[XIX]
Pietro
prediligeva i fiori di campo, i fiori sbiaditi dagli odori incerti e quasi
rassomiglianti. Non aveva mai pensato a quelli di giardino senza arrossire e
sentirsi molto confuso. Per abitudine, se ne empiva le tasche: margherite
bianche e rosse, pisciacani gialli, vecci sbiancate e rosee, rosolacci,
ginestre, violette, rose di macchia, biancospini, fiori di pisello selvatico.
Poi li biasciava.
Ghìsola gli aveva insegnato a
far l'inchiostro con le more e come si succhiano, per il loro sapore di miele sciapo,
certi fiori rossicci simili a gigli selvatici; che si trovano tra gli steli del
grano, più bassi delle spighe; e, quand'eran mature da mangiarsi, le bacche
rosse delle siepi. Glielo aveva insegnato, perché smettesse di tirarle le
zolle; quando s'era accorto ch'ella girava da una passata all'altra non certo
per lavorare.
Un giorno, mentre egli faceva
colazione, seppe che Ghìsola era tornata a Radda: Rebecca lo diceva ad Adamo.
Alzò la testa per ascoltare meglio, e continuò a mangiare; ma stette quasi
rincantucciato, fino alla sera, in fondo alla tavola, con la testa tra i pugni.
La pioggia cominciò ad
ammollare i vetri della finestra chiusa, quasi avesse voluto allagare tutta la
stanza. Era una di quelle pioggie a vento che battono sopra un muro come per
buttarlo giù; e, all'improvviso, cadono dritte, trasparenti e chiare; poi si
vedono voltate alla parte opposta; e poi scompaiono; finché, di quando in
quando, giunge al viso soltanto qualche gocciolina come la punta di un ago
diaccio. E tutte le strade cambiano i loro colori; respirano; s'empiono di
sole, che poi doventa ombra e ridoventa luce. Mentre dalla Montagnola, come da
un riparo, le nuvole vengono dritte verso Siena, vanno sopra il Monte Amiata.
Strade che si dirigono in tutti
i sensi, si rasentano tra sé, s'allontanano, si ritrovano due o tre volte, si
fermano; come se non sapessero dove andare; con le piazze piccole e sbilenche,
ripide, affondate, senza spazio, perché tutti i palazzi antichi stanno addosso
a loro.
Cerchi e linee contorte di
case, quasi mescolandosi come se ogni strada tentasse di andare per conto
proprio; pezzi di campagne che appaiono dalla fessura di un vicolo visto in
tralice, dalla scalinata d'una chiesa, da qualche loggia dimenticata e deserta.
Allora Pietro s'immaginò che
Ghìsola, per cattiveria, l'obbligassero a camminar sola, tutta molle. E,
pensando così, a lungo, gli venne sonno.
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