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Ioannes Paulus PP. II
Ecclesia in Africa

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Solidarietà pastorale organica

 

131. All'inizio della presente Esortazione ho fatto notare che, annunciando la convocazione dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, miravo in prospettiva alla promozione di «una solidarietà pastorale organica nell'intero territorio africano ed isole attigue».250 Ho il piacere di costatare che l'Assemblea ha coraggiosamente perseguito tale obiettivo. Le discussioni al Sinodo hanno rivelato la premura e la generosità dei Vescovi per questa solidarietà pastorale e per la condivisione delle loro risorse con altri, anche quando avevano essi stessi bisogno di missionari.

 

132. Proprio ai miei fratelli Vescovi, che «sono con me direttamente responsabili dell'evangelizzazione del mondo, sia come membri del Collegio episcopale, sia come Pastori delle Chiese particolari»,251 voglio rivolgere a questo riguardo una speciale parola. Nella quotidiana dedizione al gregge loro affidato, essi non devono mai perdere di vista le necessità della Chiesa nel suo insieme. In quanto Vescovi cattolici, essi non possono non avvertire la sollecitudine per tutte le Chiese, che bruciava nel cuore dell'Apostolo (cfr 2 Cor 11, 28). Non possono non avvertirla soprattutto quando riflettono e decidono insieme, come membri delle rispettive Conferenze episcopali, le quali, mediante gli organismi di collegamento a livello regionale e continentale, sono in grado di meglio percepire e valutare le urgenze pastorali emergenti in altre parti del mondo. Un'espressione eminente di solidarietà apostolica i Vescovi la realizzano, poi, nel Sinodo: esso «tra gli affari di importanza generale deve seguire con particolare sollecitudine l'attività missionaria, che è il dovere più alto e più sacro della Chiesa».252

 

133. L'Assemblea speciale ha fatto inoltre giustamente notare che, per preparare una solidarietà pastorale d'insieme in Africa, è necessario promuovere il rinnovamento della formazione dei sacerdoti. Non si mediteranno mai abbastanza le parole del Concilio Vaticano II dove afferma che «il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell'ordinazione non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una vastissima e universale missione di salvezza, "fino agli estremi confini della terra" (At 1, 8)».253

Per questo motivo io stesso ho esortato i sacerdoti a «rendersi concretamente disponibili allo Spirito Santo e al Vescovo, per essere mandati a predicare il Vangelo oltre i confini del loro paese. Ciò richiederà in essi non solo maturità nella vocazione, ma pure una capacità non comune di distacco dalla propria patria, etnia e famiglia, e una particolare idoneità a inserirsi nelle altre culture con intelligenza e rispetto».254

Sono profondamente grato a Dio nell'apprendere che in numero crescente sacerdoti africani hanno risposto all'appello ad essere testimoni «fino agli estremi confini della terra». Spero ardentemente che questa tendenza venga stimolata e consolidata in tutte le Chiese particolari d'Africa.

 

134. È pure motivo di grande conforto sapere che gli Istituti missionari, presenti in Africa da lungo tempo, «accolgono oggi in misura crescente candidati provenienti dalle giovani Chiese che hanno fondato»,255 permettendo così a queste stesse Chiese di partecipare all'attività missionaria della Chiesa universale. Esprimo parimenti grato compiacimento ai nuovi Istituti missionari che sono sorti nel continente e che oggi inviano i loro membri ad gentes. È uno sviluppo provvidenziale e meraviglioso che manifesta la maturità e il dinamismo della Chiesa che è in Africa.

 

135. Vorrei far mia in modo particolare l'esplicita raccomandazione dei Padri sinodali perché si stabiliscano le quattro Pontificie Opere Missionarie in ciascuna Chiesa particolare e in ciascun Paese, come mezzo per realizzare una solidarietà pastorale organica in favore della missione «fino agli estremi confini della terra». Opere del Papa e del Collegio episcopale, esse occupano «giustamente il primo posto, perché sono mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dall'infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire un'adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna».256 Un frutto significativo della loro attività «è quello di suscitare vocazioni ad gentes e a vita, sia nelle Chiese antiche come in quelle più giovani. Raccomando vivamente di orientare sempre più a questo fine il loro servizio di animazione».257

 




250 Angelus (6 gennaio 1989), 2: Insegnamenti XII, 1 (1989), 40.

 



251 Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio (7 dicembre 1990), 63: AAS 83 (1991), 311.

 



252 Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull’attività missionaria della Chiesa Ad gentes, 29.

 



253 Decr. sul ministero e la vita dei presbiteri Presbyterorum ordinis, 10.

 



254 Lett. enc. Redemptoris missio (7 dicembre 1990), 67:AAS 83 (1991), 316.

 



255 Ibid., 66, l. c., 314.

 



256 Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull’attività missionaria della Chiesa Ad gentes, 38.

 



257 Lett. enc. Redemptoris missio (7 dicembre 1990), 84: AAS 83 (1991), 331.

 






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