IV – Dies Hominis - La domenica giorno di
gioia, riposo e solidarietà
La «gioia
piena» di Cristo
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«Sia benedetto Colui che ha elevato il grande giorno della domenica sopra tutti
i giorni. Il cielo e la terra, gli angeli e gli uomini s'abbandonano alla
gioia».99 Questi accenti della liturgia maronita ben rappresentano le
intense acclamazioni di gaudio che da sempre, nella liturgia occidentale e in
quella orientale, hanno caratterizzato la domenica. Del resto, storicamente,
prima ancora che come giorno di riposo — oltre tutto allora non previsto dal
calendario civile — i cristiani vissero il giorno settimanale del Signore risorto
soprattutto come giorno di gioia. «Il primo giorno della settimana, siate tutti
lieti» si legge nella Didascalia degli Apostoli. 100 E questo era ben
sottolineato anche nella prassi liturgica, attraverso la scelta di gesti
appropriati. 101 Sant'Agostino, facendosi interprete della diffusa
coscienza ecclesiale, mette appunto in evidenza tale carattere della Pasqua
settimanale: «Si tralasciano i digiuni e si prega stando in piedi come segno
della risurrezione; per questo inoltre tutte le domeniche si canta l'alleluia».
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Al di là delle singole espressioni rituali, che possono variare nel tempo
secondo la disciplina ecclesiale, rimane il dato che la domenica, eco
settimanale della prima esperienza del Risorto, non può non portare il segno
della gioia con cui i discepoli accolsero il Maestro: «I discepoli gioirono al
vedere il Signore» (Gv 20, 20). Si realizzava per loro, come poi si
attuerà per tutte le generazioni cristiane, la parola detta da Gesù prima della
passione: «Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia» (Gv
16, 20). Non aveva forse pregato egli stesso perché i discepoli avessero «la
pienezza della sua gioia» (cfr Gv 17, 13)? Il carattere festoso
dell'Eucaristia domenicale esprime la gioia che Cristo trasmette alla sua
Chiesa attraverso il dono dello Spirito. La gioia è appunto uno dei frutti
dello Spirito Santo (cfr Rm 14, 17; Gal 5, 22).
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Per cogliere dunque in pienezza il senso della domenica, occorre riscoprire
questa dimensione dell'esistenza credente. Certamente, essa deve caratterizzare
tutta la vita, e non solo un giorno della settimana. Ma la domenica, in forza
del suo significato di giorno del Signore risorto, nel quale si celebra
l'opera divina della creazione e della «nuova creazione», è giorno di gioia a
titolo speciale, anzi giorno propizio per educarsi alla gioia, riscoprendone i
tratti autentici e le radici profonde. Essa non va infatti confusa con fatui
sentimenti di appagamento e di piacere, che inebriano la sensibilità e
l'affettività per un momento, lasciando poi il cuore nell'insoddisfazione e
magari nell'amarezza. Cristianamente intesa, è qualcosa di molto più duraturo e
consolante; sa resistere persino, come attestano i santi, 103 alla
notte oscura del dolore, e, in certo senso, è una «virtù» da coltivare.
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Non c'è tuttavia alcuna opposizione tra la gioia cristiana e le vere gioie
umane. Queste anzi vengono esaltate e trovano il loro fondamento ultimo proprio
nella gioia di Cristo glorificato (cfr At 2, 24-31), immagine perfetta e
rivelazione dell'uomo secondo il disegno di Dio. Come scrisse nell'Esortazione
sulla gioia cristiana il mio venerato predecessore Paolo VI, «per essenza, la
gioia cristiana è partecipazione alla gioia insondabile, insieme divina e
umana, che è nel cuore di Gesù Cristo glorificato». 104 E lo stesso
Pontefice concludeva la sua Esortazione chiedendo che, nel giorno del Signore,
la Chiesa testimoniasse fortemente la gioia provata dagli Apostoli nel vedere
il Signore la sera di Pasqua. Invitava pertanto i Pastori ad insistere «sulla
fedeltà dei battezzati a celebrare nella gioia l'Eucaristia domenicale. Come
potrebbero essi trascurare questo incontro, questo banchetto che Cristo ci
prepara nel suo amore? Che la partecipazione ad esso sia insieme degnissima e
gioiosa! È il Cristo, crocifisso e glorificato, che passa in mezzo ai suoi
discepoli, per trascinarli insieme nel rinnovamento della sua risurrezione. È
il culmine, quaggiù, dell'alleanza d'amore tra Dio e il suo popolo: segno e
sorgente di gioia cristiana, tappa per la festa eterna». 105 In questa
prospettiva di fede, la domenica cristiana è un autentico «far festa», un
giorno da Dio donato all'uomo per la sua piena crescita umana e spirituale.
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