Difensori dei diritti degli indigeni
5. È vero che gli evangelizzatori hanno
dovuto superare difficoltà di diverso ordine, dovute a fattori umani che
ritardarono il loro lavoro apostolico e in alcune occasioni lo ostacolarono
seriamente.
Molti dei missionari, infatti, ispirati dalla loro fedeltà
al Vangelo, si sono visti obbligati ad «alzare la loro voce profetica contro
gli eccessi dei colonizzatori» che cercavano il loro interesse calpestando i
diritti delle persone che avrebbero dovuto rispettare ed amare come fratelli.
Quando nel 1979 sono venuto per la prima volta nella vostra
terra latinoamericana, ho voluto rendere omaggio a questi araldi del Vangelo, a
«quei religiosi che sono venuti ad annunciare Cristo Salvatore, a difendere la
dignità degli indigeni, a proclamarne i diritti inviolabili, a favorirne la
promozione integrale, ad insegnare la fratellanza come uomini e come figli
dello stesso Signore e Padre Dio».
Tra questi «intrepidi lottatori per la giustizia,
evangelizzatori della pace», come li definisce il documento di Puebla, si
debbono ricordare Antonio di Montesino, Bartolomé de las Casas, Juan de
Zumarraga, Toribio de Benavente «Motolinía», Vasco de Quiroga, Juan del Valle,
Julián Garcés, José de Anchieta, Manuel da Nóbrega e tanti altri che, con un
profondo senso ecclesiale, hanno difeso gli indigeni dai conquistatori, pagando
anche col sacrificio della propria vita, come nel caso del Vescovo Antonio
Valdivieso.
Ci furono poi altri religiosi che sostennero dalla Spagna il
lavoro dei loro confratelli missionari. Tra loro ricordiamo Francisco de
Vitoria e Domingo de Soto, che hanno saputo tracciare le linee maestre del
diritto degli indigeni, aprendo la via al futuro diritto internazionale dei
popoli.
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