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Ioannes Paulus PP. II Ecclesia in Oceania IntraText CT - Lettura del testo |
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La chiamata
3. Durante l'Assemblea Sinodale, la Chiesa universale giunse a vedere più chiaramente come il Signore Gesù incontra i molti popoli dell'Oceania, nelle loro terre e nelle molte isole. In verità, è il Signore stesso che li guarda con un amore che è insieme una sfida e una chiamata. Come Simon Pietro e suo fratello Andrea, essi sono invitati a lasciare tutto, a volgersi a lui che è il Signore della vita, e a seguirlo. Devono abbandonare non solo i sentieri del peccato, ma anche le vie sterili di un certo modo di pensare ed agire, così da intraprendere il cammino di una fede sempre più profonda e seguire il Signore con una fedeltà sempre più grande.
Il Signore ha chiamato a sé la Chiesa in Oceania: è una chiamata che, come sempre, comporta anche un invio in missione. Lo scopo per cui si è con Gesù è di partire da Gesù, sempre contando sulla sua potenza e sulla sua grazia. Cristo chiama ora la Chiesa a condividere la sua missione con energia e creatività nuove. Il Sinodo ha chiaramente visto questo nella vita della Chiesa in Oceania.
I Vescovi si sono rallegrati nel costatare che nella vita della Chiesa in Oceania il Signore Gesù si è dimostrato fedele alla sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). L'assicurazione della sua presenza fornisce la forza e il coraggio necessari ai discepoli per divenire «pescatori di uomini». Durante l'Assemblea Speciale, la presenza del Signore è stata sperimentata nella preghiera, nella condivisione delle speranze e delle preoccupazioni, e nel vincolo della communio ecclesiale. La fede nella presenza di Gesù fra il suo popolo in Oceania renderà sempre possibili nuovi e meravigliosi incontri con lui, e questi diverranno seme di una nuova missione.
Quando camminiamo con il Signore, lasciamo a lui ogni nostro fardello, e questo ci dona la forza di compiere la missione che egli ci affida. Egli, che prende da noi, a sua volta si dona a noi; si carica della nostra debolezza e ci dona la sua forza: questo è il grande mistero della vita del discepolo e dell'apostolo. E certo che Cristo opera con noi e in noi mentre «prendiamo il largo», come ora dobbiamo fare. Quando i tempi sono difficili e avari di promesse, il Signore stesso ci sprona a «gettare le reti ancora una volta» (cfr Lc 5,1-11).(2) Non possiamo disobbedire.