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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Africa

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Sinodo di risurrezione, Sinodo di speranza

 

12. Per un singolare disegno della Provvidenza, la solenne inaugurazione dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ebbe luogo la seconda domenica di Pasqua, a conclusione cioè dell'ottava di Pasqua. I Padri sinodali, riuniti quel giorno nella Basilica Vaticana, erano ben consapevoli del fatto che la gioia della loro Chiesa scaturiva dal medesimo evento che aveva colmato di letizia i cuori degli Apostoli nel giorno di Pasqua: la risurrezione del Signore Gesù (cfr Lc 24, 40-41). Essi erano profondamente coscienti della presenza in mezzo a loro del Signore risorto, che diceva loro come agli Apostoli: «Pace a voi!» (Gv 20, 21.26). Essi erano consapevoli della sua promessa di restare con la sua Chiesa per sempre (cfr Mt 28, 20) e, quindi, anche durante l'intero svolgimento dell'Assemblea sinodale. Il clima pasquale in cui l'Assemblea speciale iniziò il suo lavoro, con i suoi componenti uniti nel celebrare la loro fede in Cristo risorto, richiamava spontaneamente al mio spirito le parole rivolte da Gesù all'apostolo Tommaso: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 29).

 

13. È stato, in effetti, il Sinodo della risurrezione e della speranza, come hanno dichiarato con gioia ed entusiasmo i Padri sinodali nelle prime frasi del loro Messaggio indirizzato al popolo di Dio. Sono parole che volentieri faccio mie: «Come Maria Maddalena la mattina della Risurrezione, come i discepoli di Emmaus dal cuore ardente e dall'intelligenza illuminata, l'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi proclama: Cristo nostra speranza è risuscitato. Ci ha raggiunti, ha camminato con noi. Ha commentato per noi le Scritture ed ecco quello che ci ha detto: "Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi" (Ap 1, 17-18) [...]. E come san Giovanni a Patmos, in tempi particolarmente difficili, ha ricevuto profezie di speranza per il popolo di Dio, anche noi annunciamo la speranza. In questo stesso momento in cui tanti odi fratricidi, provocati da interessi politici, lacerano i nostri popoli, nel momento in cui il peso del debito internazionale o della svalutazione li schiaccia, noi, Vescovi dell'Africa, assieme a tutti i partecipanti a questo santo Sinodo, uniti al Santo Padre e a tutti i nostri Fratelli nell'episcopato che ci hanno eletti, vogliamo pronunciare una parola di speranza e di conforto nei tuoi confronti, Famiglia di Dio che sei in Africa: nei tuoi confronti, Famiglia di Dio sparsa nel mondo: Cristo nostra speranza è vivo, noi vivremo!».14

 

14. Esorto tutto il popolo di Dio in Africa ad accogliere con animo aperto il messaggio di speranza che gli è stato indirizzato dall'Assembla sinodale. Durante le loro discussioni, i Padri del Sinodo, pienamente consapevoli di esser portatori delle attese non soltanto dei cattolici africani, ma anche di tutti gli uomini e di tutte le donne di quel continente, hanno affrontato con chiarezza i molteplici mali che opprimono l'Africa di oggi. Essi hanno esplorato tutta la complessità e l'estensione di ciò che la Chiesa è chiamata a compiere per favorire l'auspicato cambiamento, ma l'hanno fatto con un atteggiamento libero da pessimismo o da disperazione. Nonostante il panorama prevalentemente negativo che oggi presentano numerose regioni dell'Africa e malgrado le tristi esperienze che non pochi paesi attraversano, la Chiesa ha il dovere di affermare con forza che è possibile superare queste difficoltà. Essa deve rinvigorire in tutti gli Africani la speranza in una vera liberazione. La sua fiducia è fondata, in ultima istanza, sulla consapevolezza della promessa divina, la quale ci assicura che la nostra storia non è chiusa in se stessa, ma è aperta al Regno di Dio. Ecco perché né la disperazione né il pessimismo possono essere giustificati quando si pensa al futuro sia dell'Africa che di ogni altra parte del mondo.

 




14 nn. 1-2: L’Osservatore Romano, 8 maggio 1994, p.4.

 






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