento, Ghìsola
s'avanzò da un uscio aperto. Scorgendolo, si arrestò subito; impallidì fino
quasi a svenire; ma poi tornò a dietro, sorreggendosi con un gomito lungo il
muro, come torna indietro un topo mezzo schiacciato dal colpo avuto.
Per non soccombere alla
sensazione che Pietro aveva di perdere l'equilibrio, dopo essersi sentito
afferrare come da una forza, la seguì a caso in una stanza di cui vide soltanto
la finestra.
Ella si era già tolta la
giacchetta troppo sporca, quando egli entrò; ma aveva dovuto sedersi, perché
fosse meno visibile il profilo della gravidanza.
Egli si curvò a baciarla, quasi
piangendo:
«Perché stai così?».
Ella non sapeva quel che
rispondere: "S'è accorto che sono gravida? E quando glielo devo dire? Mi
aspettavo che avvenisse questo". Poi parlò:
«Sono tutte donne qui».
Egli, istantaneamente, non le
credette più, e rispose:
«Ma io non voglio. Rivestiti.
Perché hai questo livido nel braccio?».
Ella temeva d'imbrogliarsi, ma
rispose:
«Mi son morsa da me».
Egli pensò che poteva esser
vero. Poi, dopo una pausa, nella quale sperò che tutto si dissipasse, le disse:
«Andiamo via di qui, ti voglio
parlare».
«Stiamo qui. Io non esco oggi».
Ci fu un'altra pausa, che gli
fece pensare: "Perché non ho chiesto di quale specie è il tradimento suo?
Così non mi accerterò mai di niente. Che posso dirle?".
«Non mi piace questa casa. E
che casa è?»
«Te lo dirò; non c'è niente di
male».
Ella aveva deliberato più d'una
volta di confessargli la gravidanza; ma ora le parve impossibile; e voleva
nasconderla proprio davanti alla sorpresa. Egli si decise a parlare più in
fretta.
«Alzati».
Entrò la padrona
dell'abitazione: una donna robusta e tarchiata, con una cintola di cuoio bianco
intorno alla vita; una levatrice che teneva a retta le partorienti.
Pietro si volse a lei
intimorito dell'effetto che i suoi sospetti avrebbero potuto produrle. Cercò di
spiegarle perché si trovasse lì. La donna, che sapeva tutto, non vide nessun
riparo per Ghìsola; e temette ch'egli l'avrebbe uccisa.
Ghìsola guardava la finestra,
per buttarvisi; con un impulso isterico, reso più possibile dalla sua
gravidanza.
La donna s'indugiò, accomodando
il lavamano, ripiegando una salvietta, vigilando Pietro con la coda dell'occhio
e cercando di chiedere a Ghìsola quel che dovesse fare.
Pietro aspettava ch'ella se ne
andasse, mentre tutti i suoi gesti lo impazientivano. In fine, con grande
sforzo, le disse:
«Voglio restare solo con
Ghìsola».
E Ghìsola, avendo nel frattempo
infilata un'altra camicetta, senza alzarsi dal canapè e senza che egli vedesse
niente, rispose:
«Vada pure... Ci penso io».
Ma il suo terrore non
diminuiva; e le pareva che avrebbe dovuto inginocchiarsi subito.
La donna escì con
circospezione; e non chiuse l'uscio, ponendosi ad origliare. Pietro,
accorgendosene, prima di chiedere qualche spiegazione, volle chiuderlo; ma non
riuscì a spingere il chiavistello. Nondimeno non avrebbe voluto offendere
Ghìsola, con le domande che doveva fare, più propenso ad attendere ancora.
Ella si alzò:
«Non chiudere... Non ci ode
nessuno».
Allora egli, voltandosi a lei
con uno sguardo pieno di pietà e di affetto, vide il suo ventre.
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