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Ioannes Paulus PP. II Catechesi tradendae IntraText CT - Lettura del testo |
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61. In questo contesto, mi sembra importante che sia ben compreso il legame che c'è tra la catechesi e la teologia.
Questo legame appare con ogni evidenza profondo e vitale a chi comprende la missione insostituibile della teologia a servizio della fede. Non c'è da meravigliarsi, pertanto, che ogni scossa nel campo teologico provochi ugualmente ripercussioni sul terreno della catechesi. Ora la chiesa, in questo immediato post-concilio, vive un momento importante, ma rischioso, della ricerca teologica.
Alcuni padri sinodali, venuti da tutti i continenti hanno affrontato tale questione con un linguaggio molto netto: essi hanno parlato di un «equilibrio instabile», che dalla teologia rischia di passare alla catechesi, ed hanno, altresì, sottolineato la necessità di apportare un rimedio a tale inconveniente. Il pontefice Paolo VI aveva anch'egli affrontato il problema in termini non meno netti nell'introduzione alla sua Solenne professione di fede, e nell'esortazione apostolica che ricordava il quinto anniversario della chiusura del concilio Vaticano II.
Conviene insistere nuovamente su questo punto. Consapevoli dell'influsso delle loro ricerche e delle loro affermazioni sull'insegnamento catechetico, i teologi e gli esegeti hanno il dovere di stare molto attenti a non far passare come verità certe ciò che appartiene, al contrario, all'àmbito delle questioni opinabili o della disputa tra esperti. I catechisti avranno, a lor volta, la saggezza di cogliere nel campo della ricerca teologica ciò che può illuminare la loro riflessione ed il loro insegnamento, attingendo come i teologi stessi alle vere fonti, nella luce del magistero. Si asterranno dal turbare l'animo dei fanciulli e dei giovani, a questo stadio della loro catechesi, con teorie peregrine, con vari problemi e con sterili discussioni, spesso condannate da san Paolo nelle sue «Lettere Pastorali».
Il dono più prezioso, che la chiesa possa offrire al mondo contemporaneo, disorientato ed inquieto, è di formare in esso cristiani sicuri nell'essenziale ed umilmente lieti nello loro fede. La catechesi questo insegnerà loro, e ne trarrà vantaggio essa stessa per prima: «L'uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo - non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali, e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere - deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in lui con tutto se stesso, deve «appropriarsi» ed assimilare tutta la realtà dell'incarnazione e della rendenzione per ritrovare se stesso».